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L’uomo che ha cambiato il tempo

L'orologio che Breguet aveva ideato per la regina di Francia Maria Antonietta. Montres Breguet SA

Abraham-Louis Breguet non era solo un brillante orologiaio e inventore, ma anche un astuto imprenditore. Grazie al suo fiuto per gli affari e a uno spiccato senso per l'eleganza, ha avuto clienti del calibro di Maria Antonietta e Alessandro I. La sua vita e le sue opere sono oggetto di una mostra al Museo nazionale di Zurigo.

Originario di Neuchâtel, Abraham-Louis Breguet si trasferisce a Parigi nel 1775 e dopo un fortunato matrimonio apre un laboratorio di orologeria. L’attività si trasforma ben presto in un successo e si espande in paesi lontani come la Spagna, l’Inghilterra, la Russia e l’Impero Ottomano. Attraverso la sua clientela entra in contatto con i grandi personaggi dell’epoca: Maria Antonietta, la famiglia di Napoleone, lo zar Alessandro I, re Giorgio IV d’Inghilterra…

«Si può dire che c’è un prima e un dopo Breguet. È stato un rivoluzionario», spiega Christine Keller, curatrice dell’esposizione “A.-L. Breguet. L’orologeria alla conquista del mondo”.

La retrospettiva presentata dal Museo nazionale di Zurigo permette di scoprire orologi, pendole, strumenti di misura alternati a ritratti, documenti d’archivio e brevetti che abbracciano tutta l’opera di Breguet. Quel mezzo secolo di creatività che rappresenta l’età d’oro dell’orologeria, prima della sua industrializzazione.

Alla morte del suo inventore, nel 1823, la Maison Breguet è ripresa dal figlio, traferita nel canton Vaud, e oggi appartiene alla multinazionale elvetica Swatch Group.  

Nel 1801 Breguet ottiene il brevetto per la sua opera più celebre: lo scappamento a tourbillon, un meccanismo complesso utilizzato per ridurre le irregolarità di marcia dell’orologio dovute alla gravità.

Nove anni più tardi realizza il primo orologio da polso. L’esemplare – unico nel suo genere – apparteneva a Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Se l’orologio è andato perduto, i visitatori possono comunque osservare da vicino la commissione originale scritta a mano dalla regina di Napoli e delle due Sicilie.

Un’eleganza senza tempo

«Breguet è stato anche tra i promotori di una nuova estetica, più incline all’eleganza e tuttora piacevole allo sguardo», prosegue Christine Keller. Invece degli orologi da tasca panciuti e riccamente decorati, Breguet inventa orologi sottili, con figure più semplici e lineari.

L’innovazione è un successo. Lo stesso Napoleone Bonaparte, alla vigilia della sua campagna d’Egitto, acquista il famoso orologio da viaggio (pendulette) ideato da Breguet ed ora di proprietà del Museo nazionale svizzero. L’esposizione presenta anche un orologio che normalmente si trova nella camera da letto del duca di Edimburgo e marito della regina Elisabetta II, Filippo Mountbatten. Tuttora in funzione, questo gioiellino viene spolverato ogni settimana dal personale di Buckingham Palace.

Il pezzo più famoso è però probabilmente l’orologio realizzato su richiesta di Maria Antonietta e terminato dal figlio di Breguet nel 1827, molti anni dopo la morte della regina. «Questo orologio è stato rubato e poi ritrovato qualche anno più tardi. L’originale si trova ora in un museo di Gerusalemme, a Zurigo abbiamo soltanto una copia», sottolinea la curatrice.

Hayek e Breguet

Il modello dell’orologio di Maria Antonietta è stato ricreato in modo meticoloso, su commissione di Nicolas Hayek, il fondatore dello Swatch Group e colui che ha riportato la Maison Breguet in Svizzera nel 1999 quale marchio di punta.

Ora l’azienda è guidata dal nipote Marc A. Hayek, secondo cui esistono alcune analogie tra Breguet e il nonno Nicolas. «Breguet non era solo un ottimo orologiaio, ma anche un visionario, uno scienziato e probabilmente uno dei primi uomini d’affari in grado non solo di ottenere dei brevetti ma di dare un nome alle sue invenzioni», spiega  a swissinfo.ch Marc A. Hayek.

«Sono delle qualità che aveva anche mio nonno. Ha rivoluzionato l’industria orologiera dopo la crisi degli anni Settanta e Ottanta, influenzando l’intero settore come fece Breguet al suo tempo». È stato Nicolas Hayek a curare la prima esposizione sull’opera di Breguet, al Museo Louvre nel 2009. Per 2,3 milioni di franchi aveva comprato il manoscritto originale di Breget, considerato uno dei documenti più importanti della storia dell’orologiera e presentato per la prima volta al pubblico.

Ma come… Breguet era svizzero?

Il giovane Breguet arriva a Parigi all’età di 15 anni, dove trascorre 60 dei suoi 77 anni di vita ottenendo la cittadinanza francese e dando origine a una dinastia ben radicata nella vita culturale della capitale. Berguet è sicuramente un cittadino francese, per «aver lasciato la sua impronta nella storia intellettuale, scientifica e commerciale della Francia», come si legge nel catalogo dell’esposizione.

Ma è anche svizzero per le sue origini famigliari, per i primi anni trascorsi a Neuchâtel – allora principato indipendente – e per il suo ritorno di due anni, tra il 1793 e il 1795, durante la rivoluzione francese. «A rischio di scivolare nel luogo comune, possiamo dire che l suo rigore, la sua perseveranza, il suo senso dell’organizzazione e della perfezione di ogni dettaglio sembrano virtù tipicamente elvetiche», scrive Emmanuel Breguet – storico, responsabile degli archivi e delle collezioni antiche della Collezione Montres Breguet SA.

«L’uomo che sedusse la Corte di Francia e riuscì nell’impresa di farsi rispettare e ammirare dagli inglesi, costruì una rete commerciale che prefigura in un certo modo la “mondializzazione del lusso” che conosciamo oggi», prosegue Emmanuel Breguet.

«Breguet è stato con tutta evidenza l’espressione di una felice sintesi di qualità svizzere e francesi, trovando – e forse è questa la chiave del suo segreto – nella professione da lui scelta, la misura del tempo, un linguaggio non puramente nazionale ma universale».

Dopo il Museo del Louvre nel 2009, il Museo nazionale svizzero dedica una retrospettiva all’arte e alla vita di Abraham-Louis Breguet, l’uomo che è stato definito «il più grande orologiaio di tutti i tempi».

Dal 6 ottobre fino all’8 gennaio 2011, i visitatori potranno ammirare 175 orologi, pendole, strumenti di misura, ritratti, documenti d’archivio e brevetti d’invenzione.

L’esposizione “A.-L. Breguet. L’orologeria alla conquista del mondo” è il frutto della collaborazione tra il Museo nazionale svizzero e Montres Breguet.

Abraham-Louis Breguet nasce il 10 gennaio 1747 a Neuchâtel, in Svizzera.

Nel 1775 sposa Cécile L’Huillier, appartenente a una famiglia della borghesia parigina. Si mette in proprio e si stabilisce in quai de l’Horloge.

Agli anni Ottanta risale la vendita dei primi orologi automatici detti “perpetui” e le innovazioni tecniche come la molla sonora.

In seguito ai moti rivoluzionari, nel 1793 abbandona Parigi e torna a Neuchâtel con la famiglia e poi a Le Locle. Due anni più tardi si trasferisce nuovamente a Parigi.

Nel 1798 ottiene il brevetto dello scappamento a forza costante. Nel 1801 quello del regolatore a tourbillon.

Nel 1810 crea il primo orologio da polso su ordinazione della Regina di Napoli.

Breguet muore il 17 settembre del 1823; suo figlio Antoine-Louis breguet assume la direzione della Maison.

(Traduzione e adattamento dall’inglese)

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