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La scienza con il naso puntato all’insù

Il grande telescopio dell'IRSOL puntato dritto verso il sole swissinfo.ch

Locarno non è solo la capitale delle stelle del cinema. E' anche un polo di eccellenza internazionale per lo studio delle stelle che riempiono il firmamento.

E quella più studiata è la madre di tutte le stelle, ovvero il sole, protagonista indiscusso dell’Anno Eliofisico internazionale che ricorre proprio quest’anno.

Locarno, dunque, “caput mundi” della fisica solare grazie a due centri di ricerca: la Specola Solare, situata in collina, a due passi da Meteo Svizzera, e l’Istituto di ricerche solari del Locarnese (IRSOL), poco distante e immerso nel verde. Questa terra baciata dal sole che richiama i turisti in cerca di cielo blu, fa del sole una cosa molto seria.

L’attività scientifica dei due centri è riconosciuta a livello internazionale e la ricerca solare, che dipende sempre dai finanziamenti, gode di buone prospettive. Se pensiamo che senza sole non ci sarebbe alcuna forma di vita sul nostro pianeta, lo studio delle relazioni tra il Sole e la Terra sono di scottante attualità. E non solo per i cambiamenti climatici.

Quando le macchie valgono

La Specola Solare, che quest’anno festeggia i 50 anni di esistenza, e l’IRSOL hanno un punto in comune: le macchie solari. La prima segue quotidianamente l’attività del sole e registra, tramite disegni a mano, il conteggio delle macchie solari. Il secondo si concentra sullo studio dei campi magnetici del sole cercando di capire, tra le altre attività, che cosa avviene in una macchia. E in questo campo è uno dei centri all’avanguardia nel mondo.

Ma cosa si può scoprire dentro una macchia? Informazioni preziose, assicurano gli esperti: i campi magnetici svolgono un ruolo di primo piano nelle manifestazioni dell’attività solare, i cui effetti sono percettibili direttamente sulla Terra: aurore boreali, radiazioni, disturbi alle telecomunicazioni e alla navigazione.

“Il Sole è la stella più vicina a noi – spiega a swissinfo l’astronomo Michele Bianda, direttore dell’IRSOL – ed è l’unica di cui possiamo vedere nei dettagli la superficie. Studiarlo favorisce la comprensione su stelle lontanissime”.

“Non dimentichiamoci, inoltre, che la vita sulla Terra dipende dalla presenza del Sole. Comprenderlo nei minimi dettagli è importante per capire la vita. Sappiamo, per esempio, che ha un’influenza sul clima terrestre, ma dobbiamo capire bene i meccanismi per poi essere in grado di fare delle previsioni”.

“L’occhio” più grande al mondo

La madre di tutte le stelle, dunque, come pozzo di San Patrizio della conoscenza. “Sul Sole – continua Bianda – si producono fenomeni rarissimi, molto difficilmente riproducibili o totalmente irriproducibili in un laboratorio terrestre. Per noi ricercatori rappresenta un immenso laboratorio che permette di studiare aspetti della fisica finora sconosciuti”.

L’IRSOL è infatti un centro che si occupa soprattutto di ricerca di base, il cui scopo è dunque per sua natura l’approfondimento della conoscenza. “Il fatto di scoprire e verificare con estrema precisione alcuni meccanismi – sottolinea Michele Bianda – ci consente di aprire prospettive inaspettate in altri campi”.

E la ricerca della precisione non conosce sosta: nei progetti dell’IRSOL c’è la realizzazione di un telescopio solare che con i suoi due metri di apertura dovrebbe diventare il più grande al mondo. Lo strumento attuale, con un’apertura di 45 centimetri, consente infatti di raggiungere misurazioni precise solo dopo un’ora.

Passioni celesti e polvere di stelle

Studiare il cosmo richiede non solo grande rigore, ma anche una grande passione. “Sono un ricercatore scientifico – commenta il direttore dell’IRSOL – eppure mi lascio emozionare dalle cose che vedo e che scopro. Lo studio del cosmo è intimamente legato a capire chi siamo”.

“Prendiamo per esempio gli atomi che compongono il nostro corpo: tutto ciò che non è idrogeno, miliardi e miliardi di anni fa è stato formato da esplosioni di supernova. Quindi quando noi diciamo di essere fatti di polvere di stelle, è proprio vero”.

Fare luce sul buio che avvolge i misteri è dunque una fida stimolante? “E’ il punto di partenza iniziale, è la molla che fa scattare il nostro interesse. Il confronto con il mistero non ha fine: più si cerca di capirlo e più lo si capisce, più si amplia. E sarà così ancora per intere generazioni di astronomi”.

Intanto la ricerca dell’IRSOL, gestito da una fondazione interamente ticinese, va avanti, in stretta collaborazione con l’Istituto di astronomia del Politecnico di Zurigo e l’Istituto di Astrofisica delle Canarie. E da qualche parte è bello sapere che in ogni astronomo che scruta l’ignoto, c’è un poeta che coglie l’essenza della vita. O che cattura, semplicemente, polvere di stelle.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Nell’Anno internazionale del Sole, il Centro Astronomico del Locarnese, composto dalla Specola Solare e dall’IRSOL, ha aperto le proprie porte al pubblico consolidando una grande tradizione di divulgazione.

Il secondo appuntamento, organizzato dall’IRSOL e dall’Istituto di astronomia del Politecnico federale di Zurigo, è un convegno scientifico che si terrà dal 17 al 21 settembre al Monte Verità.

L’Istituto ricerche solari di Locarno è stato costruito nel 1960 dall’Università di Göttingen. L’osservatorio è stato rilevato vent’anni or sono da una fondazione interamente ticinese.

Lo strumento cardine è uno spettroscopio a grande dispersione, servito da un telescopio riflettore tipo Gregory-Coudé con uno specchio principale del diametro di 45 cm e focale risultante di 24 metri.

Per la perfezione strumentale raggiunta, si sono potuti concludere importanti lavori di ricerca fondamentale, diffusi in un centinaio di pubblicazioni su riviste internazionali specializzate. Il telescopio è stato battezzato ed è conosciuto negli ambienti astronomici come “lo strumento di Locarno”.

In Ticino l’attività astronomica è molto diffusa. Sul territorio cantonale si contano infatti cinque osservatori: Specola Solare (Locarno Monti), Istituto di ricerche solari di Locarno (IRSOL), l’Osservatorio Calina di Carona, l’Osservatorio del Monte Generoso e l’Osservatorio del Monte Lema.

Ci sono anche due sentieri dei pianeti: l’Astrovia a Locarno, che rappresenta il sistema solare lungo una passeggiata pianeggiante di circa 6 chilometri; il sentiero al Monte Generoso, un percorso pianeggiante lungo il confine italo-svizzero dove si possono vedere tavole con la riproduzione bidimensionale dei nove pianeti.

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