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La revisione AVS si trasforma in piano di risparmio

L'11esima revisione dell'AVS divide i partiti. Keystone

La Camera bassa ha approvato di strettissima misura l'11esima revisione dell'AVS. Ha rifiutato un pensionamento anticipato sociale ed ha deciso di innalzare l'età pensionabile delle donne.

Sinistra e Verdi insorgono contro le decisioni che, a loro avviso, equivalgono a uno smantellamento sociale. Se la Camera alta dovesse avallare questa versione, potrebbe esserci un referendum.

La nuova versione dell’11esima revisione dell’AVS martedì ha superato lo scoglio del Consiglio nazionale (Camera bassa) sul filo di lana: è stata accettata con 97 voti contro 89 e 4 astenuti.

A favore si sono schierati i deputati liberali radicali (PLR), quelli dell’Unione democratica di centro (UDC) e qualche popolare democratico (PPD). Contro si sono invece espressi socialisti, Verdi e la maggioranza dei PPD.

La destra la spunta

La destra è riuscita ad imporsi su tutta la linea. La riforma contempla ormai solo misure di risparmio. Complessivamente sono previste economie per 800 milioni di franchi all’anno.

Si tratta di “un miglioramento modesto di cui l’AVS avrà bisogno per affrontare le future turbolenze”, ha argomentato il democentrista vodese Guy Parmelin.

I liberali radicali, che inizialmente avevano chiesto di rinviare tutto il progetto al governo per passare direttamente a una revisione che comprendesse un pensionamento flessibile anche verso l’alto, hanno fatto blocco con l’UDC.

Questo schieramento ha trovato anche qualche alleato nei ranghi del PPD. E ciò malgrado, prima del voto, in nome del partito Thérèse Meyer fosse intervenuta per sollecitare una bocciatura.

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Risparmi a scapito delle donne

La friburghese ha sottolineato che il progetto non rispetta la volontà popolare espressa nel maggio del 2004, quando l’elettorato svizzero aveva bocciato la prima versione dell’11esima revisione. “Non si può aumentare l’età di pensionamento delle donne e non dare nulla in favore della flessibilizzazione sociale”, ha detto la Meyer.

Sul fronte ecologista, il friburghese Hugo Fasel ha spiegato che i Verdi sono contrari perché la riforma permette risparmi che però non vengono distribuiti per favorire il pensionamento anticipato per le persone con reddito modesto.

Nell’esame particolareggiato della revisione, infatti, il Consiglio nazionale ha respinto questa proposta, con 112 voti contro 82. D’altra parte, con 120 voti contro 69, ha deciso di innalzare l’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni.

La speranza di vita delle donne è maggiore rispetto a quella degli uomini (mediamente 21 anni dopo il pensionamento rispetto ai 17 per gli uomini), hanno replicato gli esponenti UDC e PLR. Sei rendite versate dall’AVS su dieci vanno alle donne, hanno affermato.

Questa riforma non prevede alcun aiuto per il pensionamento flessibile. Di conseguenza non è giusto risparmiare 620 milioni di franchi sulle spalle delle donne, senza contropartita, ha sostenuto inutilmente l’ecologista di Basilea Campagna Maya Graf.

Sarà nuovamente referendum?

Con il suo progetto, la maggioranza borghese ha “scelto di sbattere nuovamente la testa contro il muro popolare”, ha aggiunto Hugo Fasel, rammentando la cocente sconfitta alle urne, il 16 maggio 2004, del primo tentativo di 11esima revisione, che venne respinto dal 70% dei votanti.

La stessa sorte attende ormai la nuova versione della riforma che è praticamente identica a quella di allora, gli ha fatto eco la socialista zurighese Christine Goll. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il suo compagno di partito Paul Rechsteiner, il quale ha definito la riforma “un chiaro smantellamento sociale, realizzato sulle spalle delle donne e dei ceti meno abbienti”.

Il ministro della socialità Pascal Couchepin non si è troppo sbilanciato sul risultato delle deliberazioni della Camera bassa. “Siete voi che dovete giudicare se questa revisione ha la possibilità” di essere approvata in votazione popolare, ha detto il liberale radicale, alludendo alla minaccia di referendum brandita dai rosso-verdi e da parte dei popolari democratici, infuriati per lo stralcio dell’aiuto sociale per agevolare il pensionamento anticipato dei meno abbienti.

Nessuna chance per l’iniziativa dell’USS

Dopo l’approvazione della revisione dell’AVS, con 123 voti contro 66 e 2 astenuti, la Camera del popolo ha poi bocciato l’iniziativa popolare “per un’età di pensionamento flessibile”, lanciata dall’Unione sindacale svizzera. Il testo chiede la concessione di una rendita completa dai 62 anni per i redditi inferiori ai 120’000 franchi.

Alla luce della revisione dell’AVS adottata dal Consiglio nazionale, questa iniziativa costituisce ormai la sola valida alternativa, ha affermato uno dei suoi promotori, il socialista sangallese Paul Rechsteiner, presidente dell’USS. L’onere finanziario che ne deriverebbe, oscillerebbe tra i 900 milioni e 1,3 miliardi di franchi, hanno messo in guardia gli avversari e il ministro Pascal Couchepin

swissinfo e agenzie

La legge federale sull’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) è entrata in vigore nel 1948.

Da allora ha subito numerose revisioni. La 10a è entrata in vigore nel gennaio 1997.

Governo e parlamento si stanno occupando da dieci anni di una nuova riforma. La prima versione dell’11esima revisione dell’AVS è stata bocciata in votazione popolare nel 2004.

La pietra d’inciapo era costituita dall’assenza di misure per consentire il pensionamento anticipato alle persone con basso reddito.

La seconda versione rischia ora di avviarsi sulla stessa strada. Contro la volontà del ministro della socialità Pascal Couchepin, la Camera bassa ha rifiutato il pensionamento flessibile sociale.

Se la Camera alta dovesse adottare la stessa versione, si profilano due scenari possibili. O nelle votazioni finali del parlamento la revisione viene bocciata per qualche voto, oppure verrà lanciato il referendum. Alle urne gli oppositori ritengono di avere buone probabilità di successo.

La versione dell’11esima revisione dell’AVS adottata dal Consiglio nazionale suscita reazioni contrastanti.

Per l”Unione padronale svizzera si tratta di una decisione “lungimirante”. A suo avviso, è importante risparmiare per garantire il finanziamento a lungo termine dell’AVS.

Al contrario, l’Unione sindacale svizzera parla di un affronto al popolo e di un disastro totale.

Senza correttivi da parte del Consiglio degli Stati, è già sicuro che ci sarà un referendum ed è scontato che dalle urne uscirà un “no”, scrive l’organizzazione dei sindacati cristiano sociali Travail.Suisse.

Per il presidente del Partito liberale radicale (PLR) Fulvio Pelli, si tratta di una “decisione prevedibile. È per questo che avevamo proposto al parlamento di non entrare in materia, ma di rinviare il progetto al governo. Il parlamento nella sua composizione attuale non riesce a trovare una soluzione a questi problemi che sia convincente. Bisogna ripartire guardando più avanti e lasciando i due problemi lasciati in sospeso da questa revisione per qualche anno fin quando non arriverà una soluzione migliore”, ha dichiarato a swissinfo.

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