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La Formula 1 perde il suo marchio svizzero

Keystone

Quattro anni dopo aver acquisito la scuderia elvetica Sauber, il gruppo BMW ha deciso di tirare il freno a mano e di lasciare i circuiti della Formula 1 a fine stagione. Incerto il futuro degli stabilimenti Sauber in Svizzera.

Il mondo miliardario della Formula 1 ha perso un altro pezzo. Dopo l’addio di Honda nel dicembre 2008, mercoledì è stata la BMW ad annunciare – con una certa sorpresa – il suo ritiro dalle competizioni.

Ufficialmente, la casa tedesca intende riposizionarsi e dedicare le proprie risorse allo sviluppo di nuovi progetti e tecnologie nel settore della sostenibilità ambientale.

«Si tratta di un passaggio risoluto in vista della strategia di riallineamento della compagnia», ha spiegato Norbert Reithofer, amministratore delegato del gruppo BMW.

Crisi e risultati

Oltre a ragioni strategiche, il ritiro dalla Formula 1 è però stato motivato anche dalla crisi economica, sostiene la Federazione internazionale dell’automobile (Fia). Gli scarsi risultati raccolti quest’anno – otto punti in dieci gare e ottavo posto nella classifica costruttori – hanno poi verosimilmente inciso sulla decisione.

In 63 gran premi, i colori bianco e blu della squadra germano-svizzera si sono issati sul gradino più alto del podio in un’unica occasione (GP del Canada 2008).

Non bisogna inoltre dimenticare il flop milionario del progetto KERS (sistema di recupero dell’energia cinetica), rammenta venerdì l’editorialista del Blick.

Con i veicoli ibridi BMW voleva rivoluzionare la Formula 1. «Ha però fallito miseramente», constata il tabloid, rammentando l’avvertimento del presidente della Fia Max Mosley, che alcuni anni orsono disse: «Non ho fiducia nei costruttori: vanno e vengono come vogliono».

Shock a Hinwil

La scelta dei dirigenti del gruppo è stata accolta con stupore dall’elvetico Peter Sauber, fondatore dell’omonima scuderia acquistata da BMW nel 2005. «Accetto e rispetto la scelta – ha reagito – ma non la condivido affatto».

«Farò tutto il possibile per garantire la sopravvivenza del sito di Hinwil [sede operativa della BMW-Sauber, ndr]», ha detto, riconoscendo tuttavia che le «premesse sono difficili».

Pure rammaricato il ministro elvetico dello sport, Ueli Maurer, residente nel comune di Hinwil. Mauer non intende però rilasciare altre dichiarazioni, ha reso noto attraverso il suo portavoce.

Per il sindaco della località zurighese, Walter Bachofen, la notizia annunciata a Monaco di Baviera è stata uno «shock». Si tratta di una pesante perdita di immagine, ha commentato, ricordando che la scuderia di Formula 1 ha reso il piccolo comune elvetico famoso in tutto il mondo.

Un futuro per Sauber

La dirigenza del costruttore tedesco non è ancora in grado di quantificare i licenziamenti a Monaco e a Hinwil, si legge nel comunicato diramato mercoledì. «Valuteremo la situazione e tenteremo di trovare soluzioni per gli impiegati di Hinwil» e per le persone coinvolte nel progetto Formula 1 (circa 700 dipendenti).

«È troppo presto per parlare del futuro del team», ha ribadito a swissinfo il suo portavoce Hanspeter Brack, aggiungendo che l’obiettivo è di garantire nel limite del possibile la sopravvivenza della squadra.

L’Associazione delle scuderie di Formula 1 si è subito fatta avanti, assicurando al team elvetico tutto il sostegno necessario affinché continui a far parte del mondo dei circuiti.

Chiusura insensata

Negli stabilimenti di Hinwil sono costruiti i telai delle monoposto; le proprietà aerodinamiche sono testate in una galleria del vento costata 70 milioni di franchi. Un’installazione che BMW reputa tra le migliori al mondo.

Il sindaco Bachofen non crede che la decisione della casa tedesca sancisca la fine delle attività. La fabbrica di Hinwil, che impiega circa 420 persone di 24 nazionalità, potrebbe essere utilizzata diversamente.

Dopo averci investito così tanti milioni negli ultimi tre anni, ritiene il quotidiano zurighese Tages Anzeiger, sarebbe finanziariamente «insensato» chiudere i battenti.

«Non mi posso immaginare che questi impianti high-tech vengano chiusi», reputa anche Walter Bachofen, senza per questo escludere la soppressione di impieghi.

Luigi Jorio, swissinfo.ch e agenzie

La carriera automobilistica di Peter Sauber è iniziata nel 1967 a bordo di un “maggiolino” Volkswagen.

Nel 1986 si è installato a Hinwil, nel canton Zurigo, dove ha cominciato a costruire autovetture da competizione.

Nel 1992 ha messo a punto i suoi primi prototipi di Formula 1; l’anno seguente la scuderia Sauber ha fatto il suo esordio al Gran Premio del Sudafrica.

Dal 1993 le autovetture Sauber hanno preso parte a 215 gare di Formula 1. I migliori risultati sono stati 6 piazzamenti in terza posizione (prima volta sul podio al GP d’Italia nel 1995).

Nonostante i modesti risultati, le monoposto della Sauber hanno avuto il pregio di lanciare la carriera di piloti di successo come Heinz-Harald Frentzen, Felipe Massa e Kimi Raikkonnen.

Nel 2006 la scuderia elvetica è stata acquistata della casa automobilistica BMW. Peter Sauber mantiene il 20% delle azioni.

Il maggior successo della BMW-Sauber è stato il secondo posto nella classifica costruttori conquistato nel 2007 (dietro alla Ferrari). Nel 2008 è arrivata la prima vittoria nel GP del Canada con Robert Kubica.

Nella stagione 2009 ha finora raccolto otto punti in dieci gare.

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