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L’utopia del cibo per tutti

Una maestra distribuisce cibo alle allieve in una scuola di Adidjan in Costa d Avorio.
Una maestra distribuisce cibo alle allieve in una scuola di Adidjan in Costa d'Avorio. Keystone / Legnan Koula

Si è alzata notevolmente l'asticella per sconfiggere la fame nel mondo. Colpa della pandemia che continua ad infierire in tutte le comunità internazionali, ma anche dei danni causati dai cambiamenti climatici, killer delle coltivazioni e dei raccolti nei campi flagellati da siccità ed inondazioni.

Sul banco degli imputati anche i conflitti in molte parti del mondo, considerata la prima vera ragione della malnutrizione. Una sfida difficile da affrontare che passa un nuovo modo di produrre il cibo, trasformando i sistemi agroalimentari lungo la filiera per renderli più efficienti, resilienti e sostenibili. 

Un percorso che necessariamente deve coinvolgere tutti i consumatori. È questo il contesto in cui sono iniziate le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2021 di sabato 16 ottobre, con un evento internazionale che si è tenuto alla Fao. 

Durante l’ultimo anno le persone che soffrono la fame sono arrivate ad essere 811 milioni, nonostante si produca a livello internazionale cibo a sufficienza per sfamare l’intero pianeta. Questo, mentre il 14% del cibo prodotto va perso e il 17% va a sprecato. “Nel corso dell’ultimo anno, nonostante il Covid, abbiamo scoperto la resilienza e la forza che esistono dentro ciascuno di noi”, ha detto il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, “a tutti noi è data la possibilità di essere eroi dell’alimentazione, con le nostre azioni che definiscono il nostro futuro”.

Le gravi sfide che il mondo sta affrontando sono state evidenziate nel messaggio inviato da Papa Francesco “La lotta contro la fame esige di superare la fredda logica del mercato, incentrata avidamente sul mero beneficio economico e sulla riduzione del cibo a una merce come tante e rafforzare la logica della solidarietà”, ha detto il Papa. 

Una cosa è certa, secondo la Fao: che la trasformazione dei sistemi agroalimentari deve partire dai comuni cittadini e dalle decisioni quotidiane, dagli alimenti che si consumano, a dove si fa la spesa, al tipo di imballaggi usati per confezionare il cibo e a quanto se ne butta. Tutte queste scelte hanno conseguenze sui sistemi agroalimentari e sul futuro del nostro pianeta.

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