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La calata degli Svizzeri in Vaticano

Una cerimonia calibrata al millimetro Keystone

Piazza San Pietro invasa dagli Svizzeri per il giuramento di 33 guardie del Papa. Una cerimonia che riflette cinque secoli di storia, spirito militare e dedizione alla Chiesa.

Tra le migliaia di Svizzeri accorsi da tutti in cantoni, anche gli Svizzeri d’Italia, che proprio a Roma hanno organizzato durante il fine settimana la loro riunione annuale.

Bandiere svizzere, stendardi dei 26 cantoni, i tradizionali copricapo delle associazioni di studenti, sciarpe, foulards e altri tessuti fantasia stampati per i 500 anni della Guardia svizzera. Piazza San Pietro era uno sfavillio di colori che evocavano la Svizzera.

Sembrava di stare in una piazza di Lucerna o di San Gallo, talmente i dialetti svizzero-tedeschi erano presenti. Non mancavano nemmeno i romandi – molto visibili i vallesani – né gli svizzero-italiani. Senza dimenticare la presenza, fra le autorità, del presidente della Confederazione Moritz Leuenberger, che a Roma ha incontrato in udienza Benedetto XVI.

Un congresso speciale

E allora, in un contesto così solenne, anche gli Svizzeri d’Italia dovevano rivolgere la loro attenzione al giubileo. Il programma di questo congresso ha tralasciato, per una volta, i temi tradizionali legati al rapporto non sempre facile che questa comunità di oltre 46.000 persone ha con il paese d’origine.

Gli organizzatori hanno invece proposto sabato mattina agli oltre 250 partecipanti una relazione molto completa sulla storia e l’organizzazione della Guardia svizzera. Il pomeriggio, tutti si sono poi trasferiti in Piazza San Pietro per assistere al giuramento. Un’opportunità apprezzata dai partecipanti, che attribuiscono grandi qualità intrinseche all’esercito svizzero in Vaticano.

Un esercito che “contribuisce a diffondere un’immagine positiva della Svizzera nel mondo e in Italia” (vedi il contributo audio). Attirati dall’eccezionalità dell’avvenimento, da ogni angolo d’Italia gli svizzeri sono dunque confluiti a Roma particolarmente numerosi quest’anno.

Il giuramento

Una cerimonia avviata alle 16.30 in punto con gli squilli di tromba di tre alabardieri, in cima alla scalinata principale. Al loro segnale, le nuove reclute hanno lasciato il Cortile d’onore dove si trovavano per accedere alla piazza dal Portone Borgia.

Poi, il comandante Mäder ha passato in rassegna i ranghi e ha pronunciato un discorso che ha messo l’accento sullo spirito di devozione di questi giovani. I 33 candidati “sono in possesso di tutte le qualità per diventare soldati del Papa e della Chiesa”, ha detto Mäder. Non soltanto i requisiti fisici (altezza minima 1,74 m.), professionali (attestato di apprendistato o di maturità) o militari (avere assolto la scuola reclute), ma anche la disponibilità a sacrificare la propria vita per la protezione del Pontefice. “Dovrete essere capaci di rinunciare a molte cose e, a volte, anche alla vostra propria opinione” ha ammonito il comandante.

Poi si passa alla cerimonia del giuramento vero e proprio. Un momento tanto cruciale quanto marziale. Gli ordini di presentarsi e di giurare sono impartiti in un tedesco imperioso. Le reclute giurano con un tono che si vuole altrettanto determinato, ma da cui trapela l’emozione di questi ventenni catapultati dalla piccola Svizzera in una cornice tanto impressionante.

Ognuno giura nella sua lingua (soltanto due giuramenti in italiano). Improvvisamente una recluta ha un’esitazione. Il comandante deve ricordargli la formula e il giovane riesce a concludere. Un attimo d’incertezza e di umanità che il pubblico dimostra di apprezzare con un applauso caloroso

Moritz Leuenberger a Roma

“La Guardia svizzera è un simbolo per il nostro paese”, ci ha detto il presidente Moritz Leuenberger incontrato prima della cerimonia. Leuenberger ha ricordato che la Svizzera e il Vaticano difendono valori comuni come la volontà di diffondere la pace nel mondo e lo sforzo per un dialogo fra le religioni. Un tema, quest’ultimo, che il presidente aveva anche affrontato nel suo colloquio con Papa Ratzinger qualche ora prima.

Alla domanda sul suo sentimento in quanto persona di tradizione protestante che partecipa alla messa nella capitale del cattolicesimo, Leuenberger ha precisato di essere a Roma prima di tutto in quanto presidente della Confederazione e ha ricordato che non è la sua prima partecipazione a una messa. “La tolleranza e il dialogo fra le religioni ci impongono di interessarci anche alle modalità di celebrazione di un’altra confessione”.

Leuenberger ha anche rivolto un breve messaggio agli Svizzeri d’Italia giunti a Roma (vedi contributo audio). Il presidente è rimasto sorpreso, quando ha saputo della presenza degli Svizzeri d’Italia a Roma. “Non ero informato”, ha precisato a swissinfo. Chissà, forse si sarebbe potuto organizzare un incontro fra il presidente e i connazionali espatriati. Sarebbe stata un’occasione per consolidare quel riconoscimento che gli Svizzeri nel mondo stanno a poco a poco ottenendo in patria, grazie anche alla loro partecipazione alle votazioni federali.

swissinfo, Mariano Masserini, Roma

Testo del giuramento letto davanti a tutte le guardie:

Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Benedetto XVI e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando ove occorra anche la vita per la loro difesa.

Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio e ai cardinali per la durata della sede vacante. Prometto, inoltre, al capitano comandante e agli altri miei superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri santi patroni mi assistano.

Risposta della recluta:

Io, alabardiere (cognome), giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Iddio e i nostri santi patroni mi assistano.

Gli Svizzeri residenti in Italia sono oltre 46.000.
Oltre 35.000 hanno la doppia nazionalità.

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