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La frana incombe: a Brienz la popolazione dovrà evacuare entro venerdì

nuvole su una montagna che frana
Le nubi sono cupe sopra il villaggio di Brienz. Keystone / Gian Ehrenzeller

L'ora X era attesa da tempo e il verdetto è caduto martedì: la massa rocciosa che sovrasta il villaggio grigionese si staccherà a breve e i circa cento abitanti dovranno lasciare le loro case al più tardi venerdì.

I circa due milioni di metri cubi di roccia si muovono così velocemente che se ne prevede il distacco nelle prossime una-tre settimane, hanno comunicato martedì le autorità di Albula, il Comune di cui fa parte la frazione di Brienz/Brinzauls.

Lo stato maggiore di condotta ha così attivato la “fase arancione”, che prevede appunto l’evacuazione.

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A partire da venerdì sera, nessuno potrà pernottare nel paese fino a nuovo ordine. Mentre da sabato, la popolazione del villaggio potrà accedervi durante il giorno, finché la situazione lo consentirà. Il bestiame di due fattorie rimarrà per il momento nelle stalle.

Tutte le strade di accesso a Brienz sono fin d’ora aperte solo alla popolazione residente e a chi possiede immobili nel villaggio.

La “fase rossa” sarà decretata quando si prevederà che il distaccamento della massa rocciosa avverrà entro tre-dieci giorni. Il villaggio sarà allora completamente chiuso e nessuno potrà più entrarvi, neppure di giorno. A quel punto, anche il bestiame sarà allontanato.

La strada cantonale Tiefencastel-Filisur, la linea dell’Albula della Ferrovia Retica e la strada del passo Tiefencastel-Lenzerheide rimangono aperte per il momento.

Quasi tutti hanno trovato un tetto

L’evacuazione concerne un centinaio di persone. In una recente intervistaCollegamento esterno al portale bluewin.ch, il responsabile della cellula di crisi Christian Gartmann ha precisato che la maggior parte degli abitanti ha trovato privatamente una soluzione per un nuovo tetto. Dall’ultimo sondaggio effettuato diversi mesi fa, 17 persone invece non sapevano ancora dove sarebbero state ospitate.

Altri sviluppi

“Stiamo però notando che c’è molta solidarietà – ha sottolineato Gartmann. I proprietari di seconde case e altre persone ci hanno offerto degli appartamenti. Molti di loro li hanno addirittura proposti gratuitamente”.

“Non vi lasceremo soli”, aveva dal canto suo promesso il sindaco Daniel Alberti durante l’ultima seduta informativa organizzata qualche settimana fa. Potrebbero essere concessi aiuti finanziari, in particolare alla quindicina di persone che non hanno ancora una soluzione di ricollocazione.

Non tutto è perduto

Prevedere cosa succederà esattamente quando si staccherà la frana è per ora impossibile e non è detto che l’evacuazione sia definitiva. La speranza che gli abitanti possano ritrovare le loro case “esiste”, ha dichiarato Gartmann. “Secondo gli esperti, lo scenario più probabile è che si stacchino piccole frane. In questo modo, il villaggio verrebbe probabilmente risparmiato e la gente potrebbe tornare a vivere a Brienz senza pericoli”.

Si potrebbe però produrre anche lo scenario opposto. La colata detritica potrebbe essere tale da seppellire l’intero paese. Secondo gli specialisti e le specialiste, questa probabilità è del 10%.

Non il primo caso

Il caso di Brienz non è il primo del genere in Svizzera. Nel 2014 era stata ordinata un’evacuazione preventiva nella regione di Horlaui, nel Comune lucernese di Weggis. Anche in quel caso la zona era minacciata da una frana, che poi si è staccata. Dieci persone hanno perso la loro abitazione.

A Kandersteg, nell’Oberland bernese, a preoccupare è invece lo Spitzer Stein. A causa dello scioglimento del permafrost, la popolazione deve convivere con la minaccia di smottamenti.

Tristemente celebre è stata però soprattutto la colata detritica che nel 2017 a Bondo, nei Grigioni, ha causato la morte di otto escursionisti e che ha costretto molti abitanti a lasciare le loro abitazioni per diversi giorni. In questo caso, però, il Tribunale cantonale dei Grigioni è giunto alla conclusione che la frana non poteva essere prevista.

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