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La Quinta Svizzera stuzzica l’appetito dei partiti

Dal 1992, gli svizzeri all'estero possono votare per corrispondenza Keystone

In questo anno di elezioni, i principali partiti politici della Confederazione desiderano aumentare il proprio peso nei confronti della Quinta Svizzera. Almeno in teoria.

Presto in Svizzera spunteranno manifesti elettorali da tutte le parti. Per le strade si vedranno messaggi politici e volti di candidati stampati su carta patinata. Aspiranti parlamentari di tutti i partiti animeranno comizi e tavole rotonde, saranno per le piazze e ad eventi vari con bancarelle ricoperte di gadget e volantini di propaganda. La campagna per le elezioni federali sarà vivace e i cittadini non potranno sfuggirvi.

Per promuovere candidati e programmi, i partiti di governo e i Verdi non si fermeranno alle frontiere. Cercheranno anche di coinvolgere i circa 130mila svizzeri all’estero iscritti sui cataloghi elettorali.

“In tempo di elezioni, i maggiori partiti nazionali s’interessano molto degli svizzeri all’estero. Purtroppo, però, negli anni in cui non ci sono elezioni, hanno una sensibilità meno sviluppata per questa problematica”, osserva Ariane Rustichelli, responsabile della comunicazione dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE).

Dato che rappresenta un grande potenziale, la Quinta Svizzera desta ambizioni. Anche se gli elettori espatriati, molto mobili, sono talvolta difficili da attirare. “Secondo uno studio realizzato nel 2006 da Claude Longchamp, che mostra che gli svizzeri all’estero hanno una propensione a votare per il Partito socialista (PS) e l’Unione democratica di centro (UDC / destra conservatrice), abbiamo un potenziale di circa il 35% di quegli elettori. È notevole, ma dobbiamo rafforzare i nostri mezzi per convincerli”, afferma Andreas Kaesermann, portavoce del PS.

Presenza sul posto

Per mobilitare gli elettori all’estero, i partiti privilegiano la partecipazione ai congressi dell’OSE, la comunicazione tramite internet, reti sociali come Facebook e Twitter, l’invio di newsletter mirate e comunicati stampa. Il PS, l’UDC e il Partito liberale radicale (PLR / destra), che hanno tutti e tre una sezione internazionale, puntano anche su convegni e una presenza in loco.

“Siamo stati a Berlino con Fulvio Pelli. E là abbiamo pianificato un incontro a Shanghai e uno a Los Angeles”, dice Samuel Lanz, segretario generale della sezione internazionale del PLR. La comunicazione diretta sembra pagare, dato che questo partito ha approssimativamente da 250 a 300 membri in una ventina di paesi.

Un numero superato solo dalla sezione internazionale dell’UDC, con 300 membri in 48 paesi. Secondo Silvia Bär, vice segretaria generale dell’UDC, questo sostegno deriva dal fatto che “una volta lasciato il paese, la gente si rende conto di quanto sia importante difendere ciò che abbiamo in Svizzera, in particolare l’indipendenza, la neutralità e la democrazia diretta”.

Rafforzare il peso politico

Per i partiti che non hanno una sezione internazionale, coinvolgere gli svizzeri all’estero richiede più impegno. Il Partito borghese democratico (PBD / destra conservatrice) ammette di non avere ancora riflettuto sulla questione, poiché esiste da poco tempo (il partito nato da una scissione dall’UDC è stato fondato nel 2008).

Sia i Verdi che il Partito popolare democratico (PPD / centro destra) riconoscono di dover ancora compiere progressi nei confronti degli espatriati. Mentre i Verdi stanno definendo le misure atte a rafforzare la loro posizione presso questo elettorato, il PPD ha scelto di tentare di attirarli con una nuova offerta.

“Lanceremo questa primavera una piattaforma digitale inedita. Ciò permetterà agli svizzeri all’estero che desiderano impegnarsi in politica di influenzare le decisioni in modo molto più marcato che se il loro contributo si limitasse ad un semplice voto. Questa piattaforma d’espressione offrirà ai nostri membri all’estero la possibilità di partecipare direttamente al processo politico del PPD”, afferma Tim Frey, segretario generale del PPD.

Retorica

La volontà di rafforzare il peso politico degli svizzeri all’estero è una costante che si trova in tutti i grandi partiti di governo. Essi vogliono incoraggiare la Quinta Svizzera ad esprimere la sua opinione, in particolare incitando la gente a iscriversi nei registri elettorali. E soprattutto impegnandosi in favore del voto elettronico. Ma poiché, per questo anno elettorale, Zurigo e Ginevra hanno rinunciato al loro programma pilota di e-voting, gli svizzeri non potranno votare per internet.

Queste preoccupazioni dei grandi partiti soddisfano le aspettative dell’OSE. A condizione, però, che le loro belle parole siano messe in pratica. “Sappiamo che alcuni partiti, quando si tratta di sbloccare i fondi per tutte le questioni relative agli svizzeri all’estero sono sempre contrari. Alcuni partiti sono molto in favore degli svizzeri all’estero in teoria, ma in pratica lo sono un po’ meno”, sottolinea Ariane Rustichelli.

Nel 2009 quasi 700mila svizzeri risiedevano all’estero. Una cifra pari al 10% della popolazione della Confederazione. Nel 2000 erano 580’393.

Nel 2009 il tasso di crescita più elevato degli espatriati svizzeri è stato segnato in Asia (+4,7%). In cifre assolute, invece il maggiore incremento è stato registrato in Europa (+4’946).

La diaspora svizzera più numerosa si trova in Francia (179’106 persone nel 2009), seguita da Germania (76’565) e Italia (48’638).

Dal luglio 1992 gli svizzeri residenti all’estero non hanno più bisogno di rientrare in patria per votare a livello federale. Gli svizzeri maggiorenni registrati presso una rappresentanza diplomatica all’estero e iscritti nel catalogo elettorale del comune d’origine o dell’ultimo comune di domicilio in Svizzera, possono votare per corrispondenza.

Il numero degli espatriati iscritti nei cataloghi elettorali è aumentato costantemente nel corso degli anni. Attualmente sono circa 130mila, vale a dire quasi il 25% degli svizzeri all’estero con diritto di voto.

A livello federale, oltre al diritto di voto per corrispondenza, gli svizzeri all’estero godono anche il diritto di eleggibilità.

Candidature di espatriati previste ora dai partiti alle elezioni del prossimo ottobre per la Camera del popolo:

UDC: prevede di presentare liste di espatriati in almeno 10 cantoni. Alle elezioni del 2007 aveva costituito 3 liste specifiche di svizzeri all’estero nei cantoni di Zurigo, Ginevra e Sciaffusa.

PS: ha alcune candidature di svizzeri all’estero nei cantoni di Ginevra, Zurigo, Vaud e Friburgo. Il loro numero è però insufficiente per riunirli su liste specifiche.

PLR: ha due o tre candidature, ma non sono presentate su liste apposite.

 

PDC, PBD e Verdi: al momento non hano alcuna candidatura di espatriati.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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