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La civiltà del vino e i suoi protagonisti antichi e recenti

La coppiera degli dei versa il vino a Zeus - particolare di G. Patanià pubblicato in esclusiva per D'Vinis Foto G&T

Se i libri sull'enologia sono come le buone o le cattive annate di vendemmia, ci sono pubblicazioni che si distinguono per originalità e qualità. Una di queste è "D'Vinis", miglior libro svizzero del 2008 e miglior libro al mondo decretato nel 2009.

Pare proprio che Alberto Dell’Acqua, giornalista e gastronomo ticinese, abbia una mano felice quando prende carta e penna, intingendo simbolicamente l’ormai vecchio pennino nel rosso rubino del vino, di cui conosce – per passione e professione – la storia e anche, siamo certi, qualche segreto.

La sua ultima fatica “D’Vinis” – un volume che ha unito due case editrici, una ticinese e una romanda – si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento attribuito dal “Gourmand World Book Award 2008” nella categoria “migliore libro svizzero specializzato nella categoria dei vini”. E, per coronare il succeso, il libro si è imposto a livello mondiale su 6 mila pubblicazioni che hanno corso per gli Award’s 2009.

E’ la prima volta che un libro edito e stampato in Ticino, sottolinea l’autore, viene premiato a questi livelli. E’ vero, ma non deve stupire perché in questi ultimi anni in quel fazzoletto di Mediterraneo a sud delle Alpi, la cultura del vino – e non solo quella scritta – sta acquistando, direbbero i francesi, “ses lettres de noblesse”.

Archiviato da un paio d’anni il centenario del Merlot ticinese, le iniziative per mettere in valore l’enologia – e non solo quella locale – si moltiplicano. Come, per esempio, i primi campionati mondiali di Merlot organizzati nel mese del novembre 2008 in Ticino su iniziativa ticinese e patrocinati dall’ “Office International de la Vigne e du Vin”,‭ ‬dall’Unione Svizzera degli enologi‭ ‬e dall’Associazione svizzera dei sommeliers professionali.

Dal coppiere al sommelier

Sulla scia dell’importanza e del riconoscimento sempre maggiori che i sommelier stanno riscontrando negli ultimi anni, il libro di Alberto Dell’Acqua rende omaggio a questa figura, documentandone la lunga storia e descrivendone la professione.

Arbiter bibendi, pocillator, coppiere, bottigliere, cantiniere, simposiarca, sommelier: definizione antiche, nomi diversi, per un solo compito, ovvero scegliere il vino, controllarne la qualità prima di procedere alla mescita. Persona fidatissima, nella Grecia antica il sommelier era rigorosamente un personaggio di alto liniaggio. Oggi è un professionista che deve conoscere le principali regioni vitivinicole del mondo, la storia e la cultura del vino, le tecniche colturali ed enologiche, i vitigni e i vini.

Quella di Dell’Acqua è una pubblicazione con una doppia valenza: un poderoso documento che ripercorre con rigore filologico la storia del vino e un album dei ricordi, dove il rigore si trasforma in calore, in sentimenti ed emozioni che rendono ancora più vive e vibranti le testimonianze raccolte.

“C’ero anche io e quando non c’ero ho immaginato di esserci ai Divini incontri che animano questa avvincente storia”. Inizia con queste parole l’avventura di Dell’Acqua, che a bordo della sua macchina del tempo torna nel passato per raccontarci nel presente le vicende e i personaggi della civiltà del bere.

E ci ricorda, tra le decine e decine di fotografie scelte dall’album della memoria, che nel leggendario e tragico naufragio del Titanic, avvenuto nel 1912, tre sommeliers ticinesi trovarono la morte: Alessandro Pedrini, Narciso Bazzi e Abele Rigozzi.

Cinquemila anni da sfogliare

“D’Vinis” parte da molto lontano. Si comincia dalla Mesopotamia, si incontrano i Fenici, si approda in Egitto, si continua in Grecia, si ritrovano gli eroi dell’Odissea, i filosofi dell’Antichità, si riscoprono le smodatezze dei romani e, di secolo in secolo, si arriva al Rinascimento, alle corporazioni, ai geni della viticoltura svizzera, ai grandi sommelier del nostro tempo.

Volti noti e meno noti, personalità celebri e frammenti di passione vengono presentati senza esagerazioni, in punta di penna. Esattamente come si sorseggia, a piccole dosi, il buon vino. Pagina dopo pagina, ritroviamo grandi amatori ed estimatori del vino presi in prestito dagli archivi della storia: Leonardo da Vinci, Carlomagno, Rabelais, Nostradamus, Caterina de Medici, lo zar Alessnadro III per infine scoprire i migliori sommeliers della Svizzera.

“D’Vinis” non manca di svelare chicche e curiosità, come la creazione della bottiglia ideale per il vino, attribuita nel 1652 all’inglese Sir Kenelm Digby che non si preoccupò tuttavia di brevettarla; ci pensò nel 1661 un certo John Colnett, che raccolse poi i frutti di quell’invenzione.

Ma come mai proprio in Inghilterra? Perché a quei tempi gli inglesi erano padroni di mezzo mondo e avevano moltissime cantine a Porto in Portogallo, a Jerez de la Frontera in Spagna, a Marsala in Sicilia. Gli inglesi coltivavano inoltre interessi commerciali con Bordeaux, in Francia, e possedevano i distillati dei Carabi.

L’arte e i ferri del mestiere

La nuova bottiglia, soffiata in un stampo di legno, sarà dunque destinata a rivoluzionare la conservazione e la commercializzazione del vino, diffondendosi gradualmente in tutti i Paesi europei. L’autore del libro ci invita dunque a ripercorrere anche la storia degli accessori del vino: cavatappi, calici, bicchieri, decantatori, caraffe, tappi.

Il viaggio di Alberto Dell’Acqua, che ha pazientemente composto la sua mappa consultando più di cento opere e più di cento archivi, si conclude mostrando l’evoluzione della conoscenza enologica e delle tecniche. Si entra nel mondo della degustazione, si penetra un’esperienza sensoriale complessa, si scopre la gestualità del sommelier, in cui ritualità ancestrali tornano a rivivere, composte, lente, nel tentativo di fermare il tempo, quanto basta per scoprire piccole verità.

swissinfo, Françoise Gehring

Il termine sommelier deriva dal francese provenzale saumalier.

Il sommelier è un professionista in grado di effettuare un’analisi organolettica delle bevande al fine di valutarne la tipologia, la qualità, le caratteristiche, le potenzialità di conservazione, soprattutto in funzione del corretto abbinamento vino-cibo.

Il sommelier professionista deve conoscere le principali regioni vitivinicole del mondo (enografia), la storia del vino, le tecniche colturali ed enologiche, i vitigni e i vini.

La storia del vino dalle origini ad oggi attraverso vicende storiche e mitologiche, personalità del settore, manifestazioni e concorsi gastronomici: “D’Vinis” offre ai lettori un’ampia visione del mondo della gastronomia e dell’enologia.

Il libro – che propone testi in italiano, tedesco e francese – conta 420 pagine a colori, 600 illustrazioni ed è suddiviso in 10 capitoli.

E’ stampato dalla tipografia Fontana (Lugano) ed è edito in collaborazione con le edizioni Favres (Losanna-Parigi). E’ messo in vendita al prezzo di 128 franchi.

Mitologia:
Nella mitologia greca la sommelière per eccellenza è Ebe, coppiera di Zeus e dea dell’eterna giovinezza.

“Ismaros” servito in abbondanza da Ulisse al gigante Polifemo, è considerato il più mitologico dei vini.

Filosofia:
Secondo Socrate il potere del vino che permette di vincere ogni inibizione fa scaturire la verità. Nasce così il detto in vino veritas.

Epicuro, alla ricerca della felicità attraverso il piacere, paragonava la vita ad un grande banchetto durante il quale occorreva prestare attenzione prima al bere e poi al cibo.

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