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La famiglia ideale ha mamma, papà e due figli

La famiglia come la si immagina in Svizzera, in barba a divorzi e calo demografico Keystone

Quali forme di convivenza adottano gli svizzeri? E quali sono le preferite? Un sondaggio fa il punto sulla società svizzera e le sue forme di aggregazione.

Lo studio Univox, realizzato dall’Istituto gfs.zürich, misura periodicamente i cambiamenti di mentalità della popolazione svizzera.

I dati ideali restano costanti da anni, afferma l’Istituto di ricerche demoscopiche: il modello ideale della famiglia moderna rimane quella composta da genitori e due figli. Una maggioranza netta di svizzeri – sia uomini, sia donne, indipendentemente da età e generazione – condivide infatti questa visione.

I modelli tradizionali sono dunque ancora i più amati, ma non mancano piccole sorprese che denotano un lento cambiamento. Gli svizzeri non vivono più come un tempo e sembra che piano piano accettino questi mutamenti.

L’esempio più lampante: aumentano le persone che giudicano positivamente il concubinato. In un analogo sondaggio del 1986 la loro percentuale si attestava al 46%, nel 2004 è già il 74% ad accettare la convivenza senza il vincolo del matrimonio.

Nuove forme di vita

Anche la considerazione per la vita dei single è migliorata: gli intervistati che danno un giudizio positivo in proposito è salita dal 31 al 74% fra il 1986 e il 2004. Questo dato va di pari passo con la realtà sociale: in Svizzera sono infatti sempre di più le economie domestiche con una sola persona. A Basilea si rasenta già il 50%, mentre a livello nazionale si è ad un terzo.

Eppure i più giovani non apprezzano necessariamente la vita solitaria, osservano gli autori del sondaggio. Evidentemente nella fase attiva della socializzazione si preferisce il contatto alla solitudine.

Parità fra i sessi

Quanto alla ripartizione dei compiti fra uomini e donne, il sondaggio rileva il passaggio da un modello di famiglia tradizionale (che raccoglieva il 47% delle preferenze nel 1994) verso un modello di partenariato (il 57% delle preferenze nel 2004).

Questo vuol dire che sempre più uomini sono disposti ad accollarsi una parte dei lavori domestici e educativi. Anche in questo caso esistono però delle chiare differenze fra le generazioni, nonché un vero e proprio «fossato fra desideri e realtà», sottolineano gli autori.

Più o meno vecchi?



Toccando il polso al signor Confederato e alla signora Elvezia, si incontrano anche altri dati interessanti sulla percezione di sé stessi: la definizione di vecchiaia, per esempio, è cambiata col tempo e va di pari passo con l’innalzamento della prospettiva di vita.

Da una parte la definizione «giovane» o «vecchio» è fortemente condizionata dall’età degli intervistati: per alcuni giovani una persona può essere considerata anziana già dopo i 60 anni, mentre alcuni pensionati non si considerano ancora vecchi.

In generale si osserva uno spostamento verso l’alto della percezione della vecchiaia. Nel 1995 il 64% degli intervistati era dell’idea che una donna fosse vecchia prima dei 70 anni e il 25% pensava che la terza età iniziasse dopo quell’età. Nel 2004 la percentuale di persone che considerano una donna anziana soltanto dopo i 70 anni è salita al 58%.

swissinfo e agenzie

Il sondaggio è stato realizzato nel settembre del 2004 dall’istituto gfs di Zurigo su un campione definito rappresentativo di 718 persone.

Si tratta di persone residenti nella Svizzera tedesca e in quella romanda.

Il principale risultato: il matrimonio rimane la forma di convivenza più popolare.

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