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L’UDC parte in campagna col suo cavallo di battaglia

Christoph Blocher è stato il grande artefice del successo dell'UDC Keystone

Stranieri che vivono in Svizzera minacciano il paese, i suoi figli e il loro futuro. Per questo occorre inasprire la politica migratoria. Con questo messaggio l'UDC è diventata il più grande partito della Confederazione. Ora avvia la campagna per le elezioni del 2011 con una prima: una consultazione popolare.

In politica il marketing sostituisce sempre più i dibattiti di contenuto e la cultura del confronto. Un’evoluzione che si registra non solo in Svizzera. Così, per esempio, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato guerra ai rom, dopo che in un villaggio della Loira si sono verificati scontri fra nomadi e polizia. Lo stesso ha fatto con gli spacciatori di droga e i criminali di origine straniera, in seguito alle violenze scoppiate a Grenoble.

Con una retorica dura nei confronti di stranieri e di francesi di origine stranieri, secondo osservatori politici, Sarkozy cerca di sviare l’attenzione pubblica dalla vicenda Bettencourt e far risalire la propria popolarità, colata a picco in seguito degli scandali legati all’affaire della miliardaria, erede di L’Oréal.

Tastare il polso al popolo

In Svizzera la destra conservatrice dell’Unione democratica di centro (UDC), in concomitanza con la festa nazionale del 1° agosto, ha distribuito a tutte le economie domestiche un opuscolo di una ventina di pagine, intitolato “Quale politica degli stranieri volete?”. Il partito invita la cittadinanza elvetica a partecipare alla “consultazione popolare sulla politica d’asilo e degli stranieri”.

Con questo sondaggio, l’UDC vuole “tastare il polso al popolo”, ha affermato il presidente del partito Toni Brunner, presentando l’iniziativa in una conferenza stampa. Popolo sollecitato ad esprimersi su proposte di inasprimenti in materia di migrazione, depositate in parlamento da rappresentanti dell’UDC.

Il partito – che si sente le ali ai piedi dopo il successo dell’iniziativa popolare per il divieto di costruzione di nuovi minareti, nel novembre 2009 – si concentra dunque nuovamente su quello che per anni è stato il suo tema prediletto.

Il segreto bancario non è più un tema

Un ritorno al suo primo cavallo di battaglia, operato dopo che altri temi si sono rivelati meno paganti. Per esempio l’UDC aveva tuonato che avrebbe intrapreso tutto il possibile per salvare il segreto bancario svizzero e ancorarlo nella Costituzione federale. Nel frattempo, però, i suoi rappresentanti hanno sostenuto l’accordo UBS con gli Stati Uniti. Un accordo che priva di segreto bancario 4’450 clienti dell’UBS negli Stati Uniti.

Il partito ha anche rinunciato a lanciare il referendum – che aveva brandito come minaccia – contro i nuovi accordi di doppia imposizione. E questo nonostante che le nuove convenzioni sulla doppia imposizione relativizzino fortemente il segreto bancario per i clienti esteri delle banche svizzere.

Stile e retorica ormai noti

Che l’UDC aprisse la campagna per le elezioni federali dell’ottobre 2011 con il tema degli stranieri era prevedibile, ha commentato il politologo Georg Lutz, intervistato dal quotidiano “Südostschweiz”. “Con questo tema l’UDC può vincere delle elezioni. Con altri temi, come la lotta contro i bonus stratosferici e il segreto bancario, invece, si è ingarbugliata ed ha creato confusione al posto di chiarezza. Perciò tenta con tutti i mezzi di rendere d’attualità il suo tema centrale”.

La presentazione dell’opuscolo riflette esattamente lo stile e la retorica collaudate da ormai tanti anni dal partito. Grandi caratteri, titolo provocatorio, tesi semplici, anche per questioni complesse, e grafici distorti trasmettono ai lettori il messaggio secondo cui “il popolo deve vigilare sul diritto”, perché i politici e le autorità non fanno nulla.

Il partito ha persino ritirato fuori dal cassetto le controverse pecore bianche che buttano fuori a calci dal territorio svizzero una pecora nera.

Non rappresentativo, ma abile mossa

“Il modo di procedere dell’UDC è intelligente”, dice lo specialista di campagne pubblicitarie Mark Balsiger. “L’UDC utilizza il vuoto nell’attualità estiva, consapevole che la sua azione è accompagnata da un effetto mediatico. Ciò rafforza la sua presenza e dà maggior forza alle sue rivendicazioni”.

Il metodo della consultazione è molto semplice. In un questionario, l’UDC presenta dieci rivendicazioni. Chi partecipa alla consultazione può esprimere il proprio consenso con una semplice crocetta a fianco di quelle che sostiene. Sempre con una crocetta, può anche indicare che non approva alcuna misura proposta e/o che non vede alcun problema nel settore degli stranieri. C’è pure la possibilità di formulare la propria proposta.

Concretamente l’UDC propone di rescindere l’accordo di libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’Unione europea, abolire il diritto di ricorso nelle naturalizzazioni, introdurre periodi di prova per le naturalizzazioni, revocare il permesso di soggiorno a stranieri che da diversi anni dipendono dall’assistenza sociale, condizionare il ricongiungimento familiare alla conoscenza della lingua del luogo di residenza, espellere sistematicamente gli stranieri che commettono gravi reati, imporre una dichiarazione di rispetto delle leggi e d’impegno ad integrarsi, pena la revoca del permesso, espellere rigorosamente i clandestini, creare una linea telefonica nazionale per la denuncia di abusi da parte di stranieri.

La consultazione è aperta a tutti e chiunque può inviare all’UDC più questionari con le risposte, sia cartacei, sia elettronici. Il termine ultimo di partecipazione scade il 31 ottobre. Il partito promette che terrà conto delle risposte nell’allestimento del programma elettorale 2011.

“In fin dei conti si tratta di marketing, non di un sondaggio rappresentativo dell’opinione del popolo svizzero”, osserva il politologo Iwan Rickenbacher. Ma sicuramente in questo modo il partito otterrà una certa attenzione, riconosce il popolare democratico.

Andreas Keiser, swissinfo.ch
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

L’UDC distribuisce 3,6 milioni di copie dell’opuscolo nelle cassette delle lettere in tutta la Svizzera. La distribuzione è iniziata nella Svizzera tedesca e ora prosegue in quella romanda e italiana.

L’opuscolo, disponibile anche in forma elettronica, contiene un questionario che il partito invita a compilare e a trasmettergli entro il 31 ottobre. In novembre l’UDC renderà pubblici i risultati.

Una data che non è casuale. Il 28 novembre, infatti, si voterà sull’iniziativa popolare dell’UDC “per l’espulsione di stranieri che commettono reati”. Parallelamente l’elettorato svizzero dovrà esprimersi anche sul controprogetto diretto approvato dal parlamento, che precisa i criteri di allontanamento dal territorio elvetico e che impone il rispetto della Costituzione federale e del diritto internazionale nelle espulsioni.

L’iniziativa era stata lanciata il 1° agosto 2007 ed era stata utilizzata dall’UDC per la campagna per le elezioni federali dell’ottobre di quell’anno.

La raccolta delle firme era stata promossa con un manifesto raffigurante una pecora nera cacciata a calci da una bianca dal territorio svizzero, che aveva scatenato aspre polemiche all’interno del paese e suscitato critiche internazionali. L’UDC ripropone ora il controverso manifesto per la campagna in vista della votazione federale del 28 novembre.

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