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L’umanità responsabile dei cambiamenti climatici

Un'immagine che potrebbe diventare molto comune in futuro Keystone

Il surriscaldamento climatico è «molto probabilmente» causato dall'attività umana ed i suoi effetti dureranno per più di un millennio.

Membro del Gruppo d’esperti intergovernativo sull’evoluzione del clima (Giec) che si è riunito a Parigi, Fortunat Joos spiega a swissinfo perché è ormai giunto il momento di agire.

Venerdì il Giec ha pubblicato un suo rapporto di sintesi destinato ai governi di tutto il pianeta. Le sue conclusioni sono allarmanti: gli studiosi hanno constatato “aumenti della temperatura media dell’aria e dell’acqua, importanti scioglimenti dei ghiacciai e incremento del livello dei mari”.

Gli esperti avvertono pure che indipendentemente da quanto la civiltà ridurrà le sue emissioni di gas ad effetto serra, il riscaldamento globale e l’innalzamento dei mari continueranno per secoli.

Fortunat Joos, professore all’Università di Berna, sottolinea tuttavia che agendo oggi, alcuni effetti dei cambiamenti climatici potrebbero essere mitigati.

swissinfo: Secondo il rapporto, l’attività umana è molto probabilmente all’origine dell’effetto serra. È ormai questa l’opinione della comunità scientifica?

Fortunat Joos: La grande maggioranza degli scienziati è convinta che il riscaldamento globale stia aumentando. Lo si constata ovunque.

Ci sono anche numerose prove che gli esseri umani stanno alterando la composizione dell’atmosfera. Misurazioni hanno dimostrato che gas ad effetto serra quali il diossido di carbonio e il metano sono al livello più elevato degli ultimi 650’000 anni.

Sappiamo anche che il rallentamento dell’attività dei vulcani e la variazione dell’irradiamento solare hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera. È dunque evidente che nell’ultimo decennio l’effetto serra è stato causato dall’attività umana.

swissinfo: Il rapporto parla di una probabilità “del 90% in termini scientifici” per descrivere l’influenza dell’attività umana sul fenomeno. Cosa resta incerto?

F.J.: La terra è un sistema complesso e continua ad esistere la possibilità di non aver compreso la totalità dei fenomeni che la caratterizzano. Non disponiamo ad esempio di dati completi estesi a tutto il millennio: ci sono delle zone grigie.

Nella redazione del documento abbiamo avuto discussioni in merito alla scelta dei termini, che alcuni avrebbero voluto più forti. Abbiamo optato per una certa cautela, anche se una probabilità di nove su dieci rimane molto alta.

swissinfo: Con questa cautela (e quel 10% di spazio che lasciate al dubbio) non state fornendo degli argomenti a coloro che negano il riscaldamento climatico o i suoi impatti?

F.J.: Non credo. Negli ultimi 17 anni, il Giec ha tentato di presentare le sue tesi in maniera equilibrata, evitando sia gli allarmismi sia la negazione dei fatti. Le nostre prese di posizione, supportate da basi di dati sempre più ampie, si sono fatte più robuste.

Gli scettici hanno molte difficoltà ad argomentare contro questi dati scientifici. Oggi optano dunque per altre strade, sostenendo ad esempio che la stima dei costi generati del surriscaldamento globale sia esagerata.

swissinfo: Il rapporto è indirizzato ai politici. Le sue conclusioni potranno influenzare le loro decisioni?

F.J.: Diciamo chiaramente che l’effetto serra sta avanzando, che gli uomini ne sono responsabili e che i cambiamenti climatici avranno delle conseguenze negative. Il messaggio è sufficientemente chiaro per essere compreso.

La scelta di puntare su nuove tecnologie non basate sui combustibili fossili per migliorare l’efficienza energetica dipenderà tuttavia dagli interessi dei politici e dalle loro opinioni personali.

Se abbandonassimo le energie fossili ci sarebbero effettivamente dei settori economici perdenti. Ma molti altri, compresa la società nel suo insieme, ne uscirebbero vincitori.

swissinfo, intervista a cura di Scott Capper
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Il Gruppo d’esperti intergovernativo sull’evoluzione del clima (Giec) è stato creato nel 1988 dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente per valutare i “rischi di un cambiamento climatico indotto dalle attività umane”.

Il Gruppo è aperto a tutti i membri delle due associazioni.

I rapporti del Giec sono la base di ogni dibattito sui cambiamenti climatici.

Probabile rialzo della temperatura: 1.8 – 4 gradi.
Possibile rialzo della temperatura: 6.4 gradi.
Livello dei mari in rialzo fino a +43 cm.
Il ghiaccio artico sparirà probabilmente tra il 2050 e il 2100.
Aumento delle ondate di calore.
Probabile incremento dell’intensità delle tempeste tropicali.

Nel quadro della Conferenza internazionale sul clima di Parigi, il ministro svizzero dell’ambiente Moritz Leuenberger ha invitato la comunità internazionale a “passare all’era delle misure obbligatorie in materia di politica climatica”. Ha inoltre lanciato un appello per la creazione di una tassa mondiale sul CO2.

Secondo il ministro, la Svizzera, come tutto il mondo, deve compiere degli sforzi. Quale paese alpino, la Svizzera è particolarmente toccata dai cambiamenti climatici.

L’allarmante rapporto sul clima ha suscitato numerose reazioni anche in Svizzera. I verdi chiedono un dibattito parlamentare urgente. Il partito socialista (PS) ha promesso delle iniziative parlamentari in vista della sessione primaverile. Al contrario, l’Unione democratica di centro (destra nazionalista) si dice non preoccupata e sottolinea che i cambiamenti climatici sono già avvenuti anche in passato.

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