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La democrazia diretta anima l’estate preelettorale

Cartelloni pubblicitari, gadget e iniziative popolari sono ingredienti delle ricette partitiche per le elezioni federali di ottobre Ex-press

Con 28 iniziative popolari in fase di raccolta delle firme, la democrazia diretta non è mai sembrata così viva in Svizzera. Un effetto delle imminenti elezioni? È cambiato l'approccio per raccogliere le sottoscrizioni?

“Le iniziative popolari sono previste per coloro che non fanno le leggi. Per decenni, non ne abbiamo avuto bisogno. Ma ora le cose sono cambiate, l’iniziativa diventa uno strumento del calendario politico. E offre l’opportunità di scendere in strada, d’incontrare la gente”, spiega Philippe Miauton, addetto stampa del Partito liberale radicale (PLR, centro destra).

Se i radicali hanno governato il paese quasi incontrastati per un secolo dalla fondazione della Svizzera moderna, nel 1848, il Partito socialista (PS), entrato nell’esecutivo 70 anni fa, è sempre stato in minoranza rispetto al centro destra. Ha mantenuto l’abitudine di utilizzare l’iniziativa popolare per mettere o rimettere all’ordine del giorno questioni che non riesce a far passare in parlamento.

Quest’estate, raccoglie firme per quattro testi, due dei quali provengono direttamente dalle sue file. E come gli altri, le sollecita per strada. “Nulla può sostituire il contatto diretto con le persone. Soprattutto in tempo di elezioni”, rileva Andrea Sprecher, della divisione ‘campagne e comunicazione’ del PS.

Antipasto di campagna

Infatti, questo frenetico attivismo non è certo casuale alla vigilia del rinnovo delle Camere federali, il prossimo 23 ottobre. Alle ultime elezioni federali, nel 2007, erano in corso le raccolte delle firme per  11 iniziative. Con 28, quest’anno i partiti e le organizzazioni hanno più che raddoppiato.

Il lancio di un’iniziativa è sempre accompagnato da una certa risonanza mediatica. Poi ci sono i momenti del contatto, dei colloqui individuali con i cittadini. Se ne devono convincere a firmare almeno 100mila, per poter depositare l’iniziativa, che sarà poi discussa dal governo e dal parlamento e, infine, sottoposta a votazione popolare.

Nei mesi estivi, quando l’attualità politica sonnecchia, avere un’iniziativa in corso è un ottimo modo per far discutere di politica nei ritrovi pubblici o in famiglia. “La gente ha tempo, di solito è aperta, parla volentiere”, racconta Andrea Sprecher.

Professionisti

È inoltre necessario sapere come avvicinare la gente e padroneggiare certi trucchi. Il Partito popolare democratico (PPD, centro) quest’anno ha lanciato la sua prima iniziativa da decenni. “I nostri membri erano disposti a scendere in piazza, ma dapprima è stato necessario insegnare loro a raccogliere le firme”, confessa Tim Frey, segretario generale del PPD.

Per esempio, spiegando che una firma a matita non è valida. O che una persona domiciliata a Berna non può firmare sullo stesso foglio di un cittadino domiciliato nel confinante comune di Bümpliz…

All’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), invece, c’è una preparazione nettamente più professionistica. “La preparazione dei membri che raccoglierà le firme è una priorità. Con una buona conoscenza del tema, i nostri membri accettano volentieri di avvicinare i cittadini per cercare di convincerli a sottoscrivere le nostre iniziative. Si devono inoltre fissare indicatori e obiettivi a tutti i livelli della struttura gerarchica del partito”, spiega Silvia Bär, vicesegretaria generale dell’UDC, il partito che ha lanciato il maggior numero di iniziative popolari negli ultimi 20 anni.

A ognuno il proprio terreno

Anche i Verdi hanno molta dimestichezza con questo strumento della democrazia diretta elvetica. E come gli altri, scelgono i luoghi dove installarsi per la raccolta delle firme in base al target di riferimento.

“Otteniamo buoni risultati nei quartieri ‘alternativi’ delle città, al mercato o davanti ai supermercati il sabato, quando la gente ha tempo”, dice Christine Badertscher, responsabile delle campagne del Partito ecologista svizzero.

L’uscita dei locali di voto è pure un buon punto strategico. In un paese dove i cittadini sono chiamati alle urne almeno quattro volte l’anno, ciò offre altrettante opportunità di incontrare persone motivate dalla politica.

Per la sua iniziativa sull’economia verde, il partito ha anche cominciato a installarsi nelle discariche pubbliche per la raccolta separata dei rifiuti. Un’innovazione che, a detta del partito, dà ottimi risultati, dal momento che sono frequentate da persone che generalmente sono consapevoli dei problemi ambientali.

E poi ci sono i grandi eventi dell’estate. Se l’UDC, che in linea di principio si rivolge a un elettorato conservatore, preferisce le grandi fiere agricole e le manifestazioni tradizionali, cocialisti, Verdi e altri esponenti della sinistra si avvicinano volentieri alla folla eterogenea di festival musicali all’aperto, come il Paléo di Nyon o quello del Gurten, la collina che domina la città di Berna.

“Quest’anno ho notato che circa una persona su tre era interessata. Firmano abbastanza facilmente, perché è più facile che andare a votare”, osserva Christine Badertscher.

E i numeri le danno ragione: i giovani, che costituiscono il grosso delle feste pubbliche, gli elettori sono i meno rigido.

Il lusso

In occasione della festa nazionale del 1° agosto l’UDC ha distribuito nelle cassette postali di tutta la Svizzera un elegante opuscolo accompagnato dal foglio per firmare la sua nuova iniziativa popolare “Contro l’immigrazione di massa”. La mossa garantisce praticamente di ottenere il risultato perseguito: su tre milioni di invii, si dovrebbero trovare 100mila persone che risponderanno.

Una strategia che non piace a Philippe Miauton: “Il PLR conta 130mila membri. Basterebbe mandare a tutti una lettera per riunire le 100mila firme. Ma il nostro obiettivo è di contattare direttamente la popolazione”. Quanto ai socialisti e ai Verdi non hanno mai nemmeno preso in considerazione una tale azione: assolutamente fuori portata per le loro disponibilità finanziarie.

“Solo questa spedizione è costatata all’UDC più dell’intero budget della nostra campagna elettorale, che è di 3 milioni di franchi”, commenta anche il segretario generale del PPD Tim Frey.

Ma è proprio vero? Silivia Bär non ci svela il prezzo dell’operazione. “Qualsiasi agenzia pubblicitaria è in grado di calcolare il prezzo di un tale investimento”, si limita a rispondere la rappresentante dell’UDC.

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Questo anno elettorale segna un nuovo primato in materia di iniziative popolari. Otto sono in attesa di essere esaminate dal governo, altre otto sono pendenti in parlamento, due sono pronte per essere sottoposte a votazione e ben 28 sono in fase di raccolta delle firme.

Se UDC, socialisti e Verdi promuovono regolarmente delle iniziative per cercare di far accettare direttamente dal popolo delle proposte che non ottengono la maggioranza in parlamento, il PLR e il PPD non sono avvezzi ad utilizzare questo strumento della democrazia diretta. Fatto inconsueto anche questi due partiti di centro in questo momento stanno raccogliendo le firme per delle iniziative popolari. I liberali radicali ne hanno lanciata una denominata “Stop alla burocrazia”, mentre i popolari democratici ne hanno promosse due per sgravare fiscalmente le famiglie.

Firmare un’iniziativa online? Non è possibile, poiché per essere validate le firme devono essere autografe.

È però possibile scaricare da internet il foglio da firmare e, una volta compilato, inviarlo per posta o consegnarlo ai promotori.

Secondo gli habitué delle campagne, tuttavia, sono pochi coloro che scelgono questa opzione. A servirsi di questo mezzo, sono essenzialmente membri attivi dei partiti e coloro che raccolgono le firme.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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