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L’ultima avanguardia del 20° secolo al museo

Giuseppe Pinot-Gallizio, Senza titolo (pittura industriale), 1958 Archivio Gallizio, Torino

Il Museo Tinguely di Basilea dedica una vasta esposizione a uno dei movimenti (anti-) artistici più importanti e meno noti del dopoguerra: l'Internazionale Situazionista.

Con la presentazione di oltre 400 tra opere e documenti, l’esposizione si propone di far uscire dall’oblio le idee di un movimento internazionale che ha segnato un’epoca.

Fondato esattamente 50 fa, l’Internazionale Situazionista (IS) non è mai stato un movimento avvezzo ai musei. Uno dei punti centrali del suo programma era infatti l’abolizione dell’arte e il superamento di ogni forma di rappresentazione.

Sembra perciò strano e contraddittorio ritrovare raccolte in un’esposizione le idee e le posizioni rivoluzionarie dei suoi esponenti. “Ma i situazionisti non si sentirebbero offesi – ci spiega Juri Steiner che ha collaborato alla realizzazione della mostra -, perché sono stati loro ad aiutarci a farla: senza la loro volontà non si sarebbe potuta fare un’esposizione sul movimento. Credo sia giunto il tempo di ricordarli e anche loro non vogliono essere dimenticati.”

Sebbene l’IS sia considerata l’anello di congiunzione tra il dadaismo, la pop-art e la cultura punk e la sua opera principale sia nientemeno che la protesta studentesca del maggio 1968, pochi, al di fuori della Francia, conoscono questo movimento d’avanguardia che ha operato a Parigi tra il 1957 e il 1972.

La mostra presentata al Museo Tinguely e concepita in collaborazione con il Centraal Museum di Utrecht, si propone di colmare questo vuoto cercando di spiegare al pubblico chi fosse l’IS.

Contro ogni forma di rappresentazione dell’arte

Fondato nel 1957 in seguito alla fusione di diversi gruppi avanguardistici soprattutto di area artistico-letteraria, il movimento situazionista non era interessato alla creazione di un’opera d’arte o alla definizione di un proprio estetismo, ma alla produzione di realtà.

L’IS considerava l’arte come una forma espressiva dello spettacolo che riduceva l’essere umano a consumatore passivo. Perciò intendeva piuttosto eliminare tutte le forme di rappresentazione artistica e dello spettacolo – espressioni sottomesse ai principi capitalistici – per riappropriarsi di una vita liberata dal consumo e dalla produttività.

“La società dei consumi del dopoguerra è l’humus sul quale è cresciuta la critica dei situazionisti alla società – spiega Juri Steiner -, ciò è avvenuto inizialmente con metodi dadaisti, compresa la totale ridicolizzazione di quello che sono le norme sociali. Poi però si è anche radicalizzata sul piano politico come su quello estetico.”

In mostra anche i movimenti precursori

Concepita cronologicamente, la mostra è suddivisa in 8 sezioni ognuna delle quali ricostruisce atmosfere e ricorda fatti storici che hanno marcato la nascita, l’evoluzione e lo scioglimento del movimento.

L’esposizione si apre con una prima sezione dedicata ai diretti precursori dell’IS: il Lettrismo e l’Internazionale Lettrista. Com’è visibile dalle opere e dai documenti qui esposti, i suoi esponenti focalizzarono la loro protesta soprattutto al linguaggio poetico e cinematografico che frazionarono fino alla riduzione distruttiva.

Tra i documenti appare per la prima volta anche la firma del francese Guy Debord, fondatore dell’Internazionale Lettrista, che diverrà il capofila dell’IS. Attorno alla sua figura ruota tutta l’eposizione basilese.

Dalla pratica artistica alla teoria politica

Un posto di rilievo viene riservato anche alle opere del danese Asger Jorn e a quelle dell’olandese Costant Nieuwenhuys. Fondatori del gruppo CoBrA, il movimento pittorico d’avanguardia attivo fino al 1951 che intendeva liberare l’arte dal suo microcosmo elitario, Jorn e Costant divennero attivi tra le fila dei primi situazionisti.

La violazione e la trasgressione cosciente di ogni regola artistica attraverso l’uso di un linguaggio ironico profondamente radicale, spinse l’azione teorica dell’IS ad uscire completamente dall’ambito artistico e a trasformarsi sempre di più in un’associazione di intellettuali politici.

Quando agli inizi del 1962 le posizioni dell’IS si fecero più radicali e rifiutarono categoricamente ogni forma di produzione artistica, molti dei suoi membri che non intendevano rinunciare a questa pratica, vennero espulsi dal movimento. Tra questi vi erano anche Jorn e Costant di cui la mostra segue comunque il percorso artistico anche dopo la loro uscita dall’IS.

La rivolta studentesca

Le teorie dell’IS divennero note a un pubblico più ampio quando nel 1966 un gruppo di studenti di Strasburgo alla ricerca di un sostegno rivoluzionario, le fece proprie diffondendole nelle maggiori università francesi. Da lì al 68 il passo fu breve. Gli studenti contestatori di Nanterre, di Parigi e della Francia intera, propagarono slogan, manifesti e fumetti situationisti in tutto il paese.

“Ciò che unisce in generale i situazionisti con la rivolta del 68 – spiega Juri Steiner -, va dall’abbigliamento alla liberazione sessuale al modo di allevare i figli, cioè tutto l’aspetto anti autoritario ma anche quello ludico. ‘Ne travailler jamais’ era il loro slogan centrale, ovvero non venderti, non diventare uno strumento del mondo dello spettacolo.”

swissinfo, Paola Beltrame, Basilea

La mostra dedicata all’Internazionale Situazionista è in corso al Museo Tinguely fino al 5 agosto.
Completano l’esposizione numerose manifestazioni nel corso delle quali verrano presentate foto e film inediti.
Agli incontri saranno presenti scrittori, cineasti e filosofi di fama internazionale.
Un calendario dettagliato degli appuntamenti è disponibile sul sito del museo.
S’inserisce nelle manifestazioni legate alla mostra anche l’incontro previsto il 22 maggio al Cabaret Voltaire di Zurigo dove Juri Steiner et Stefan Zweifel terranno una conferenza con successiva discussione sul tema: “Open source: gli Hacker sono i situazionisti di oggi?

L’IS fu fondata il 28 luglio del 1957 a Cosio di Arroscia in provincia di Imperia in seguito alla fusione di alcuni elementi dell’internazionale Lettrista, del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista, del Movimento CoBrA e del Comitato Psicogeografico di Londra. Sebbene il movimento ebbe sezioni in Europa, negli Stati Uniti e nel nord Africa, il il suo epicentro fu Parigi.

Nato come movimento anti-artistico nel terreno delle avanguardie letterarie, nei 15 anni della sua esistenza l’IS spostò la sua critica rivoluzionaria dal piano artistico a quello politico.

Dopo il maggio del 68 il gruppo raggiunge un livello di popolarità mai conosciuto. Centinaia di giovani si definirono situazionisti senza sapere cosa fosse l’Internazionale. Lacerato da scissioni ed espulsioni, il movimento decise l’autoscioglimento all’8° congresso tenutosi a Venezia nel 1972.

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