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La Banca nazionale persiste nella sua politica monetaria

Dall'inizio dell'anno il franco si è apprezzato del 10-20% rispetto alle altre principali valute mondiali swissinfo.ch

Di fronte al rafforzamento del franco e al previsto rallentamento della crescita a medio termine, la Banca nazionale svizzera ha deciso di mantenere invariati i tassi d'interesse. L'istituto di emissione ha ritoccato invece verso l'alto le sue previsioni sull'andamento dell'economia nel 2010.

Da metà del 2009 l’economia elvetica è evoluta oltre le attese, osserva la Banca nazionale svizzera (BNS) in una nota diramata giovedì. L’istituto di emissione pronostica quindi un aumento del Prodotto interno lordo pari al 2,5% nell’anno in corso, mezzo punto in più rispetto a quanto annunciato nel mese di giugno.

L’ottimismo della BNS è condiviso da buona parte degli specialisti di analisi congiunturali, che hanno rivisto le loro previsioni in settembre. La Segreteria di Stato dell’economia, il BAK di Basilea e la Banca cantonale di Zurigo hanno indicato di attendere addirittura una crescita economica del 2,7% nel 2010, mentre l’UBS si è espressa per un 2,5%.

La BNS non ha invece fornito pronostici concreti per l’anno prossimo. I vertici della banca centrale elvetica temono tuttavia un netto indebolimento del tasso di espansione, in seguito tra l’altro al rallentamento della dinamica della congiuntura mondiale e al forte apprezzamento del franco.

Tassi invariati

Tenuto conto del rafforzamento del franco e del previsto rallentamento della crescita, la BNS ha quindi deciso di proseguire la sua politica monetaria espansionistica. L’istituto di emissione ha annunciato giovedì che manterrà invariata la fascia di fluttuazione del Libor a tre mesi allo 0,0- 0,75%, con l’obiettivo di un livello vicino allo 0,25%.

Le previsioni sull’andamento dell’inflazione per il prossimo triennio sono più basse rispetto a quanto rilevato tre mesi fa, ha indicato la BNS. Nell’ipotesi di un Libor a tre mesi tenuto costantemente allo 0,25%, il rincaro annuale medio dovrebbe attestarsi allo 0,7% quest’anno, allo 0,3% nel 2011 e all’1,2% nel 2012.

La BNS non esclude comunque un andamento leggermente negativo dell’indice dei prezzi al consumo a inizio 2011. Viste le premesse, la politica monetaria espansionistica risulta attualmente appropriata, ma cela dei rischi a lungo termine per quanto riguarda la stabilità dei prezzi, avverte ancora l’istituto di emissione.

Esportazioni penalizzate

La BNS non si è espressa invece su ulteriori interventi sul mercato delle divise. Negli ultimi mesi, l’istitutoè stato sollecitato da più parti ad intervenire con maggiore vigore per frenare il continuo rafforzamento delle franco rispetto alle principali divise mondiali, a cominciare dall’euro.

Il forte apprezzamento della valuta elvetica, che rischia di penalizzare tutta l’industria di esportazione, preoccupa in particolare Swissmem. Secondo l’associazione padronale dell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica, il rafforzamento del franco provoca un degrado considerevole della competitività a livello di prezzi e costringe le aziende a ridurre al massimo i costi.

Anche l’Unione sindacale svizzera (USS) chiede alla banca centrale elvetica di lottare con determinazione contro “un franco esageratamente forte”, allo scopo di non penalizzare gli scambi commerciali con i paesi dell’Unione europea, che assorbono il 60% delle esportazioni svizzere. Se l’apprezzamento non è combattuto rapidamente, le conseguenze saranno gravi e durature, hanno rilevato rappresentanti dell’USS.

“Con un tasso di cambio dell’euro costantemente inferiore a 1,30 franchi, la situazione diventa drammatica”, ha dichiarato in una conferenza stampa Paul Rechsteiner. A detta del presidente dell’USS, si stanno già ora moltiplicando i trasferimenti di società svizzere verso altri paesi europei.

Toccato anche il turismo

Il rafforzamento del franco preoccupa anche il settore turistico. Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo, teme una flessione delle prenotazioni per il tardo autunno e la stagione invernale.

“Assistiamo ancora a una crescita dei mercati promettenti quali l’India, la Cina o i Paesi del Golfo. Tuttavia sul lungo periodo ciò non potrà compensare i cali di Eurolandia”, ha rilevato Schmid in un’intervista pubblicata dal quotidiano “Tages-Anzeiger”.

In seguito alla debolezza dell’euro, la Svizzera ha subito un rincaro del 15% per la clientela estera. Il settore non è più in grado di ridurre i prezzi, dato che lavora con margini molto ridotti, afferma il direttore di Svizzera Turismo.

Tra gennaio e luglio il turismo ha registrato un incremento del 2,5% rispetto all’anno prima. Il risultato va considerato tuttavia debole, tenendo conto della ripresa economia, osserva Schmid, precisando che l’impennata del franco si fa sentire sulle prenotazioni con un ritardo di quattro-sei mesi.

swissinfo e agenzie

La Banca nazionale svizzera può influenzare il valore della moneta intervenendo sui tassi di interesse o con operazioni sul mercato aperto.

Tassi di interesse bassi favoriscono il consumo e quindi il volume di moneta in circolazione è più elevato. In questo caso la moneta subisce un lento deprezzamento nei confronti delle altre divise.

Attualmente la BNS ha però un margine di manovra praticamente nullo, poiché i tassi di interessi sono già a livelli bassissimi.

Le operazioni sul mercato aperto sono invece transazioni che la banca centrale effettua in borsa e che permettono di iniettare o ritirare moneta nel sistema.

La Svizzera figura al quinto rango mondiale tenendo conto del Prodotto interno lordo (Pil) per abitante e in ottava posizione per quanto riguarda il potere di acquisto.

Circa il 70% del Pil proviene dal settore dei servizi, contro il 28% dal settore industriale.

Principale partner economico della Svizzera è l’Unione europea che assorbe il 62% delle esportazioni elvetiche. Il 79,5% delle importazioni svizzere provengono dai Ventisette.

Oltre il 99% delle aziende elvetiche sono piccole e medie imprese che impiegano meno di 250 collaboratori.

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