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La Svizzera adotta il Sistema d’informazione di Schengen

Keystone

Dall'agosto 2008 la Svizzera è allacciata al Sistema d'informazione di Schengen (SIS), già impiegato da 25 paesi europei per combattere la criminalità transfrontaliera. Si tratta della prima tappa in vista dell'integrazione della Confederazione nello spazio di Schengen, prevista entro dicembre.

Tre anni dopo l’approvazione dei trattati di Schengen e Dublino, in votazione popolare, la Svizzera muove un primo passo concreto verso l’apertura delle frontiere con i paesi europei e il rafforzamento della collaborazione nei settori di giustizia e polizia.

Da giovedì forze dell’ordine, guardie di frontiera e altri servizi potranno utilizzare in tutto il paese il SIS, una banca dati aperta nel 1995 dagli Stati aderenti allo spazio di Schengen per migliorare la lotta contro la criminalità transfrontaliera e sopprimere i controlli sistematici alle frontiere.

Il sistema d’informazione raccoglie attualmente circa 27 milioni di dati che concernono persone ricercate, colpite da un divieto d’entrata o disperse, come pure oggetti rubati, a cominciare da automobili, armi documenti di identità e banconote.

20’000 richieste d’informazioni al giorno

Con l’integrazione nel SIS, che completa il sistema nazionale di ricerca RIPOL, la polizia svizzera e gli altri organi di sicurezza potranno accedere in pochissimi minuti a tutti i dati sulle persone e gli oggetti registrati finora dai paesi membri dello spazio di Schengen. Attualmente il SIS riceve giornalmente circa 20’000 richieste di informazioni da parte dei servizi di polizia e delle guardie di confine degli Stati che hanno aderito al trattato.

La gestione e la coordinazione di tutte le informazione in entrata e in uscita è stata affidata al servizio di contatto nazionale per lo scambio di informazioni supplementari SIRENE (Supplementary Information REquest at the National Entry), che comprende 25 esperti di polizia.

Questo servizio, istituito negli ultimi mesi presso l’Ufficio federale di polizia (fedpol), sarà il punto nevralgico dello scambio di informazioni sia per i cantoni che per le analoghe centrali all’estero di questa banca dati. “Integrando questo sistema di ricerche nel lavoro quotidiano, le forze di sicurezza elvetiche dispongono di uno strumento che permette loro di lottare meglio contro la criminalità transfrontaliera”, sottolinea fedpol in una nota pubblicata questa settimana.

Garanzie per la protezione dei dati

La banca dati SIS è retta da precise direttive in materia di protezione dei dati. Per esempio possono essere trattate soltanto certe informazioni, accessibili unicamente a una ristretta cerchia di persone ed esclusivamente per i fini che hanno portato alla segnalazione, precisa fedpol. Questi dati vengono radiati dopo un determinato periodo di tempo.

Da giovedì tutte le persone interessate potranno depositare una domanda per sapere se sono registrate nel SIS e per far correggere o cancellare una segnalazione. Le richieste dovranno essere comunicate per iscritto a fedpol, accompagnate da una copia di un documento ufficiale che attesti l’identità del richiedente.

In linea di principio, quest’ultimo dovrebbe ricevere una risposta entro 30 giorni. Nel contempo sarà possibile sollecitare il preposto federale alla protezione dei dati affinché verifichi le informazioni personali registrate nel SIS.

Adesione definitiva entro la fine dell’anno

Come previsto, a inizio settembre esperti dei paesi di Schengen esamineranno l’applicazione del SIS in Svizzera. Per poter essere integrata definitivamente nello spazio di Schengen la Confederazione dovrà ottenere una valutazione positiva da parte degli specialisti europei.

Il governo elvetico intende concludere l’attuazione integrale entro il mese di dicembre. Spetta tuttavia al Consiglio dell’Unione europea fissare la data esatta dell’entrata in vigore.

swissinfo, Armando Mombelli

Il trattato di Schengen è stato sottoscritto nel 1985 nell’omonima cittadina del Lussemburgo dai rappresentanti di Francia, Germania e Benelux.

Gli accordi, che concernono i settori di giustizia e polizia, hanno fornito il quadro legale per la progressiva abolizione dei controlli delle persone lungo le frontiere interne dell’UE.

Per garantire la sicurezza dopo l’apertura delle frontiere, il trattato di Schengen prevede un potenziamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Unione, una migliore collaborazione transfrontaliera tra gli organi di polizia e il coordinamento tra gli Stati per la lotta alla criminalità organizzata.

Finora 25 paesi europei hanno aderito al trattato di Schengen.

La Svizzera ha ratificato il trattato di Schengen il 16 ottobre 2004.

La proposta di adesione della Svizzera allo Spazio di Schengen, combattuta da un referendum, è stata approvata dal popolo svizzero il 5 giugno 2005 (54,6% i voti favorevoli).

Secondo l’agenda prevista, la Confederazione dovrebbe aderire entro dicembre allo spazio di Schengen. L’adesione potrebbe essere posticipata in seguito a questioni tecniche o a ritardi nella procedura di ratifica da parte di alcuni membri dell’EU.

swissinfo.ch

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