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Votazioni federali del 27 settembre 2020

La Quinta Svizzera si sente beffata

Scheda di voto e opuscolo con le spiegazioni.
Keystone / Anthony Anex

In due quesiti su cinque, il risultato del voto popolare del 27 settembre in Svizzera è stato molto risicato. Quale sarebbe stato l'esito se tutti gli svizzeri all'estero intenzionati a farlo avessero potuto esprimersi? Molti di loro non hanno potuto votare perché hanno ricevuto troppo tardi i documenti per poterli rinviare in tempo utile o addirittura non li hanno ricevuti del tutto.

Che giornata di votazioni sensazionale è stata domenica! Il responso delle urne per l’acquisto di nuovi aerei da combattimento dell’esercito svizzero e per la revisione della Legge sulla caccia, che avrebbe allentato le condizioni di abbattimento del lupo, è stato in bilico fino al termine dello spoglio delle schede. Ogni voto contava! Per gli svizzeri all’estero è perciò ancora più irritante il fatto di non aver potuto votare.

Non è quindi sorprendente che domenica uno svizzero all’estero abbia reagito così sui nostri account social media: “Con una decisione così serrata, i voti dall’estero avrebbero sicuramente contato. Dichiaro nulla la votazione!”

Si stima che fino a 30’000 cittadini svizzeri all’estero non abbiano ricevuto i documenti di voto o li abbiano ricevuti troppo tardi (SWI swissinfo.ch lo ha riferito). Si tratta di una situazione estremamente scottante se si considera che il credito di 6 miliardi di franchi per l’acquisto di nuovi caccia militari è stato approvato per soli 8’670 voti di differenza. Ma la mancata ricezione dei documenti non è stata l’unico ostacolo incontrato dagli svizzeri all’estero, come emerge da un sondaggio sul nostro sito e sui nostri canali social.

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Rispedizione troppo cara o impossibile

Numerosi svizzeri all’estero hanno scritto a swissinfo.ch di aver ricevuto tempestivamente il materiale di voto con l’opuscolo delle spiegazioni, ma che è stato impossibile o quasi rinviare la scheda di voto a causa del caos che regna nel traffico postale internazionale.

Hans-Jörg Kalt della Repubblica Dominicana scrive: “I documenti di voto sono arrivati molto presto, il che mi ha motivato a esercitare ancora una volta il mio diritto. Ci si poteva informare ampiamente in anticipo, cosicché si potevano compilare velocemente le schede di voto. E l’ufficio postale dominicano era a due passi. La gioia è stata improvvisamente offuscata quando sono stato informato che le Poste dominicane non avrebbero inviato lettere in Svizzera a causa della Covid-19. L’ambasciata lo ha confermato. In seguito, mi sono informato con le solite società di spedizioni internazionali che inviano ancora corrispondenza: il prezzo più basso era di circa 112 franchi svizzeri. Grazie, ma tutto sommato per me il gioco non valeva la candela”.

Anche in Serbia i documenti di voto sono arrivati in tempo, ma anche qui rispedirli era un problema, scrive Detlef Berg: “Naturalmente non è possibile rispedirli gratuitamente. Inoltre fare la coda per ore all’ufficio postale per inviarli non è divertente”.

Eleonora Meier scrive: “Da quando c’è il coronavirus, nella cittadina dove vivo il postino è scomparso. La posta non viene più consegnata e quando si va all’ufficio postale ci viene detto che non è arrivato niente”.

In un comunicato stampa, l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSECollegamento esterno) deplora che molti espatriati non abbiano di nuovo potuto esercitare i loro diritti politici. In particolare, l’OSE ha ricevuto reclami da svizzeri residenti in Paesi dell’Unione europea che ancora non avevano documentazione due settimane prima dello scrutinio.

L’OSE ricorda che “si batte da anni per l’introduzione di uno o più sistemi di voto elettronico sicuri, che consentirebbero finalmente ai 181’000 svizzeri iscritti in un catalogo elettorale in Svizzera di partecipare attivamente alle votazioni e alle elezioni”.

Diversità federaliste

Colpisce tuttavia il fatto che non è necessariamente il Paese di residenza degli svizzeri all’estero con diritto di voto che incide, ma piuttosto il cantone da cui ricevono i documenti.

È sorprendente che i cantoni di Zurigo e Argovia, ad esempio, se la cavino molto bene. Uno svizzero residente in Gran Bretagna osserva: “Finora ho sempre ricevuto i documenti molto in anticipo. Di solito quattro o cinque settimane prima del voto. Anche adesso, quando dovevamo aspettarci dei ritardi, i documenti sono arrivati tempestivamente. Complimenti, città di Zurigo!”

Al contrario, alcuni svizzeri all’estero registrati nei cataloghi elettorali nel cantone di Berna riferiscono che le spedizioni al di fuori della Svizzera non funzionano quasi mai. “All’inizio ricevevo sempre i documenti. Da alcuni anni, invece, non ricevo più documenti dal cantone di Berna”, scrive per esempio Hélène Kern dalla Germania.

Tuttavia, dipende anche dalla posta locale, conferma Christian Felder dalla Germania: “Trovo strano che io abbia ricevuto i documenti molto presto a Monaco e mio figlio a Berlino solo la settimana prima delle votazioni”. Entrambi sono iscritti in catalogo elettorale nello stesso cantone.

Grande scontento

Sta di fatto che molti svizzeri all’estero sono alquanto frustrati. I modi in cui vengono affrontati questi disagi variano, come dimostrano i numerosi commenti pervenutici. Mario Gisiger scrive: “Ho ricevuto i documenti solo il giorno prima delle votazioni. Ma questo probabilmente perché al momento non ci sono quasi più voli per le Seychelles. Di solito fila tutto liscio”. E lo svizzero manda saluti dal Sud.

Ruth Soguel Dit Piquard della Nuova Caledonia scrive che è molto frustrata. “Le schede di voto spesso per me servono solo a riempire il cestino della carta straccia o a scrivere la lista della spesa. Ho il diritto di voto, ma per colpa della lumaca postale non posso esercitarlo”.

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Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi

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