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La battaglia di (via) Solferino

Urbano Cairo, presidente del Torino Calcio, durante l'incontro del collegio dei fondatori dello Stadio Filadelfia, Torino, 11 aprile 2016 ANSA/Alessandro Di Marco

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Ha una squadra di calcio (il TorinoCollegamento esterno), come Silvio BerlusconiCollegamento esterno (il MilanCollegamento esterno).

Ha case editrici di libri e periodici (Cairo publishingCollegamento esterno, Cairo editoreCollegamento esterno, Editoriale Giorgio MondadorCollegamento esternoi), come Silvio Berlusconi (Arnoldo Mondadori EditoreCollegamento esterno, EinaudiCollegamento esterno, Rizzoli LibriCollegamento esterno).

Ha due tv (La 7Collegamento esterno e La 7DCollegamento esterno), come Silvio Berlusconi (beh, lui ne ha qualcuna in piùCollegamento esterno…).

Ha una concessionaria di pubblicità (Cairo pubblicitàCollegamento esterno), come Silvio Berlusconi (lui, due: Publitalia ‘80Collegamento esterno e MediamondCollegamento esterno).

Gli manca solo un quotidiano.

Che Silvo Berlusconi, seppur per interposto fratelloCollegamento esterno, ha (il GiornaleCollegamento esterno).

Ma se riuscirà a mettere le mani sul Corriere della seraCollegamento esterno e La Gazzetta dello SportCollegamento esterno, oplà!

Avrà fatto anche meglio di Silvio Berlusconi.

E, soprattutto, in un arco di tempo strabiliante: appena quattro lustriCollegamento esterno!

Signore e signori, ecco a voi Urbano CairoCollegamento esterno, 58 anni, nato ad Alessandria, laureato in BocconiCollegamento esterno, primo lavoro assistenteCollegamento esterno di… Silvio Berlusconi, oggi imprenditore sulla bocca di tutti.

Eh sì, perché si è lanciato nell’ennesima avventura imprenditoriale della vita, la più difficile e affascinante: conquistare la maggioranza di RCSCollegamento esterno, il brutto acronimo che sta per Rizzoli Corriere della sera, ossia la più importante (per storia, peso politico, fascino) azienda editoriale italiana.

Come?

Per ora c’è solo (si fa per dire) una OPSCollegamento esterno, ossia un’Offerta pubblica di scambio.

Che funziona così…

… Cairo propone un’azione della ultraliquida Cairo CommunicationCollegamento esterno a chi gli consegnerà 8,3 azioniCollegamento esterno della indebitatissima RCS….

… vuole arrivare ad avere in mano il 50,1% del capitale…

… chiede alle banche di congelare i crediti fino all’approvazione del bilancio 2017Collegamento esterno

… ed è pronto a togliersi la giacca, rimboccarsi le maniche della camicia, fare pulizia per riportare l’antica maison in acque finanziarie tranquille e sicure.

Al suo fianco, Banca Intesa San PaoloCollegamento esterno.

Di fronte, capitalisti (Marco Tronchetti ProveraCollegamento esterno, Diego Della ValleCollegamento esterno) e istituzioni finanziarie (MediobancaCollegamento esterno, Finsoe-UnipolCollegamento esterno).

Contro, l’intero consiglio di amministrazione di RCSCollegamento esterno, espresso dalla maggioranza degli azionisti di cui faceva parte anche il gruppo FiatCollegamento esterno, in uscita dall’azienda dopo la fusioneCollegamento esterno (contestataCollegamento esterno) tra la RepubblicaCollegamento esterno, La StampaCollegamento esterno e Il Secolo XIXCollegamento esterno.

Che sfida, vero?

Era venerdì 24 giugno 1859 quando la battaglia di SolferinoCollegamento esterno diede il là all’unità d’ItaliaCollegamento esterno.

Era venerdì 8 aprile 2016 quando Cairo è partito all’assalto di via Solferino 28Collegamento esterno, storica roccaforte del Corriere della sera.

Dovesse vincere, sarebbe il Giuseppe GaribaldiCollegamento esterno dell’editoria, un rampante giovanotto di provincia che mette fino al regno del salotto buonoCollegamento esterno, quella sorta di monarchia finanziaria – instaurata da Mediobanca e guidata con discrezione dal mitico Enrico CucciaCollegamento esterno – che per tutto il dopoguerra ha tenuto in pugno il capitalismo italiano pubblico e privato.

Ma Cairo ce la farà a vincere?

Molti pensano di sì, pochi lo dicono ad alta voce.

Tutti si sono messi in modalità wait and seeCollegamento esterno.

Nell’attesa, val la pena di notare che se l’emulo di Berlusconi riuscisse nell’impresa, sarebbe l’ennesimo acquisto fatto senza sborsare un euro (o quasi).

Cairo, infatti, ha preso il Torino dal fallimentoCollegamento esterno, come Berlusconi prese il Milan sull’orlo del cracCollegamento esterno.

Cairo ha preso La 7 in profondo rosso per pochissimi spiccioliCollegamento esterno, come Berlusconi prese RetequattroCollegamento esterno in crisi e Italia 1Collegamento esterno in stallo a prezzi che oggi fanno sorridereCollegamento esterno.

Cairo conquisterebbe il Corriere della sera risucchiato dalla crisi economica senza mettere mano al portafogli, ma solo scambiando carta con carta; e passando per un salvatore, come Berlusconi, che si accollò i debitiCollegamento esterno de il Giornale e salvò Indro MontanelliCollegamento esterno.

Insomma, dice Maurizio CrozzaCollegamento esterno, star di punta de La 7, “Cairo riesce a comprarsi tutta Italia senza tirar fuori una liraCollegamento esterno“.

Fortuna, certo.

Ma, ammetterete, ci vuole anche un certo talento.

Oltreché un bel coraggio.

A Cairo non difettano né l’uno né l’altro.

Quando, per esempio, dopo aver patteggiatoCollegamento esterno al processo in cui era imputato con altri manager di Publitalia ’80, fu licenziatoCollegamento esterno da Berlusconi, ripartì da zero costruendo una concessionaria di pubblicità e facendosi dare da RCS (toh!) il mandato a vendere spazi su OggiCollegamento esterno e Io donnaCollegamento esterno (fu un successoCollegamento esterno).

Quando decise di quotare la società, divenne il testimonial di se stesso: sotto lo sloganCairo entra in borsa” lo si vedeva immortalato mentre stava, ritto e spavaldo, con i due piedi dentro una preziosa borsa di pelle (l’idea piacque e il titolo partì subito forte).

Quando lanciò Di PiùCollegamento esterno, lo mise in vendita a un euro, mandando in tilt GenteCollegamento esterno e Oggi che costavano quasi il doppio (e conquistando la leadership fra i settimanali popolari).

E quando prese La 7, era talmente conciata maleCollegamento esterno che TelecomCollegamento esterno gliela vendette sì per un milione, ma gliene diede più di 80 in dote a copertura delle perdite future (oggi La 7, ripulita da cima a fondo, fila come un treno).

Adesso, appunto, è alle prese con la sfida più grande: conquistare il santuario del giornalismo italiano disarcionando il salotto buono.

Se gli riesce, dovrà trovare il modo di liberare RCS da quasi mezzo miliardo di debiti.

E, poi, naturalmente, tentare di ricondurre via Solferino 28 ai fasti antichi.

Compirà l’ennesima mission impossible?

Vero che la dea FortunaCollegamento esterno aiuta gli audaci.

Ma stavolta anche lei dovrà impegnarsi.

E non poco…

In bocca al lupo!

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