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La ricostruzione di Gondo riparte con “Adagio”

La maquette del progetto "Adagio", vincitore del concorso d'architettura Keystone

A soli otto mesi dalla frana che ha distrutto parte del villaggio vallesano di Gondo, è stato compiuto il primo passo verso la ricostruzione. Un progetto zurighese è uscito vincitore dal lotto di 32 partecipanti al concorso d'architettura e, dopo gli studi di fattibilità, potrebbe prender forma già dalla prossima primavera. swissinfo ha raccolto le valutazioni dell'architetto Aurelio Galletti, membro della giuria.

Si chiama “Adagio”, è stato concepito nello studio d’architettura Durrer Linggi a Zurigo e ha sedotto la giuria che ha esaminato 32 progetti. Schizzi, disegni e modelli, l’intero lotto dei partecipanti, è esposto da sabato fino al primo luglio nella palestra della scuola di Gondo.

Il progetto vincitore prevede la costruzione di cinque volumi monolitici nel luogo in cui la frana ha diviso in due il villaggio. Spazi che ingloberanno il municipio, un albergo, quattro case familiari e due immobili con sei appartamenti ciascuno. La nuova edificazione porterà i segni della tragedia del 14 ottobre 2000. Una cappella sorgerà là dove è partito lo scoscendimento e una scalinata segnerà tutto il percorso della frana, giù fino al fiume Doveria. Costo totale circa 10 milioni di franchi, il finanziamento sarà assicurato da privati sostenuti dalle assicurazioni e dal comune. Per la ricostruzione della torre Stockalper è stata creata una fondazione che ha il sostegno della Catena della Solidarietà. Per l’architetto Aurelio Galfetti, membro della giuria, il concorso non ha avuto l’esito sperato ma il progetto vincitore è valido “Sorprendentemente il concorso non ha avuto un grande seguito. 32 progetti sono pochi per un lavoro unico, che può essere inteso come una sfida per un architetto. Forse il bando non è stato propagandato adeguatamente o i tempi erano troppo stretti”.

swissinfo: come valuta complessivamente i 32 progetti presentati?

GALFETTI:Il livello era medio, abbiamo avuto la fortuna che ce ne fosse uno straordinario o per meglio dire: particolarmente centrato. Il compito della giuria si è dunque rivelato piuttosto facile.

swissinfo: l’esercizio piuttosto inconsueto, riedificare il centro del villaggio distrutto dalla frana, evidentemente era pieno di insidie.

GALFETTI: Il dilemma era come inserirsi in quel contesto: si poteva farlo con dei volumi che riprendevano quelli esistenti o con delle volumetrie assolutamente nuove e quindi diverse. Il progettista vincitore ha fatto un compromesso, ma non nel senso di dividere le cose a metà. Ha trovato una soluzione che include le due opzioni. La volumetria è assolutamente modesta, non dirompente e adatta al contesto del villaggio, ma è di grande qualità: molto studiato, le forme accurate e la disposizione sul terreno è perfetta. Ne risulterà un’evidenziazione rispetto al resto del paese. Gondo quindi risorge con una parte nuova che ha una sua presenza importante.

swissinfo: si tratta di un progetto unitario, da realizzare così come è stato presentato o si possono intravedere degli adattamenti?

GALFETTI: Direi che la principale qualità è proprio la flessibilità. Si tratta di una serie di volumi, di due o tre piani, diversificati ma tutti della stessa famiglia. Forme e volumi hanno il pregio di poter essere aumentati, diminuiti o sostituiti. In questo senso il progetto non teme qualsiasi modifica.

swissinfo: queste sue valutazioni spiegano perchè sia stata espressa dalla giuria una forte raccomandazione affinchè il progetto sia effettivamente realizzato?

GALFETTI: Certo. Ma per quanto flessibile il progetto deve essere realizzato da una sola persona. Ci vuole una mente e una mano che guidi i diversi interventi. Sarebbe peccato non vederlo prender forma.

Flavio Fornari

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