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La futura politica climatica scontenta tutti

Le proposte del ministro dell'ambiente Moritz Leuenberger sono state accolte da un coro di critiche Keystone

Le proposte di Moritz Leuenberger sono state criticate da più parti: il ministro dell'ambiente intende introdurre dal 2012 una tassa d'incentivazione volta a ridurre le emissioni di gas serra.

In tal modo, le emissioni dei gas in questione sarebbero ridotte dell’1,5% all’anno, nell’ottica del rispetto del protocollo di Kyoto.

Il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger propone, a partire dal 2012, una tassa d’incitamento ambientale che interesserebbe tutte le fonti energetiche (combustibili, carburanti e gas che concorrono all’effetto serra). In questo modo, si mira a diminuire dell’1,5% all’anno l’emissione di gas a effetto serra.

Il consigliere federale Leuenberger ha presentato giovedì a Berna le possibili linee direttive per la futura politica climatica svizzera: buona parte degli introiti risultanti dal nuovo balzello sarebbero destinati alla popolazione e all’economia.

Le proposte del Dipartimento federale dell’ambiente (DATEC) hanno però suscitato aspre critiche, in quanto ritenute troppo severe o – al contrario – troppo poco incisive.

Reazioni scettiche

Le misure in questione sono state oggetto di rimostranze da più parti. Secondo il Touring club svizzero (TCS), i provvedimenti proposti vanno ben oltre gli obiettivi dell’Unione europea e dei paesi del G8 e non tengono conto del fatto che le emissioni dei gas a effetto serra in Svizzera sono minori rispetto al resto del continente. Stando all’associazione, il beneficio della tassa d’incitamento è unicamente teorico e rischia inoltre di nuocere alla piazza finanziaria elvetica.

Di parere opposto, ma altrettanto critica, l’organizzazione ambientalista Greenpeace. In un comunicato, la proposta di Leuenberger è stata definita assai deludente. Secondo Greenpeace, la riduzione auspicata dell’1,5% delle emissioni è assolutamente insufficiente, in quanto i paesi industrializzati come la Svizzera dovrebbero mirare a una riduzione del 90% entro il 2050 per essere in grado di contribuire efficamente alla lotta contro il riscaldamento globale.

Pareri critici e discordanti anche tra i partiti politici: l’Unione democratica di centro (destra) ha respinto le nuove imposizioni, liberali e democristiani hanno avanzato proposte di modelli propri mentre socialisti e verdi hanno caldeggiato misure più ampie e severe.

Fronteggiare i cambiamenti climatici

Dal 5% al 10% del gettito della tassa d’incitamento sarebbe riservato a misure contro gli effetti nefasti legati ai cambiamenti climatici, segnatamente per far fronte ai danni naturali e alle intemperie.

Questa somma potrebbe pure servire a incoraggiare il risanamento degli edifici, le tecnologie innovative e i trasporti pubblici. Il resto degli introiti verrebbe invece riversato alla popolazione e all’economia.

Questo modello è quello preferito dal ministro dell’ambiente Leuenberger, dato che avrebbe un effetto incitativo sui consumatori, liberando nel contempo mezzi finanziari per progetti di politica climatica.

Orizzonte 2050

Con un calo annuo delle emissioni di gas a effetto serra dell’1,5%, nel 2020 le stesse sarebbero del 21% inferiori a quelle del 1990, ciò che corrisponde agli obiettivi dell’Unione europea (UE). Nel 2050, la riduzione delle emissioni risulterebbe dimezzata rispetto al livello del 1990. Si tratta dell’obiettivo al quale mirano anche i paesi del G8, ha ricordato il DATEC.

Il futuro della politica climatica svizzera dovrebbe essere esaminato ancora quest’anno dal Consiglio federale. Queste riflessioni rientrano nell’ottica dello sviluppo della politica climatica svizzera dopo il 2012, al termine del periodo d’impegno del Protocollo di Kyoto.

In Svizzera – afferma infine il DATEC – i cambiamenti climatici non hanno soltanto conseguenze ecologiche, ma anche economiche. I cambiamenti attesi avranno infatti un impatto sul turismo invernale e sulla produzione di energia idroelettrica. Gli avvenimenti climatici estremi si ripercuoteranno invece sulla salute della popolazione, nonché sulle infrastrutture.

swissinfo e agenzie

Emissioni di CO2 in Svizzera (mio. di tonnellate all’anno):

Stato 1990: 40,93
Stato 2006: 41,19
Obiettivo per il 2012: 36,84
Obiettivo del protocollo di Kyoto: 40,53

Se, come previsto dagli attuali studi, la temperatura globale salirà di 3 gradi Celsius, anche in Svizzera vi saranno perdite molto consistenti (1 miliardo di franchi, ovvero 0,15% del PIL nel 2050), che si moltiplicheranno poi rapidamente nella seconda metà del secolo (0,48% del PIL nel 2100).

A partire da questo livello di temperatura, per ogni grado di riscaldamento si prevedono in Svizzera ulteriori perdite di benessere comprese tra circa 0,6 miliardi e 1 miliardo di franchi all’anno.

Tuttavia, se verranno attuate le necessarie misure di adattamento, un aumento della temperatura globale inferiore ai 2 gradi Celsius comporterà per la Svizzera costi diretti relativamente contenuti e produrrà, entro il 2050, perdite di benessere pari a 500 milioni di franchi.

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