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La crisi europea non fa vacillare l’economia svizzera

La banconota è piccola, la domanda è grande. Keystone

Il momento di difficoltà della moneta unica suscita non poche inquietudini in parecchi Stati europei; dal canto suo, l'economia elvetica si mantiene in una posizione solida.

Secondo Jan-Egbert Sturm – economista responsabile del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF) – la Svizzera sta beneficiando dell’economia globale in misura molto maggiore rispetto agli altri paesi europei.

L’esperto sottolinea inoltre l’importante ruolo della Banca nazionale elvetica per evitare che il franco aumenti eccessivamente di valore rispetto all’euro: gli esportatori svizzeri hanno infatti ribadito che una valuta troppo forte nuoce all’attività commerciale.

In ogni caso, le cifre relative alle esportazioni elvetiche nel primo trimestre indicano risultati molto positivi per l’economia elvetica.

swissinfo.ch: In che misura il valore del franco indica che la Banca nazionale svizzera sorveglia la situazione e interviene quando necessario?

Jan-Egbert Sturm: L’istituto ha continuamente ripetuto che non avrebbe permesso un repentino aumento di valore del franco svizzero. Se consideriamo la situazione attuale relativa alla Grecia, si può dunque legittimamente supporre che la Banca nazionale sia attiva. Sfortunatamente, non possiamo esprimere un giudizio più certo poiché la Banca nazionale fornisce i dati con un mese di differimento.

swissinfo.ch: Quando lei parla di strategia “attiva”, a che tipo di intervento da parte della Banca nazionale si riferisce?

J-E.S.: Il principio base è quello di acquistare euro in grande quantità, inserendo più franchi svizzeri. In questo modo si crea un meccanismo di deprezzamento del franco in grado di controbilanciare il potenziale aumento di valore.

swissinfo.ch: L’euro debole avrà un impatto significativo sulle esportazioni svizzere e sulla ripresa economica?

J-E.S.: Ovviamente, se il prezzo dei beni svizzeri cresce in ragione del franco forte, questo non è un vantaggio per le esportazioni elvetiche. Ciononostante, dobbiamo tenere presente che il settore svizzero delle esportazioni produce di regola beni di nicchia altamente specializzati: il margine di oscillazione dei prezzi è pertanto ridotto.

Ciò significa che pure nel caso di un aumento di valore del franco, questa circostanza non avrebbe un importante e immediato impatto sulla domanda di prodotti elevetici.

Ritengo comunque che l’aspetto più importante sia la situazione economica complessiva dell’Europa: infatti, se il continente dovesse sprofondare in una fase di stagnazione o recessione, l’impatto sulla domanda – e quindi sulle esportazioni svizzere – sarebbe ben più importante.

swissinfo.ch: È corretto affermare che il franco svizzero è un porto sicuro, specialmente se paragonato alle valute europee?

J-E.S.: Questo tipo di effetto si riscontra soprattutto in relazione ai problemi con la Grecia. Infatti vi sono preoccupazioni in merito alle possibili conseguenze sull’euro, e per questo motivo molte persone tendono a concentrarsi su altre valute, tra cui il franco svizzero. In questo senso si verifica un “effetto porto sicuro”.

swissinfo.ch: La Svizzera sta gestendo la tempesta attuale meglio di altri paesi?

J-E.S.: La Confederazione si sta effettivamente districando meglio rispetto a molti altri Stati. Una delle ragioni è che stiamo beneficiando parecchio della crescita che si registra in Asia e più in generale sui mercati emergenti.

Se paragonata agli altri paesi europei, la Svizzera sta infatti esportando molto: in questo senso, approfittiamo dell’economia globale più del resto del continente.

A titolo di esempio, l’industria orologiera registra un incremento abbastanza importante delle esportazioni. Questi oggetti non sono però venduti principalmente in Europa, ma soprattutto i Asia, dove vi sono forti indici di crescita e dove – di conseguenza – anche la domanda di prodotti di lusso è in aumento.

Robert Brookes, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento dall’inglese)

La Banca nazionale svizzera può influenzare il valore della moneta intervenendo sui tassi di interesse o con operazioni sul mercato aperto.

Tassi di interesse bassi favoriscono il consumo e quindi il volume di moneta in circolazione è più elevato. In questo caso la moneta subisce un lento deprezzamento nei confronti delle altre divise. Attualmente la BNS ha però un margine di manovra praticamente nullo, poiché i tassi di interessi sono a livelli bassissimi.

Le operazioni sul mercato aperto sono invece transazioni che la banca centrale effettua in borsa e che permettono di iniettare o ritirare moneta nel sistema.

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