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La pecorella nera resta in Svizzera

Corrado Mordasini

di Gino Ceschina

Votazioni interessanti quelle di Domenica scorsa. Innanzitutto per partecipazione: attorno al 60%. Molto alta per la Svizzera. Un dato che si spiega con la presenza di due oggetti di grande interesse: il referendum contro il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo (referendum respinto: il secondo tunnel si farà) e l’iniziativa dell’Unione Democratica di Centro che proponeva l’espulsione automatica per gli stranieri autori di reati anche di lieve entità (iniziativa respinta). Due temi che sono stati molto dibattuti, in una campagna infuocata, e che di conseguenza hanno risvegliato l’interesse per la politica dei cittadini. Questo è certamente rassicurante dopo le numerose votazioni recenti che avevano visto meno della metà degli aventi diritto esprimere il proprio parere. Ma d’altro canto è anche lo spunto per una riflessione. Gli svizzeri, non hanno perso interesse per il dovere civico: ciò nonostante spesso e volentieri disertano le urne. Perché? La risposta è forse da cercare nei temi stessi, troppo spesso ritenuti –a torto o a ragione- troppo poco interessanti o troppo difficili da capire.

In effetti i due temi di cui sopra, oltre ad essere importanti, erano anche tutto sommato relativamente facili da capire e soppesare. È necessario o no un secondo tunnel autostradale al San Gottardo? La popolazione non ha avuto dubbi: sì è necessario. Perché quello esistente va risanato, perché per farlo dovrà rimanere chiuso per tre anni tagliando fuori il Ticino dalla Svizzera, e perché una galleria di 17 chilometri in cui i veicoli si sfiorano di pochi metri nei due sensi non è più ritenuta sicura. Via quindi ai lavori per il nuovo traforo.

Relativamente semplice, una volta esaminato, anche l’altro oggetto: chiaramente a prima vista alla domanda “vuoi espellere i criminali stranieri?” quasi chiunque risponderebbe di sì, ma i contrari sono riusciti a far passare il loro messaggio, secondo il quale l’iniziativa era eccessivamente severa in quanto avrebbe provocato l’espulsione automatica di qualsiasi straniero (quindi anche domiciliati di seconda e terza generazione) recidivo per reati anche di lieve entità, esautorando di fatto i giudici dal loro compito relativo alla ponderazione sull’applicazione o meno di una misura comunque già contemplata dalla legge. Di conseguenza stavolta -se mi è permesso di giocare con l’immagine dell’ormai celeberrima campagna per il si- gli svizzeri hanno deciso, pur di evitare di espellere dal gregge qualche pecorella grigio chiaro, di rischiare tenersi anche le pecorelle nere, con gran sollievo del Governo che, dopo il 9 febbraio 2014 (Iniziativa contro l’immigrazione di massa) un’altra patata bollente nel calderone dell’Unione Europea evita ben volentieri di buttarla.

Gino Ceschina

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