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L’ultimo sgarbo di Merz

I risparmi assicurati da Hans-Rudolf Merz alla Confederazione non bastano a procurargli la riconoscenza Keystone

Sentimenti di sollievo per una partenza sollecitata da tempo e soprattutto interesse per la successione: all'indomani dell'annuncio delle dimissioni di Hans-Rudolf Merz dal governo, la stampa svizzera non è tenera con il liberale radicale appenzellese.

Pur riconoscendogli buone qualità di amministratore delle finanze, come pure virtù umane, quali giovialità e onestà, i commentatori elvetici giudicano generalmente che il tesoriere della Confederazione non è una persona fatta per fare politica e che nessuno lo rimpiangerà a Berna.

Le dimissioni di Merz: “Una fortuna per la Svizzera”, titola in prima pagina il bernese Der Bund. Analogo il titolo dello zurighese TagesAnzeiger: “Rallegrante per Merz, il PLR e la Svizzera”. Secondo i due quotidiani, il liberale radicale “resterà nella storia come il consigliere federale (…) costretto a fare quello che non avrebbe mai voluto in vita sua”.

Una lancia in favore di Merz è spezzata dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), che sottolinea come sia stato l’unico ministro delle finanze in Europa a presentare dei conti di Stato con un’eccedenza nel 2009 in piena recessione mondiale. “Ha stabilizzato il budget della Confederazione e ridotto il debito di circa 20 miliardi franchi”, sottolinea il giornale zurighese.

“Certo, le finanze federali vanno bene, ma il custode di colui che presentava le migliori garanzie del sigillo della cassaforte del segreto bancario ha dovuto aprire parzialmente la porta”, relativizza il quotidiano friburghese La Liberté.

Nell’interesse del partito

Ma più che il bilancio dei sette anni dell’appenzellese in governo, la maggior parte degli editorialisti analizza la sua partenza dal profilo della tattica in funzione dell’elezione per la sua successione. La stampa svizzera sembra aver già girato la pagina Merz.

Benché Merz nella conferenza stampa di venerdì abbia negato di avere subito pressioni dal proprio partito per dimettersi per ottobre – rimescolando così le carte dei socialisti, il cui ministro Moritz Leuenberger ha annunciato la partenza per la fine di dicembre -, per i commentatori non c’è dubbio che la tempistica sia dettata dall’obiettivo di servire gli interessi liberali radicali e non quelli del paese.

In tal modo, “aumenta le possibilità del suo partito di mantenere due seggi nell’esecutivo e perturba la strategia dei socialisti”, come scrive la Tribune de Genève. Una tattica che un altro quotidiano ginevrino, Le Temps, stigmatizza aspramente definendola “l’ultima nota stonata di Hans-Rudolf Merz”, che non tiene conto dell’interesse collettivo.

Il ministro delle finanze, nella scelta del giorno dell’annuncio delle dimissioni, ha persino “relegato in secondo piano il lancio, da parte della presidente della Confederazione Doris Leuthard, della campagna per la votazione su un oggetto così delicato come la revisione dell’assicurazione contro la disoccupazione”, rincara Le Temps.

Gli fa eco con parole ancor più dure il vodese “24 Heures”, secondo cui, il tesoriere della Confederazione si dimette “un po’ come ha governato, in buon gestore un po’ ottuso, tendenza autistica. Il buon gestore pensa al suo partito, che può così soffiare la guida ai socialisti e piazzare le sue pedine nella corsa alle successioni. L’ottuso se ne infischia di dare l’annuncio il mattino stesso in cui la sua collega e presidente Doris Leuthard, lancia la campagna per la votazione sull’assicurazione contro la disoccupazione”.

Un disaccordo che, per diversi commentatori, mette in evidenza il clima che regna all’interno del Consiglio federale. “Questi annunci disordinati sembrano più a infantilismi che a un comportamento che ci si aspetta da uomini di Stato”, scrivono i neocastellani L’Express e L’Impartial.

L’ora delle donne

Forse le donne sarebbero più all’altezza? Di certo per i due quotidiani neocastellani è ora che nel governo svizzero ci sia una maggioranza femminile.

Nelle speculazioni che già da tempo circolavano sulla successione di Merz e che sabato la stampa elvetica conferma, spicca il nome di una favorita: la consigliera di Stato (ministra) san gallese Karin Keller-Sutter. Se fosse eletta il 22 settembre, il governo elvetico risulterebbe composto di quattro donne e tre uomini. “Una buona notizia. Speriamo anzi che i socialisti riescano a farne eleggere una quinta”, l’8 dicembre quando si deciderà la successione di Moritz Leuenberger, commenta L’Express.

Queste sono però solo congetture. E anche se la strategia di due elezioni ravvicinate sembra garantire un sostegno reciproco fra liberali radicali e socialisti per assicurarsi la salvaguardia dei rispettivi seggi in governo, i commentatori sottolineano che la concorrenza non manca. L’Unione democratica di centro (destra conservatrice) e i Verdi hanno già annunciato di volersi mettere in lizza e le alleanze si giocheranno anche in funzione dei candidati PLR e PS.

“Il peggio è che dopo l’elezione per la successione di Merz il teatro continuerà e così la Svizzera resta destabilizzata”, osserva la Basler Zeitung a proposito delle due elezioni nel giro di poco più di due mesi. Negoziati e mercanteggiamenti segneranno l’autunno politico 2010 in Svizzera, che la Berner Zeitung definisce come “un mercato del bestiame”.

Il Ticino torna a fare i conti con Berna

Anche al sud delle Alpi gli editorialisti guardano al dopo-Merz e dopo-Leuenberger, valutando le possibilità ticinesi di un ritorno al governo federale. Uno sguardo che è alquanto scettico.

Seppur non escludendo a priori la possibilità di una candidatura liberale radicale ticinese, il Corriere del Ticino osserva che “è difficile immaginare che in vista di elezioni federali molto difficili per il PLR nel 2011, il partito rinunci a privilegiare per il Governo uno svizzero tedesco”. E sul fronte socialista “la successione di Leuenberger sarà altrettanto ardua per un (o una) ticinese. Il PS svizzero dispone infatti già oggi di diversi(e) candidati(e) romandi e svizzero tedeschi in grado di ottenere una maggioranza parlamentare”.

Per La Regione Ticino, pur trattandosi di una rivendicazione “legittima”, occorre in ogni caso evitare “la replica dello spettacolo offerto in occasione della elezione di Didier Burkhalter . Se i candidati veramente ci sono si costruisca una strategia seria con la quale raggiungere il consenso indispensabile in questi casi”. Secondo il foglio bellinzonese, infatti, “in gioco vi è la credibilità del Cantone”.

Ancor più pessimista il Giornale del Popolo, per il quale ” questa volta tutto sembra ancora più difficile dell’anno scorso, perché tutto sembra ormai preparato e confezionato”. Secondo il quotidiano della curia, sul fronte del PLR le porte del governo sono già spalancate per la sangallese Karin Keller-Sutter, che ha “tutte le carte in regola per diventare la quarta signora a Berna”. Circa le “chances di una candidatura socialista ticinese a dicembre, sembrano troppe le donne dei Cantoni “giusti” già selezionate per succedere a Leuenberger”.

Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

Hans-Rudolf Merz nasce il 10 novembre 1942 a Herisau (Appenzello Esterno).

Studia economia e diritto finanziario all’Università di San Gallo, dove nel 1971 consegue il dottorato in scienze politiche.

Dal 1969 al 1974 è il segretario della sezione san gallese del Partito liberale radicale.

Dal 1977 al 2003 svolge la professione di consulente aziendale indipendente; fa parte del consiglio di amministrazione di diverse imprese industriali e di servizi svizzere.

Nel 1997 è eletto quale rappresentante liberale radicale del canton Appenzello Esterno al Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni).

Nel dicembre 2003 è eletto al governo federale quale successore di Kaspar Villiger. Dalla sua entrata in carica, nel gennaio 2004, dirige il Dipartimento federale delle finanze.

È stato presidente della Confederazione nel 2009.

Hans-Rudolf Merz è sposato e padre di tre figli.

Il successore o la successora di Hans-Rudolf Merz sarà eletto(a) il 22 settembre dalle Camere riunite in Assemblea federale.

All’interno del Partito liberale radicale (PLR), i pretendenti alla poltrona vacante hanno tempo fino al 21 agosto per candidarsi.

Il partito pone come condizione la provenienza da un cantone italofono o tedescofono.

Il Gruppo parlamentare PLR procederà alle audizioni il 3 settembre e deciderà il 14 settembre chi candidare ufficialmente.

Il PLR avrà concorrenza esterna. Sia l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), sia i Verdi rivendicano il seggio lasciato libero da Merz. Per ora non hanno però ancora annunciato candidati.

Gli ecologisti possono contare sul sostegno del Partito socialista (PS), secondo quanto ha affermato il suo presidente Christian Levrat.

Il Partito borghese democratico (PBD, composto di dissidenti dell’UDC) invece detto che il seggio spetta a un partito di centro.

Il Partito popolare democratico (PPD) non ha ancora svelato le sue carte, ma il suo presidente Christophe Darbellay ha accusato PLR e PS di aver pattuito segretamente un sostegno reciproco ai propri candidati. Accuse seccamente smentite dai diretti interessati.

L’elezione del o della successore(a) del consigliere federale socialista Moritz Leuenberger, che si dimetterà alla fine dell’anno, è in calendario all’Assemblea federale l’8 dicembre.

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