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La galleria del Gottardo resta una priorità per l’Italia

Mentre la Svizzera inaugura la nuova galleria ferroviaria del Lötschberg, il governo italiano ribadisce che il potenziamento dei trasporti sull'asse del Gottardo rimane una priorità per l'Italia.

Nei giorni scorsi, alcune dichiarazioni di Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, avevano sollevato dei dubbi sull’impegno delle autorità italiane a voler rispettare gli accordi assunti finora tra la Svizzera e l’Italia.

Nei giorni scorsi sulla stampa svizzera si sono letti titoli come “Cosa fare del trasporto merci e non solo al sud del Gottardo, un conflitto oppone la Svizzera all’Italia” oppure “L’Italia non vuole il Gottardo” e ancora “Il Gottardo al centro di una nuova polemica”.

Questi titoli sono stati sollecitati da una dichiarazione di Mario Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, che sembrava avesse detto di privilegiare la linea del Lötschberg a scapito di quella del Gottardo, adducendo come motivazione che non si può soffocare Milano.

Confrontato con la reazione di parte svizzera, Moretti si è poi affrettato a precisare che, estrapolate dal contesto di un’intervista in cui erano state fatte, queste sue dichiarazioni travisavano oltremodo il suo pensiero, arrivando ad ipotizzare che l’amministratore delegato delle FS potesse addirittura rimettere in questione l’accordo italo-svizzero.

Nulla di più infondato ha puntualizzato Moretti: semmai, visto che il Lötschberg viene aperto ora e il nuovo tunnel del Gottardo fra una decina d’anni, la priorità è esclusivamente temporale.

Nessun cambiamento

Dal canto suo, anche il ministro per le Infrastrutture italiane, Antonio Di Pietro, ha ribadito che non c’è alcun cambiamento nella posizione italiana e nessuna messa in questione dell’accordo italo-svizzero: il Gottardo rimane una priorità italiana.

Personalmente, chieste delucidazioni direttamente alla senatrice Anna Donati, presidente dell’8a commissione cermanente “Lavori pubblici, comunicazioni”, ho ricevuto conferma che la commissione non intende rimettere in discussione la priorità contenuta nell’accordo italo-svizzero. Priorità che, ha ricordato la Senatrice, è prevista dal programma di governo dell’Unione.

A questo punto, lecito pensare che la vicenda racchiuda una polemica strumentale e che, come tutte le polemiche politiche, nasconda interessi intuibili, ma non chiaramente esplicitati.

Sfida di politica interna

Alla mente tornano le discussioni che, alcuni anni fa, nel confronto fra Lötschberg e Gottardo, divisero la Svizzera proprio in materia di priorità e di investimenti.

È difficile non collegare la polemica innescata dalle dichiarazioni di Moretti al dibattito che ciclicamente viene riattivato sui costi dei trafori alpini del Lötschberg e del Gottardo.

Verosimilmente, enfatizzare la vicenda è un modo pretestuoso per attaccare le autorità federali sull’ammontare di investimenti che vengono ritenuti sbagliati. Così fosse, un tema, che si vorrebbe di respiro internazionale, in realtà si riduce ad una sfida di politica interna.

Si tratta di capire chi dalla polemica tragga giovamento e chi ne venga invece penalizzato. Ciò non toglie che la vicenda abbia ricadute anche sul versante italiano.

Ritardo nelle decisioni

Sono convinto che l’Italia, prima ancora che sugli investimenti, comunque necessari, sia in grave ritardo nelle decisioni. Che devono essere prese per evitare che tutto quanto realizzato in Svizzera non trovi un naturale fluido sbocco sul territorio italiano, ma, al contrario, finisca per essere strozzato in un collo d’imbuto.

C’è lo snodo di Milano, c’è il collegamento con il porto di Genova, con i problemi infrastrutturali che esso comporta, c’è la questione del raccordo con l’asse Est-Ovest. C’è, naturalmente, molto altro ancora. È su questo terreno che si misura il ritardo italiano. Non è più tempo di tentennamenti: ora si deve decidere, investire, realizzare.

In questo scenario, appare plausibile che, anche in Italia, a qualcuno torni comodo parlare dei problemi sul territorio svizzero, per evitare di parlare di quelli che si manifestano sul territorio nostrano.

Polemica inutile

Nella mia funzione di senatore della Repubblica italiana residente in Svizzera, di concerto con il deputato Franco Narducci, già da tempo abbiamo iniziato ad affrontare questi problemi, attivando i contatti necessari, affinché il Parlamento e il Governo italiano prendano atto che decisioni, relative alla realizzazione di opere fondamentali per l’Europa, la Svizzera e l’Italia, non sono più rinviabili.

Penso sia nostro dovere intervenire su un tema così importante per i nostri due paesi. Da questo punto di vista, la polemica di queste settimane in fondo è stata utile: ha riportato la questione all’attenzione della politica italiana, in questi tempi facilmente distratta e assorbita da polemiche che, oltre che inutili, rischiano di essere autolesioniste.

Senatore Claudio Micheloni, Roma

Le opinioni espresse in questa rubrica non riflettono necessariamente la visione di swissinfo.

Nato a Campli in provincia di Teramo (Italia) nel 1952, emigra con la famiglia nel 1960 in Svizzera dove tuttora risiede nel cantone di Neuchâtel. È sposato e padre di due figli.

Di formazione è disegnatore progettista del genio civile. Prima di assumere numerosi incarichi professionali di impegno sociale e politico è stato attivo nel settore come libero professionista.

Claudio Micheloni è stato eletto nel Senato italiano alle ultime elezioni politiche. Fa parte della coalizione di maggioranza condotta dal presidente del Consiglio Romano Prodi.

Dal 1997 al 2000, Claudio Micheloni è stato membro della Commissione Federale Svizzera per gli Stranieri, organo consultivo del Governo e del Parlamento svizzeri.

Dal 1997 è presidente della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera.

Dal 2002 al 2006 è stato segretario generale del Forum per l’integrazione delle migranti e dei migranti in Svizzera.

Nell’aprile 2006 è stato eletto senatore della Repubblica italiana nella Circoscrizione estero, ripartizione Europa. Appartiene al Gruppo dell’Ulivo.

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