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L’Unesco declassa il porto di Liverpool

Grande delusione nel Regno Unito dopo la decisione dell’Unesco di eliminare il porto di Liverpool dell'elenco dei posti patrimonio mondiale. 

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Secondo il comitato giudicante, un eccessivo sviluppo delle strutture, compreso il piano per un nuovo stadio di calcio, ha fatto perdere la sua autenticità ai celebri moli della città marittima inglese. 

Solo due siti, finora, avevano perduto il loro status di Patrimonio dell’Umanità, dalla nascita della convenzione, nel 1978: prima il Santuario dell’Orice d’Arabia, nell’Oman, quindi e la Valle dell’Elba a Dresda. 
 
Oggi, ad uscire dalla lista dell’Unesco, che conta oltre 1100 bellezze sparse in 167 paesi nel mondo, è stata la città di Liverpool. 
 
Declassata – da un’apposita commissione – a causa dell’eccessivo sviluppo urbanistico, che ha pregiudicato l’autenticità del suo porto, risalente all’era industriale
 
La città marittima inglese era stata insignita dell’ambito titolo nel 2004, come riconoscimento del suo impatto storico e architettonico, e del suo ruolo di importante centro commerciale durante l’Impero britannico. 
 
Ma nonostante, già lo scorso anno, il comitato dell’Unesco avesse espresso dubbi sul piano di riqualificazione della zona fronte mare – dove nei prossimi anni è prevista la costruzione di edifici molti alti e persino di un nuovo stadio di calcio – l’amministrazione locale della città dei Beatles ha tirato dritto, per la sua strada. 
 
Una scelta destinata – è stata la motivazione odierna – a “danneggiare irreversibilmente” il patrimonio culturale di Liverpool. 
 
Dove oggi, tra i suoi cittadini, regnava un senso di sorpresa mista a delusione, la stessa espressa dal governo britannico che ha contestato apertamente la decisione dell’Unesco.

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