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La Piovra in Ticino?

Francesco Moretti alla prima udienza, il mese scorso swissinfo.ch

Ancora fango sull'immagine della Svizzera italiana con l'apertura lunedì a Lugano del processo a carico di Francesco Moretti, presunto "banchiere" della mafia.

Pesantissime le accuse contestate all’ex avvocato di Vacallo, originario di Reggio Calabria: organizzazione criminale – una prima in Ticino -, riciclaggio e traffico di droga.

Una vicenda complessa

Sono passati 33 mesi dall’arresto di Francesco Paolo Moretti: lunedì, l’ex avvocato di Viganello ma di origine calabrese, è comparso a Lugano davanti ad una Corte penale, presieduta dal Giudice Agnese Balestra Bianchi.

Sfilando davanti ai rappresentati della stampa, Moretti si è presentato in aula col volto teso. Ha risposto a tutte le domande che il giudice gli ha posto sulla sua vita. 62 anni, con studio a Lugano dagli anni ’60, tre matrimoni – uno in Italia e due in Ticino – e quattro figli.

Il processo è solo alle fasi iniziali della procedura, e durerà circa due settimane. Per giungere ad una sentenza la Corte dovrà contare anche sul lavoro d’inchiesta degli inquirenti e sulle testimonianze, attese per la fine di questa settimana.

Le accuse

Organizzazione criminale, infrazione aggravata della legge federale sugli stupefacenti, ripetuto riciclaggio aggravato di denaro e ripetuta truffa. L’ultima accusa si riferisce alla vicenda dei cosiddetti permessi di dimora facili in Ticino.

I fatti imputati all’ex avvocato sarebbero avvenuti tra l’estate 1993 e il giorno del suo arresto, il 24 agosto 2000. Il tutto è avvenuto in Ticino, Italia e America del Sud.

I suoi clienti? Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta. Le attività di sostegno a clan ed esponenti delle tre organizzazioni storiche italiane di stampo mafioso si sarebbero concretizzate nella consulenza, nell’esecuzione di operazioni finanziarie nonché nell’aiuto a famiglie di latitanti e detenuti.

Moretti avrebbe “lavato” oltre 60 milioni di franchi e “trattato” otto tonnellate di cocaina. I nomi delle “Famiglie” dei clienti: CuntreraCaruana per quanto riguarda la droga tra Sicilia e Americhe (siamo tra l’altro ai veri piani alti della mafia internazionale), Genco, Sergi, Pagano.

L’arresto

Moretti era in detenzione preventiva dall’estate 2000 quando, durante una perquisizione, erano stati rinvenuti nei suoi uffici quasi dodici milioni di franchi in banconote di grosso taglio dei quali non riuscì a spiegare la provenienza. Quella fu la partenza.

Secondo gli inquirenti, erano parte dei soldi che Moretti avrebbe ripulito in Svizzera per conto del clan capeggiato da Francesco “Ciccio” Sergi, boss della ‘Ndrangheta radicata soprattutto nel Nord Italia.

Moretti fu arrestato il 24 agosto del 2000, appena rientrato in Ticino da una vacanza in Messico; si era in pieno “Ticinogate”, lo scandalo che portò all’arresto anche dell’allora Presidente del Tribunale Penale di Lugano Franco Verda per i suoi rapporti con il boss del contrabbando Gerardo Cuomo.

E Moretti è accusato di avere avuto “grande influenza” sul rilascio dei permessi di soggiorno in Svizzera anche a personaggi malavitosi. Su tutti, proprio Gerardo Cuomo e Francesco Prudentino.

Il ramo confinante

A Varese, in Italia, è tra l’altro in corso il processo a carico del complice lombardo di Moretti, Giovanni Pozzi. I due avrebbero costituito un valido “tandem” che riciclava il denaro della malavita.

Pozzi è stato arrestato dopo le confessioni di uno dei loro “collaboratori”. Moretti invece ha tenuto la bocca chiusa ed è rimasto libero fino a quando gli svizzeri lo hanno appunto accusato di corruzione, truffa ed estorsione.

Una “prima” per il Ticino

Il processo rischia di rappresentare un tassello importante nella storia giudiziaria del Canton Ticino. A Moretti, infatti, è imputato un reato mai discusso in un’aula giudiziaria ticinese: si tratta del reato di organizzazione criminale, l’articolo 260 ter del Codice Penale, entrato in vigore nel ’94.

È solo a partire da quell’anno che il Procuratore Generale Bruno Balestra fa risalire i legami con la ‘Ndrangheta calabrese, Cosa Nostra e la Camorra.

Precedenti non proprio puliti

Il passato di Francesco Moretti è tutt’altro che limpido, sia in Svizzera che in Italia.

In Svizzera nel 1981 era stato condannato una prima volta per aver estorto informazioni riservate ad un funzionario di polizia ticinese. La condanna comprendeva inoltre una sospensione di due anni della sua licenza professionale.

Francesco Moretti avrebbe continuato a curare ottimi contatti con tutta una serie di giuristi e fiduciari ticinesi, malgrado i suoi precedenti e il divieto d’attività professionale. Fra questi c’è anche il giudice d’appello Bruno Cocchi, che ha offerto ripetutamente delle consulenze giuridiche a Moretti.

Per le sue prestazioni, il giudice ha ricevuto diversi regali dall’avvocato e per questo è stato anche punito dagli organi di controllo della giustizia cantonale.

Cocchi è stato richiamato all’ordine con una multa di 3mila franchi e un appello morale a non mettere in gioco la credibilità della giustizia cantonale.

In Italia Francesco Moretti era stato condannato nel 1986 dal Tribunale di Pisa a un anno e 5 mesi di carcere per l’introduzione nel Paese e la detenzione di una pistola: l’arma sarebbe dovuta servire per un rapimento. Da oltre 20 anni Francesco Moretti esercitava indisturbato la professione di avvocato a Lugano.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Lugano

Lunedì sono cominciate le udienze presso il tribunale di Lugano. L’ex-avvocato Francesco Moretti, attivo presso una fiduciaria ticinese, si trova in detenzione dall’agosto 2000.

Secondo l’accusa è responsabile di transazioni illegali per conto di alcuni clan malavitosi napoletani e siciliani. In totale avrebbe riciclato 63 milioni di franchi, ma di questi solo 19 sono perseguibili con la legge contro il riciclaggio.

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