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La sinistra di fronte allo scoglio del 30%

Ueli Leuenberger (a sinistra) e Christian Levrat: per la prima volta alla guida dei Verdi e dei socialisti verso le elezioni federali Keystone

Sconfitto nel 2007, il Partito socialista affronta le elezioni del 23 ottobre 2011 con un nuova direzione, più giovane e combattiva. Ma, come un po' in tutta Europa, il clima politico non è favorevole ai socialisti, che si vedono inoltre confrontati alla crescente concorrenza dei Verdi.

Un paese troppo benestante. O, forse, semplicemente troppo conservatore. In Svizzera, a differenza di quasi tutti gli altri paesi europei, la sinistra non è mai riuscita, in oltre un secolo, a raccogliere molto di più di un 30% di voti. E, questo, neppure nei periodi di crisi economiche o sociali.

Ai tempi, il Partito socialista (PS) si spartiva questo elettorato con i comunisti e gli altri partitini di sinistra. Da una trentina d’anni, con i Verdi. Ma il bottino di suffragi è rimasto uguale. Un 30% anche alle ultime elezioni parlamentari del 2007: 19,5% ai socialisti, 9,6% al Partito ecologista svizzero (PES) e 0,7% a ciò che rimane degli ex comunisti.

La ripartizione dell’elettorato tra PS e PES segue fasi altalenanti. Quando l’economia tira, i Verdi crescono e i socialisti perdono voti. Quando la congiuntura soffre e la disoccupazione aumenta, i socialisti riguadagnano consensi e i Verdi stagnano o s’indeboliscono. Un fenomeno naturale, visto che il PS e il PES pescano praticamente nello stesso bacino di elettori.

Base urbana

“Sono sicuramente i due partiti con l’elettorato più affine dal profilo dei valori, della formazione professionale e della situazione sociale. Non proprio il ceto più ricco, ma spesso persone piuttosto benestanti, universitari, insegnanti, funzionari, professioni socioculturali. Elettori che vivono soprattutto nei centri cittadini. Non a caso quasi tutti gli esecutivi delle principali città hanno una maggioranza rosso-verde”, rileva il politologo Michael Hermann.

“I socialisti dispongono inoltre di un po’ più di sostenitori nei ceti meno favoriti, anche se già da tempo il PS non è più veramente il partito della classe operaia. I Verdi godono di un po’ più di simpatie presso le donne. Ma si tratta di differenze minime. E ciò spiega perché l’elettorato si sposta molto facilmente da un partito all’altro”, aggiunge Hermann.

Se si sposta facilmente da un partito all’altro, l’elettorato del PS e del PES non cresce globalmente. Mentre in tutti i paesi vicini i socialisti (in parte con i Verdi) ce l’hanno fatta, almeno per alcuni anni, a conquistare una maggioranza di voti, in Svizzera la sinistra non riesce a sedurre l’elettorato del centro.

Idealismo politico

“Negli altri paesi europei, i socialisti si trovavano all’opposizione e hanno potuto aumentare in modo consistente il loro elettorato, facendo leva sul malcontento nei confronti dei partiti al potere. In Svizzera, il PS già fa parte del governo da oltre mezzo secolo. Si sente quindi meno motivato a fare concessioni nella sua politica, come hanno fatto i partiti socialisti in molti paesi europei, pensiamo ad esempio alla “terza via” di Tony Blair in Gran Bretagna”, spiega Michael Hermann.

Sia il PS che il PES hanno respinto regolarmente negli ultimi anni i tentativi lanciati dalle loro ali moderate per seguire una politica più liberale e più vicina al centro. Ad accomunare i due partiti vi è infatti un certo idealismo dei loro dirigenti: in campo economico e sociale si battono regolarmente in favore dei meno abbienti e non di rado trascurano gli interessi del loro bacino preponderante di elettorato nelle classi-medio alte.

Nuova dirigenza

Uscito sconfitto dalle elezioni del 2007, dove ha ceduto un 4% di suffragi, il PS ha perso voti anche in quasi tutte le elezioni cantonali degli ultimi 3 anni. Il partito si trova inoltre confrontato ad un clima politico ed economico non proprio favorevole per affrontare le elezioni dell’ottobre 2011.

L’economia è in fase di ripresa in Svizzera, la disoccupazione sta calando e l’elettorato non è molto sensibile ai temi dei socialisti, come si è visto negli tempi un po’ in tutta Europa. La sinistra non è riuscita neppure a trarre profitto dalla crisi finanziaria innescata dal settore bancario e dai fautori dell’ultra liberalismo.

“Abbiamo ringiovanito la nostra dirigenza e abbiamo rafforzato il nostro apparato militante”, si dice comunque ottimista il nuovo presidente Christian Levrat. “Inoltre abbiamo riposto l’accento sulle questioni economiche e sociali essenziali, mentre prima vi era una certa dispersione dei temi”.

Priorità del futuro

Il PES, vincitore delle ultime elezioni federali, ha aumentato i suoi voti anche nella maggior parte degli scrutini cantonali degli ultimi anni. Sul partito pesano però due handicap per le elezioni del 2011, fa notare Michael Hermann: “Il PES dovrà far fronte per la prima volta alla concorrenza dei Verdi liberali sul piano nazionale. La questione dei cambiamenti climatici appare inoltre meno trainante rispetto al 2007”.

Per la sua campagna elettorale il PES vuole comunque puntare sulla problematica del clima, oltre che sulla politica dei trasporti, sulla trasformazione ecologica dell’economia. L’obbiettivo è di conquistare almeno due o tre punti in più, che serviranno a rafforzare le rivendicazioni del partito per ottenere un seggio in governo.

“Negli anni ’50, il PS è stato ammesso nel governo perché si è voluto tener conto dell’importanza crescente del movimento operaio e sindacale. Ora, è giunto il momento di includere anche il movimento ecologista per risolvere i problemi climatici ed energetici, che figurano veramente tra le priorità del futuro”, afferma il presidente del PES Ueli Leuenberger.

Maggiore forza politica svizzera tra il 1931 e il 1983, il Partito socialista (PS) figura attualmente in seconda posizione, dietro all’Unione democratica di centro.

Alle elezioni federali del 2007 ha raccolto il 19,5% dei voti (-3,8%).

I socialisti dispongono di 51 seggi in parlamento – 42 nella Camera del popolo e 9 in quella dei Cantoni – e di due rappresentanti in governo.

Il PS ha subito un calo della sua base elettorale in 15 delle 16 elezioni cantonali alle quali ha partecipato negli ultimi 3 anni.

Quinto schieramento politico a livello nazionale, il Partito ecologista svizzero (PES) è il più grande dei partiti non rappresentati in governo.

Alle ultime elezioni parlamentari ha ottenuto il 9,6% dei voti, segnando una progressione del 2%.

I Verdi sono presenti in parlamento con 24 membri, 22 alla Camera del popolo e 2 alla Camera dei cantoni.

Il PES ha aumentato il suo elettorato in 7 delle 10 elezioni cantonali ha cui ha preso parte dal 2008.

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