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La cultura in Parlamento

Il progetto di legge sottoposto al parlamento prevede che la Confederazione sostenga anche la cultura popolare Keystone

Durante la sessione in corso, il Consiglio nazionale (la camera del popolo) discuterà una nuova legge per la promozione della cultura. Un progetto che conferisce ampia autonomia alla fondazione Pro Helvetia.

«Alla Confederazione i cannoni, la cultura ai cantoni»: così si diceva nel XIX secolo per significare che, nella federalista e pluriculturale Svizzera, la promozione della cultura era un compito che spettava essenzialmente ai cantoni e ai comuni.

Nel corso degli anni la Confederazione ha tuttavia assunto numerosi compiti in ambito culturale. A farsene carico sono soprattutto l’Ufficio federale della cultura (UFC) e la fondazione Pro Helvetia.

Dal 2000, l’attività culturale della Confederazione può richiamarsi ad un articolo costituzionale specifico, nato nel quadro della revisione totale della Costituzione federale. L’articolo 69, pur ricordando che la cultura è di competenza dei cantoni, afferma che la Confederazione può sostenere attività culturali di interesse nazionale.

È proprio il mandato costituzionale che ha indotto il governo a formulare un progetto di legge che regoli, al di là delle leggi speciali già esistenti (per esempio la legge sulle lingue o la legge sul cinema), il ruolo e gli strumenti della Confederazione in ambito culturale.

La legge ribadisce innanzitutto il ruolo sussidiario della Confederazione rispetto ai cantoni e comuni e definisce la ripartizione dei compiti fra i vari attori della Confederazione.

Più autonomia per Pro Helvetia

La commissione della scienza e della cultura del Consiglio nazionale – la prima camera del parlamento che discuterà il progetto – ha inoltre deciso di integrare nella legge sulla promozione della cultura anche gli articoli relativi alla fondazione Pro Helvetia, che inizialmente dovevano far parte di una legge ad hoc.

Nelle intenzioni della commissione, Pro Helvetia dovrà in futuro occuparsi non solo della divulgazione della produzione artistica svizzera e degli scambi culturali tra le regioni linguistiche del paese e tra la Svizzera e altri paesi, come previsto dal governo, ma anche della promozione dei giovani talenti artistici, del conferimento di stipendi e altri contributi agli artisti e dell’organizzazione e della promozione di eventi e progetti culturali.

La fondazione dovrebbe inoltre occuparsi dell’organizzazione di eventi culturali all’estero in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri.

All’Ufficio federale della cultura (UFC) rimarrebbero invece compiti di salvaguardia del patrimonio culturale di importanza nazionale, di lotta all’illetrismo, di sostegno a organizzazioni e comunità culturali e linguistiche e la possibilità di conferire premi federali per meriti artistici e culturali.

Seguendo il suggerimento di molte persone attive in ambito culturale, la maggioranza della commissione intende inoltre conferire maggiore autonomia a Pro Helvetia, affidando al consiglio di fondazione – in futuro composto da 7-9 membri, rispetto agli attuali 25 – la facoltà di fissare gli obiettivi strategici della fondazione.

Un occhio di riguardo per la cultura

La commissione del Consiglio nazionale ha del resto seguito anche su altri punti le rivendicazioni del mondo della cultura, andando oltre il progetto governativo considerato da molti artisti e operatori culturali troppo «tecnocratico».

Il progetto su cui si dovrà esprimere la camera bassa contiene così anche la proposta di creazione di un Consiglio della cultura, composto da 9-15 membri di nomina governativa, cui dovrebbe spettare il compito di consigliare il governo sulle questioni culturali.

Pur non integrando il tema della sicurezza sociale delle persone attive nella cultura, la commissione ha inoltre accolto una mozione che chiede alla Confederazione di compiere degli sforzi per colmare le lacune nel sistema di sicurezza sociale di persone con condizioni di lavoro particolarmente precarie.

Di stretta misura, con il voto decisivo della sua presidente, la commissione ha poi reintrodotto la possibilità per la Confederazione di sostenere con contributi finanziari la creazione di opere artistiche. Una novità rispetto al progetto del governo è anche il sostegno che la Confederazione sarebbe tenuta a dare alla cultura popolare.

Probabili dibattiti

Se questo ultimo punto è una concessione agli ambienti tradizionalisti in parlamento, il progetto di legge in sé non piace comunque alla destra nazional-conservatrice. Una minoranza della commissione, formata dai deputati dell’Unione democratica di centro (UDC), chiede alla camera bassa di non entrare in materia sulla legge, soprattutto perché ritiene che essi ampli i compiti della Confederazione e quindi i suoi oneri finanziari.

Sia la concessione di contributi per la produzione artistica, sia la creazione di un Consiglio della cultura sono state approvate dalla commissione della scienza e della cultura on maggioranze esigue e potrebbero avere vita dura in parlamento. Lo stesso vale per il tema della sicurezza sociale per chi lavora nella cultura.

Il progetto sostenuto dalla maggioranza della commissione rappresenta comunque il segnale di una distensione tra parlamento e mondo della cultura, dopo i marosi dell’affaire Thomas Hirschhorn. Nel 2005, ricordiamo, il Consiglio degli Stati aveva decurtato di un milione di franchi budget di Pro Helvetia, reagendo così a una controversa esposizione dell’artista svizzero a Parigi.

swissinfo, Andrea Tognina

Fra le pieghe del progetto di legge sulla promozione della cultura si trovano anche dettagli che mettono bene in luce le differenze di sensibilità all’interno della commissione della scienza e della cultura del Consiglio nazionale rispetto al tema «cultura».

Così nella versione governativa un articolo definisce come bene culturale di «interesse nazionale» un bene culturale «di importanza determinante per la Svizzera o per le diverse comunità linguistiche o culturali della svizzera». Una minoranza di destra propone di sostituire la frase con «le quattro aree linguistiche del paese» (corsivo nostro).

Il governo ha inoltre integrato nella legge un articolo che prevede la possibilità di un sostegno specifico per permettere ai nomadi di vivere in sintonia con la loro cultura. Una minoranza composta da parlamentari dell’UDC e da due popolari democratici propone di stralciarlo completamente.

La destra chiede inoltre che nel Consiglio di fondazione di Pro Helvetia sia eletto almeno un rappresentante della «cultura popolare».

La Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia è una fondazione di diritto pubblico. Il suo mandato è di promuovere le attività culturali di interesse nazionale. Creata nel 1939, la Fondazione si impegna per offrire agli artisti ed intellettuali elvetici le migliori condizioni possibili per la creazione e diffusione delle loro opere e li aiuta a farsi conoscere in Svizzera e all’estero. Il suo budget annuo è coperto dalla Confederazione.

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