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La “danza dei morti” al Museo storico di Berna

Totentanz è una pittura murale che testimonia come, nel Medioevo, si rappresentasse la morte piuttosto che reprimerne il pensiero

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Domani, 2 novembre, è il giorno della Commemorazione dei defunti. Un tema, la morte, che nel Medioevo occupava grande spazio anche nell’arte. Come nella pittura murale chiamata Totentanz -“danza dei morti”- cui il Museo storico di Berna ha deciso di dedicare una mostra.

Dipinto nel XVI secolo sui muri di un convento nel centro di Berna, il Totentanz è in realtà andato distrutto. Quelle esposte sono copie storiche.

“La morte era sempre presente, visibile a tutti e parte della quotidianità”, spiega Frank Mathwig, portavoce della Federazione delle Chiese protestanti. “Oggi sono le pubblicità come quella di McDonald a far parte dell’architettura delle nostre città. A quei tempi, era la morte. Lo trovo affascinante”.

Pittura murale che ricordava all’uomo il suo essere mortale, e che oggi è anche ispirazione per nuove interpretazioni. La morte affascina gli artisti.

“Lo scheletro, la morte in sé, anche la figura della morte avevano qualcosa di inquietante, di opprimente”, osserva l’illustratore Jared Muralt.

Ecco il Totentanz 2016 [cfr. video]. La morte resta nella sua forma di scheletro, ma ha gli aghi al posto della falce. “Ho un po’ paura degli aghi. Credo che possano essere mortali”, dice Muralt. “Inoltre è un elemento che posso integrare facilmente nelle mie opere”.

Oggi la morte non è più parte della società, viene repressa, rileva Frank Mathwig. “Vogliamo far morire la morte. Lo facciamo con la medicina, con le assicurazioni, con tutto ciò che ci assicura la vita.”

La danza con la morte, allora come oggi, non ha perso la sua attualità.

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