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La Svizzera a fianco del Pakistan a un anno dal terremoto

Almeno 66'000 famiglie vivono ancora in alloggi provvisori Keystone

Quasi 400'000 persone nel Pakistan settentrionale dovranno affrontare il secondo inverno senza alloggi permanenti dopo il terremoto dello scorso anno.

Ad un anno di distanza, soccorritori svizzeri stanno lavorando per aiutarre i sopravvissuti a ricostruire le loro vite, concentrandosi sulla costruzione di abitazioni, scuole e centri di salute.

L’8 ottobre 2006 un terremoto di magnitudo 7,6 ha colpito il nord-ovest del Pakistan e il Kashmir, uccidendo 88’000 persone, ferendone altre 100’000 e lasciando due milioni di persone senza tetto.

La Direzione svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) ha concluso l’assistenza d’urgenza in febbraio, per concentrarsi sul lavoro di ricostruzione. Ma rimane molto da fare, come confermano i responsabili a colloquio con swissinfo.

«Nella zona del terremoto sono andate distrutte circa 600’000 case e 6000 scuole, centinaia di strutture sanitarie di base e migliaia di chilometri di strade», ricorda Edwin Brunner, il coordinatore degli aiuti umanitari della DSC in Pakistan.

Il problema maggiore sono le famiglie che vivono in zone rurali difficilmente raggiungibili, spiega Brunner, rimaste nelle loro regioni di origine dopo il terremoto o tornatevi all’inizio di quest’anno. La Croce Rossa stima che circa 66’000 famiglie vivono ancora in alloggi temporanei.

Secondo Brunner la maggioranza delle persone è al sicuro nei ricoveri d’emergenza e hanno delle scorte di cibo. Ma ancora non si sa quanto rigido sarà l’inverno.

Inoltre ci sono ancora 30’000 persone, in buona parte dei casi estremamente povere, che vivono nei campi d’accoglienza. E ci si aspetta l’arrivo di altre 10-20’000 persone durante l’inverno.

In generale, Brunner dice che la situazione è «relativamente sotto controllo». «Queste persone sono molto tenaci, sono abituate a vivere in condizioni molto dure e non mi aspetto grandi problemi».

Ricostruzione

Molte scuole e centri di salute funzionano attualmente all’interno di strutture provvisorie. La costruzione di scuole permanenti in alcune località è iniziata, anche se spesso è frenata da ostacoli burocratici, afferma il responsabile della DSC.

L’agenzia umanitaria elvetica, a un anno dal terremoto, dovrebbe iniziare la ricostruzione di una dozzina di scuole nella provincia della frontiera nord-ovest. «Ci sono voluti sei mesi di consultazioni con tutte le parti coinvolte sulla maniera di ricostruirle», spiega Thomas Fisler, capo del team della DSC a Mansehra.

Altri sei mesi sono stati necessari per ottenere i permessi, aggiunge Fisler. La DSC si è impegnata a ricostruire tra le 30 e le 20 scuole e centri di salute. All’Aiuto delle chiese evangeliche svizzere (ACES) è andata un po’ meglio. Ha iniziato a ricostruire 15 scuole già in marzo, grazie ai contatti locali, e i lavori per altre due dovrebbero prendere avvio nel 2007.

La DSC partecipa anche al programma governativo per la ricostruzione di circa 400’000 abitazioni. L’agenzia ha un ruolo di coordinamento in due località, a Balakot e Batagram, dove vengono insegnate tecniche per la costruzione di edifici antisismici.

E gli svizzeri hanno cominciato anche a lavorare a progetti di sostentamento, aiutando le famiglie a riprendere l’allevamento e l’agricoltura. La DSC prevede di proseguire l’aiuto umanitario nella regione fino almeno al 2008.

CICR

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), presente nell’area fin dal 1981 attraverso la Società della Mezzaluna Rossa del Pakistan, ha assistito dall’anno scorso circa 220’000 persone.

«L’organizzazione ha messo in piedi una delle più grandi operazioni con elicotteri della sua storia», dice Régis Savioz, responsabile delle operazioni del CICR nell’Asia centrale e meridionale.

I nove elicotteri hanno evacuato circa 1000 pazienti che necessitavano cure ospedaliere. Inoltre è stato aperto in febbraio un ospedale da campo a Muzaffarabad, capoluogo del Kashmir pakistano, e un centro ortopedico dovrebbe essere aperto nel 2007.

Il CICR afferma di voler rimanere nell’area per altri due o tre anni soprattutto per assicurarsi che le donne e i bambini abbiano accesso ai servizi sanitari essenziali. Analogamente alla DSC, il CICR sta aiutando le famiglie a riprendere l’allevamento e prevede di distribuire oltre 6000 bovini entro la fine del 2007.

swissinfo e agenzie

L’8 ottobre 2005, un terremoto dell’intensità di 7,6 gradi sulla scala Richter ha colpito la parte settentrionale del Pakistan e del Kashmir, causando almeno 88’000 morti ed oltre 100’000 feriti in Pakistan, India e Afghanistan. Solo in Pakistan circa 2,5 milioni di persone hanno perso le loro case.

La topografia accidentata delle regioni colpite, combinata con un insediamento sparso e con la scarsa qualità degli edifici, ha creato grandi problemi agli sforzi umanitari e di ricostruzione.

La DSC, in cooperazione con partner svizzeri, si concentra sulla ricostruzione di scuole, centri di salute e fattorie. Inoltre promuove l’informazione sulla maniera corretta di reagire ai terremoti e l’insegnamento di tecniche per la costruzione di edifici antisismici.

La DSC ha fornito nella regione colpita dal terremoto aiuti per un ammontare di 22 milioni di franchi: 7 milioni sono andati alle misure d’urgenza e altri 7 milioni per la ricostruzione in Pakistan. Altri 8 milioni sono stati spesi attraverso i canali delle agenzie dell’ONU e del CICR.
Il programma di ricostruzione e sostentamento della DSC in Pakistan è stato realizzato da 9 esperti svizzeri e 43 collaboratori locali.
Operazioni del CICR in Pakistan: budget di 60 milioni di franchi e 50 delegati impegnati nelle operazioni.

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