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La Bulgaria alla ricerca della fiducia

I tempi stanno cambiando, anche a Sofia swissinfo.ch

Dopo il crollo del comunismo la Bulgaria ambiva a diventare la Svizzera dei Balcani. Sul percorso dell'ordine e della prosperità il paese balcanico ha ancora davanti a sé molti ostacoli.

Il prossimo 8 febbraio i cittadini e le cittadine svizzere dovranno decidere se estendere anche a Romania e Bulgaria gli accordi bilaterali con l’Unione europea sulla libera circolazione delle persone.

Gli accordi prevedono l’apertura graduale e contingentata del mercato del lavoro. In vista di questa votazione, swissinfo ha fatto tappa a Sofia, la capitale della Bulgaria.

È un paese con ampi spazi di crescita. Grazie allo stimolo derivato dall’adesione all’Unione Europea (UE), in Bulgaria si sta facendo largo un nuovo sentimento di fiducia nella ricerca di un proprio posto in Europa.

“Lo sforzo compiuto nel processo di adesione – spiega a swissinfo Alexei Lazarov, del settimanale bulgaro “Capital” – ci aiuta moltissimo perché comporta una serie di riforme – a cominciare dall’arsenale giuridico – che interessa tutto il paese”.

Uno degli impatti dell’adesione è certamente la libertà di emigrare. Attualmente sono circa 940 mila i bulgari che lavorano all’estero. “La diaspora bulgara più numerosa – spiega Lazarov – si trova negli Stati Uniti. Vengono poi Spagna, Grecia e Italia”.

Nella traiettoria delle migrazioni bulgare, la Svizzera, invece, non figura come meta. Secondo gli osservatori è un paese troppo piccolo e piuttosto caro. Le relazioni economiche tra i due paesi, inoltre, sono ridotte al minimo.

Il fenomeno della corruzione è dilagante

Parlando con i bulgari sullo stato di salute del loro paese, è inevitabile scontrarsi con il tema della corruzione, considerata un male endemico in tutto il paese, che coinvolge i poliziotti e che si riscontra nelle alte sfere dell’amministrazione pubblica.

Il problema della corruzione – grave e palese – ha spinto l’UE ad ammonire la Bulgaria, che non riceverà più un quattrino se non dimostrerà di usare i fondi europei in modo pulito e trasparente. “Non si tratta di grandi somme – osserva Georgy Ganev, economista e direttore del Centro per le strategie liberali, basato a Sofia – ma per la Bulgaria si tratta comunque di uno scandalo. Uno scandalo che ha messo sotto pressione il governo”.

Anche la classe politica non sfugge alle critiche di Bruxelles. È ormai evidente a tutti che il crimine organizzato costituisce un problema, sebbene in modo meno drammatico rispetto agli anni immediatamente successivi al crollo dell’impero sovietico e del comunismo.

“Negli anni Novanta – commenta Ganev – la mano della corruzione era addirittura quantificabile dagli indicatori di macro-economia. Il crimine organizzato sussiste tuttora e alcuni gruppi sono legati a reti internazionali. Ma il loro impatto è meno elevato rispetto al passato”.

La crisi e l’ottimismo degli studenti

Il prossimo mese di giugno la Bulgaria, insieme alla Romania, parteciperà alle prime elezioni europee insieme agli altri Stati membri. Sullo sfondo di queste elezioni la crisi economica e le possibilità di proteggere il paese dagli effetti di tale crisi.

“Le incognite e i rischi per il paese – puntualizza Ganev – non mancano. Ci sono tuttavia anche interessanti potenzialità di crescita legate alla necessità di agganciarsi alle dinamiche di progresso e di cambiamenti”.

Mentre la crisi semina interrogativi, gli studenti guardano al futuro con un certo ottimismo. Perlomeno i giovani che swissinfo ha incontrato all’Università di Sofia, che sembrano immuni alla recessione. Già prima di finire gli studi, molti di loro hanno in tasca un lavoro o delle offerte interessanti in Bulgaria.

Questi giovani guardano all’estero come meta di vacanza e non come orizzonte professionale, verso cui emigrare. Dylana, per esempio, non vede l’ora di trascorrere le ferie in Svizzera per potere vedere con i suoi occhi le opere del suo pittore preferito, Paul Klee.

Il nodo delle minoranze

Quando si parla delle minoranze che abitano il paese, la Bulgaria è capace del meglio come del peggio. Malgrado le difficoltà vissute nel passato comunista, la minoranza turca (10% della popolazione) è molto bene integrata economicamente e socialmente. Il Movimento turco per i diritti e le libertà, per esempio, ha fatto parte della coalizione governativa tri-partitica negli ultimi otto anni e prenderà parte alle elezioni europee di giugno.

Radicalmente diversa la situazione della piccola minoranza rom. “È una minoranza – sottolinea Ganev – pesantemente discriminata, totalmente povera e confrontata a gravissime difficoltà nel campo della salute, dell’educazione e dell’impiego. I cambiamenti che si prospettano all’orizzonte, possono tuttavia costituire anche per i rom un’opportunità di integrarsi nel mercato del lavoro”.

Ma non è un processo facile: “I pregiudizi sui rom – conclude l’economista Georgy Ganev – sono molto presenti e persistenti. E possono facilmente essere sfruttati a fini politici”.

(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

La Repubblica di Bulgaria fa parte della NATO ed è diventata membro dell’Unione europea il primo gennaio 2007 assieme alla Romania. La Bulgaria ha mostrato difficoltà nell’applicazione dei progetti di finanziamento dell’UE, in particolare a livello amministrativo, incappando in irregolarità e frodi.

È situata nella parte sud-orientale dell’Europa, nella metà orientale della penisola balcanica. Confina con il Mar Nero ad est, con la Grecia e la Turchia a sud, con la Serbia e la Repubblica di Macedonia ad ovest, e con la Romania a nord da cui è divisa dal fiume Danubio.

La popolazione è costituita per circa l’85% da cristiano-ortodossi e per il 13% da musulmani. Circa il 10% della popolazione è di origine turca, mentre il 3% è costituito da rom.

La capitale Sofia conta circa 8 milioni di abitanti. Nel 2008 la crescita economica è stata del 7% (stima per il 2009: 4,5%). A fine ottobre 2008 la disoccupazione era pari al 5,8%. La moneta è il Lev bulgaro

La Bulgaria è una repubblica rappresentativa democratica di tipo parlamentare nella quale il primo ministro è il capo del governo e di un sistema multipartitico. Il governo esercita il potere esecutivo, il potere legislativo viene esercitato sia dal governo, sia dall’Assemblea Nazionale.

Dal 1990 ha un sistema instabile di partiti. Oggi sulla scena politica troviamo:

• il Partito Socialista Bulgaro
• il Movimento Nazionale per la Stabilità ed il Progresso (l’ex partito dell’ex re Simeone di Sassonia Coburgo Ghota, Movimento nazionale Simeone II)
• il Movimento turco per i diritti e le libertà (che si pone come garante dei diritti della minoranza turca)
• Attack, movimento ultra-nazionalista e xenofobo
• la Coalizione delle forze democratiche unite
• i Democratici per una Bulgaria forte
• l’Unione popolare bulgara

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