La guerra di Putin vista dalla Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
è stata una decisione sulla neutralità e sulla solidarietà. Alla fine, la Svizzera ha deciso di stare con l'Ucraina. Questo è compatibile con la reputazione di Paese neutrale? La scelta della Confederazione ha sicuramente acceso un complesso e ampio dibattito che SWI swissinfo sta seguendo da vicino.
"Siamo grati che la Svizzera ci dia sostegno e non se ne stia in disparte", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Perché è impossibile starsene fuori quando missili e bombe cadono su città pacifiche nel XXI secolo nel cuore dell'Europa."
Zelensky si è rivolto con queste parole il 19 marzo in diretta video a migliaia di persone, molte delle quali ucraine, riunite in occasione di una manifestazione sulla Piazza federale di Berna.
Era presente anche il presidente elvetico Ignazio Cassis che ha salutato il suo omologo dandogli dei tu, un gesto di vicinanza e solidarietà che il partito della destra conservatrice UDC considera inconciliabile con la neutralità elvetica, così come la decisione di allinearsi alle sanzioni che l'Unione europea ha inflitto alla Russia.
Tuttavia, la Confederazione continua a sottolineare che quanto deciso è perfettamente compatibile con la neutralità e niente è cambiato in questo ambito.
"In quanto piccolo Stato tra i più globalizzati, per noi il rispetto delle regole internazionali, sul piano economico e della politica di sicurezza, è una questione esistenziale", ha detto a SWI swissinfo.ch la diplomatica svizzera Pascale Baeriswyl, a capo della missione svizzera presso le Nazioni Unite a New York. Qui l'intervista integrale:
In una concezione del mondo che ricorda quella della Guerra fredda, la posizione della Svizzera ricalca la sua ubicazione geografica: nell'Europa occidentale, con valori occidentali quali la democrazia, la libertà e l'uguaglianza. È a questi elementi, fondamentali per una società aperta, che è stato dato più peso.
Inoltre, è da tempo che essere neutrale per la Svizzera non significa andare avanti ciecamente da sola, scrive la giornalista di SWI swissinfo.ch Sibilla Bondolfi. La Confederazione coopera militarmente con la NATO e con i Paesi vicini in modo puntuale da molti anni. Leggete il perché in questo articolo:
Come funziona la collaborazione tra la Svizzera e la Nato? Ce lo spiega l'ambasciatore Plilippe Brandt. In quanto responsabile della Missione della Confederazione presso l'Alleanza atlantica, sa bene quale tipo di comprensione reciproca sia necessaria.
Di fronte agli attacchi disumani perpetrati dalla Russia a Mariupol, Cherson o Charkiv, le discussioni sulla neutralità e i legami internazionali possono sembrare autoreferenziali e poco urgenti.
Eppure, è proprio la costanza Svizzera in questo ambito che l'ha fatta diventare un centro per le grandi organizzazioni e conferenze internazionali. I crimini russi in Ucraina sono nel radar del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che ha sede a Ginevra, ci ricorda la giornalista di SWI swissinfo Julia Crawford:
Cosa succederà? Fintanto che la guerra infuria, la Svizzera continuerà a lavorare per la pace con la sua caratteristica discrezione. Sarà probabilmente più difficile implementare ulteriori pesanti sanzioni anche perché la Confederazione, così come molti altri Stati, dipende molto dal gas russo.
La Svizzera dovrebbe fare di più? O si è già spinta troppo lontano per uno Stato che si definisce neutrale? Fateci sapere cosa ne pensate!
I commenti a questo articolo sono stati disattivati. Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.