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La rinascita dei vaccini

Il mercato dei vaccini è triplicato nell'ultimo decennio Keystone

La pandemia di influenza A(H1N1) ha costretto i gruppi farmaceutici a sviluppare dei vaccini il più rapidamente possibile. Un mercato, quello dei vaccini, che negli ultimi anni ha vissuto un vero e proprio boom.

Quello che un tempo era un settore statico dell’industria farmaceutica, che disponeva di poche opportunità per generare grossi profitti, è rinato nel corso dell’ultimo decennio.

«Il mercato è quasi triplicato negli ultimi 8-10 anni», dice a swissinfo.ch Carsten Mantel del Programma esteso per le vaccinazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

«Complessivamente totalizza 17,7 miliardi di franchi. Con una crescita annuale del 15-16%, quello dei vaccini è tra i settori che registrano l’incremento più sostanzioso. La crescita è probabilmente più del doppio di quella del mercato dei medicinali terapeutici».

Vent’anni fa, spiega Michael Nawrath, analista presso la Banca cantonale di Zurigo e specialista in campo farmaceutico e biotecnologico, i margini di guadagno delle ditte farmaceutiche erano molto limitati, ciò che ha posto in secondo piano la produzione di vaccini.

«Oggi, invece, abbiamo prodotti che generano una cifra d’affari di uno, due o tre miliardi di dollari all’anno: una situazione estremamente redditizia per le aziende farmaceutiche. Il vaccino Prevnar, prodotto da Wyeth, la ditta acquisita da Pfizer, ha ad esempio totalizzato entrate per un valore di 3 miliardi di dollari».

Puntare sulla prevenzione

Oggigiorno, sottolinea Nawrath, si punta molto di più sulla prevenzione delle malattie. «Nel mondo ci sono cinque grandi gruppi, tra cui Novartis, che hanno colto l’occasione per produrre vaccini, anche perché [questa attività ] si inserisce perfettamente nella moderna concezione delle riforme in campo sanitario».

Questo significa che i vaccini devono essere sviluppati in tempi brevi, in modo sicuro e a prezzi ragionevoli. Sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo.

Si tende infatti a ritenere che prevenendo una malattia si possono evitare costi sanitari eccessivi, quali le visite mediche o il ricovero in ospedale.

In quest’ottica di riduzione dei costi, sostiene Nawrath, un numero crescente di medici sarà sollecitato a effettuare vaccinazioni, anche se al momento i prezzi dei vaccini potrebbero sembrare elevati.

Prezzi giù grazie alla concorrenza

L’OMS, il fondo per l’infanzia UNICEF e altre organizzazioni – spiega Carsten Mantel – hanno sviluppato una strategia sulla sicurezza dei vaccini il cui scopo è di garantire «una fornitura continua e durevole di vaccini accessibili e di qualità».

Nei paesi in via di sviluppo, aggiunge, i vaccini possono oggi essere fabbricati ad un prezzo inferiore del 25% rispetto alla produzione nel mondo industrializzato.

«La consideriamo un’evoluzione positiva: è una buona opportunità per acquistare un numero crescente di vaccini e quindi di salvare più vite, allo stesso prezzo».

«Non chiediamo soltanto alle ditte di abbassare i prezzi, ma stiamo anche tentando di creare un mercato competitivo e sano. Ci penserà la concorrenza a ridurre i prezzi».

Anche i progressi tecnologici hanno svolto un ruolo importante nell’evoluzione del mercato dei vaccini.

Uovo addio

Per ciò che concerne le tecniche di produzione, le autorità stanno facendo pressione sulle ditte farmaceutiche affinché abbandonino i metodi tradizionali di incubazione nell’uovo in favore di approcci basati sulle colture cellulari.

«Il vantaggio evidente della produzione tramite colture cellulari è che si tratta di un metodo molto più flessibile, che non richiede troppo tempo. Nell’arco di un mese è possibile mettere a punto un vaccino contro un determinato virus», osserva Michael Nawrath.

Alcuni vaccini, prosegue il collaboratore dell’OMS, hanno un ampio spettro. Un’iniezione potrebbe così bastare per proteggere un bambino da diverse malattie.

«Questo è uno dei passi avanti principali. L’altro aspetto importante è che ci stiamo dirigendo verso una produzione di vaccini completamente nuova».

Robert Brookes, swissinfo.ch
(traduzione di Luigi Jorio)

GAVI Alliance è una partnership di istituzioni pubbliche e private, con sede a Ginevra, che si pone come obiettivo di migliorare la salute nei paesi più poveri.

Del gruppo fanno parte anche l’OMS, l’UNICEF e la Banca mondiale.

Il modello operativo di GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunisation) si basa sull’aspettativa che la domanda crescente nei paesi in via di sviluppo induca un maggior numero di imprese a produrre vaccini, creando così concorrenza e provocando un calo dei prezzi.

Il gruppo farmaceutico svizzero Novartis, con sede a Basilea, ha annunciato il 24 novembre 2009 di aver inaugurato negli Stati Uniti un ampio centro per la produzione di vaccini influenzali sulla base di colture cellulari.

La struttura, ha indicato Novartis, rappresenta una tappa fondamentale: le nuove biotecnologie sostituiranno infatti i metodi di produzione nell’uovo in vigore da mezzo secolo.

L’investimento totale, suddiviso tra il gigante elvetico e il Dipartimento americano della sanità, è di circa 1 miliardo di dollari.

Il vaccino è un preparato capace di indurre una risposta immunitaria attraverso la stimolazione della produzione di anticorpi.

I vaccini possono contenere dei microrganismi (virus o batteri) uccisi o attenuati, oppure una parte di essi.

Alcuni preparati presentano piccole quantità di sostanze capaci di potenziare la risposta immunitaria (adiuvanti).

Il metodo più comune per somministrare un vaccino è per iniezione; alcune immunizzazioni possono essere effettuate anche per via orale o nasale (spray).

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