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La polizia bernese prende di mira i mendicanti organizzati

Un mendicante con un bambino a Ginevra in attesa dell'elemosina. Keystone

Berna, la capitale della Svizzera, è confrontata con un numero crescente di mendicanti. Secondo la polizia municipale si tratterebbe di persone reclutate nell'Europa dell'est da bande organizzate.

Le bande si servono anche di persone disabili e bambini, perché muovono più facilmente i passanti a compassione. In alcuni casi, secondo le autorità bernesi, i mendicanti riuscirebbero a raccogliere quotidianamente fino a 500 franchi svizzeri a testa.

Per rispondere a questa situazione, Berna ha lanciato un programma pilota, chiamato Agora. L’obiettivo è impedire alle bande organizzate di prendere piede in città. «Nel fenomeno sono coinvolte centinaia di persone» assicura il capo della polizia degli stranieri bernesi Alexander Ott interpellato da swissinfo.ch.

«Le bande organizzate di mendicanti provenienti dall’Europa dell’est sono formate da dieci fino a diciotto persone, che lavorano a rotazione. Invalidi e bambini sono spartiti fra le varie bande».

Ott invita i passanti a non dare denaro a chi fa la questua. «Chi dà dei soldi non aiuta in mendicanti, ma finanzia le bande che li controllano», afferma.

A Berna chiedere l’elemosina non è illegale. Agli stranieri che entrano in Svizzera è però richiesto di aver denaro a sufficienza per finanziare il proprio soggiorno. In base a questa norma, i mendicanti possono essere multati. Altre città svizzere, come Zurigo e Basilea, hanno invece vietato l’accattonaggio.

Giro di vite

I gruppi di mendicanti attivi a Berna proverrebbero soprattutto dalla Romania e dalla Bulgaria. Con il progetto Agora, che può contare sull’appoggio delle autorità rumene e delle autorità cittadine bernesi, la polizia tenta di seguire i movimenti dei mendicanti e risalire ai capibanda.

«Finora non abbiamo multato né arrestato nessuno. Il nostro obiettivo è trovare le persone alla testa di queste organizzazioni. I veri capi per ora non sono visibili, ma li troveremo presto», assicura Ott. Dalla fine di aprile sarebbero già state interrogate 90 persone.

Secondo la polizia, esisterebbero due diversi «metodi di lavoro» tra i gruppi di mendicanti organizzati provenienti dall’Europa dell’est, «freelance» e «controllato».

Sotto controllo

Nel primo caso, gli aspiranti mendicanti pagano una somma di denaro a intermediari che organizzano il viaggio, forniscono alle persone una mappa della città prescelta con l’indicazione dei luoghi migliori per l’accattonaggio e le riportano indietro alla fine della giornata. Il denaro raccolto mediante la questua rimane ai mendicanti.

Il secondo metodo comporta un maggiore controllo delle persone che chiedono l’elemosina. Dei «corrieri» raccolgono a intervalli regolari il denaro ricevuto in elemosina. I mendicanti sono impiegati durante settimane o mesi.

Secondo Alexander Ott, «quando i mendicanti hanno racimolato una certa quantità di denaro, i corrieri la prelevano e vanno direttamente in una banca o in un ufficio postale per convertirla in banconote».

Il capo della polizia degli stranieri bernese ritiene che in questo caso i mendicanti si trovino in una situazione molto vulnerabile. «Una relazione basata sulla dipendenza e lo sfruttamento comporta sempre violenza fisica e psicologica».

Sorveglianza difficile

Per le autorità di polizia, a Berna e altrove, è tuttavia difficile monitorare la situazione, anche perché i cittadini rumeni e bulgari – come tutti i cittadini dell’Unione europea – possono trascorrere tre mesi in Svizzera senza visto e senza permesso di soggiorno.

L’accordo sulla libera circolazione delle persone con Romania e Bulgaria è entrato in vigore il 1° giugno scorso, ma la possibilità di soggiornare in Svizzera per tre mesi esiste già dal 2004.

Di recente, agenti della polizia ginevrina hanno tentato di forzare la legge a vantaggio di una più efficace sorveglianza dei questuanti, scrivendo direttamente nei passaporti delle persone trovate a chiedere l’elemosina – nella maggior parte dei casi di origine rom – la parola «mendicante».

La pratica, definita «totalmente illegale e assolutamente inaccettabile» dalle autorità cittadine, è stata bloccata e potrebbe comportare delle sanzioni per gli agenti coinvolti. Ginevra dovrà rimborsare le spese per sostituire i passaporti marcati abusivamente.

A Zurigo, la polizia sequestra regolarmente i proventi della questua e avvisa i mendicanti che saranno posti in detenzione in caso di recidiva. «Il problema è che i mendicanti non capiscono gli avvertimenti, per cui ora distribuiamo un volantino in rumeno che spiega le conseguenze di un accattonaggio ripetuto», spiega la portavoce della polizia di Zurigo Judith Hödl.

«Non è solo un problema rumeno»

Interpellata da swissinfo.ch, l’ambasciata di Romania in Svizzera fa sapere di voler informare i cittadini rumeni interessati sui diritti e sui doveri legati all’accordo sulla libera circolazione delle persone. Sottolinea tuttavia che «la libera circolazione e i diritti fondamentali delle persone non possono subire nessuna restrizione».

Quanto al problema dei mendicanti, la rappresentanza del governo di Bucarest a Berna nota che «a quanto pare una parte dei mendicanti rumeni a Berna e in altre città svizzere sono di origine rom. I rom, che hanno lasciato la Romania 10-15 anni fa, vivono in accordo con la loro cultura e viaggiano attraverso tutto il continente europeo».

«Il problema rom è piuttosto complesso e la responsabilità non può essere lasciata a un solo governo, poiché la minoranza rom è transnazionale», aggiunge l’ambasciata rumena, che conclude: «Molti rumeni qualificati che vivono in Svizzera (medici, professori, artisti) sono ben integrati e contribuiscono allo sviluppo culturale del paese ospite».

(traduzione dall’inglese e adattamento: Andrea Tognina)

In Svizzera non esiste una legislazione nazionale relativa alla pratica dell’accattonaggio. Il tema è di competenza di cantoni e comuni.

La prassi è molto diversa da città a città.

A Zurigo, Basilea e San Gallo chiedere l’elemosina è vietato. Le multe nelle ultime due città si aggira attorno ai 40-50 franchi, a Zurigo è un magistrato che ne fissa l’ammontare.



Finora l’accattonaggio non è vietato a Berna, salvo nell’area della stazione ferroviaria.

A Losanna è punibile solo chi obbliga un minorenne a chiedere l’elemosina.

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