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La firma virtuale arriva sul mondo reale

Presto nella quotidianità di tutti: la firma digitale Keystone

Ben presto sarà possibile apporre una firma elettronica su documenti e contratti.

La camera bassa ha dato il via a una revisione legislativa fra le più moderne in Europa.

L’elaborazione elettronica dei dati e la comunicazione digitale conquistano sempre più importanza. In Svizzera alcuni comuni hanno già sperimentato anche il voto via internet.

Trasmettere dei dati è realtà quotidiana. Che questo avvenga in tutta sicurezza è un desiderio alla ricerca di nuovi standard e basi legali. Un sondaggio ha inoltre rivelato che molti svizzeri all’estero parteciperebbero volentieri agli scrutini online.

In questi tempi moderni, internet diventa sempre di più una piattaforma per gli acquisti e gli scambi. Non solo libri o CD cambiano padrone in maniera virtuale. Sempre di più pagamenti e contratti avvengono sulla rete.

Ma come si può garantire che le transazioni non vengano stornate o che i documenti rimangano segreti? Come si identifica in maniera univoca il mittente? E se qualcuno fa il disonesto e approfittà del sistema?

La firma digitale

Un codice di identificazione permette già ora un’utilizzazione della comunicazione a distanza senza problemi di sicurezza. E con la decisione del Consiglio nazionale, questo sistema consolidato dovrebbe acquistare validità legale.

Se anche la seconda camera del Parlamento vorrà seguire l’esempio, in futuro – probabilmente fra due anni – si potranno regolare per via digitale anche contratti di lavoro, di leasing o d’affitto.

Mercoledì la discussione parlamentare è stata accesa. La sinistra ritiene il testo non sufficientemente maturo per garantire la necessaria sicurezza. Ma poi si è imposta la maggioranza borghese che ritiene urgente un passo in questa direzione.

Abuso evitato?

La modifica della legge limita l’applicazione ad alcuni ambiti. La firma elettronica si potrà usare solo in questioni di diritto privato. «La sinistra avrebbe preferito una soluzione globale che integrasse la totalità delle transazioni elettroniche, dunque anche il voto elettronico», spiega a swissinfo il deputato socialista Jost Gross.

Inoltre i socialisti criticano la formulazione del testo: «Alcune cose sono regolate, ma niente è preciso», afferma ancora Jost. Mancano, a suo vedere, delle disposizioni per garantire la sicurezza e le misure per combattere gli abusi.

Alle accuse risponde il radicale Felix Gutzwiler: «Ogni singolo sa dove conserva la sua carta di credito e sa come comportarsi quando la perde». La stessa attenzione deve valere per la firma elettronica.

Due chiavi

La firma elettronica funziona con due chiavi: una è rappresentata dal codice segreto, legato al proprietario, l’altra è quella pubblica che permette l’identificazione del mittente. Chi dispone della chiave pubblica può leggere la firma e riconoscere la sua validità, ma non produrla.

Numerosi Stati europei stanno a loro volta formulando le necessarie basi legali per dare dignità giuridica all’identificazione elettronica. E alcuni paesi dispongono già delle necessarie basi legali.

Con questa innovazione molte ditte potrebbero risparmiare molti soldi, per esempio nell’invio delle fatture.

Dopo i privati anche i governi

La Finlandia dispone già dal 2000 una firma elettronica collegata alla carta d’identità. La Svizzera ha invece aggiornato negli ultimi anni tutti i documenti, senza prevedere una simile aggiunta.

Questo perché inizialmente si riteneva che le firme elettroniche fossero un prodotto commerciale con cui le ditte del settore avrebbero potuto guadagnare dei soldi.

Con il crollo della New Economy i sogni sono stati affossati. Swisskey, la ditta che voleva gestire la distribuzione delle firme, ha abbandonato l’attività nel 2001. Questo ha portato a dei ritardi nello sviluppo del sistema nel paese.

Adesso è lo Stato che deve coordinare la diffusione. La ministra della giustizia, Ruth Metzler, si dice fiduciosa: «La Svizzera disporrà di uno strumentario legale fra i più moderni in Europa nel campo della firma elettronica».

swissinfo, Christian Raaflaub, Palazzo federale
(traduzione e adattamento Daniele Papacella)

La firma digitale si basa essenzialmente su algoritmi crittografici; si utilizzano chiavi diverse per le operazioni di codifica e decodifica.

La firma digitale è una informazione che viene aggiunta ad un documento informatico al fine di garantirne integrità e provenienza. Essa può essere utilizzata per autenticare una qualunque sequenza di simboli binari, indipendentemente dal loro significato.

La firma elettronica non possiede invece l’univocità di una firma autografa. Per coprire questa deficienza si ricorre all’autorità di certificazione, il cui compito è quello stabilire l’associazione tra firma digitale e soggetto sottoscrittore.

La firma digitale è intrinsecamente legata ad testo a cui è apposta, tanto che i due oggetti possono essere fisicamente separati senza che per questo venga meno il legame esistente tra loro.

Conseguenza di ciò è l’unicità della firma digitale, nel senso che a testi diversi corrispondono firme diverse e quindi, nonostante la sua perfetta replicabilità, è impossibile trasferirla da un documento ad un altro.

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