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L’Ucraina non si arrende

Kiev è sotto assedio, l'esercito russo avanza su tutti i fronti ma i soldati ucraini continuano a combattere strenuamente contro forze soverchianti. Putin sollecita i militari avversari a deporre il presidente per giungere a una tregua.

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Ore decisive per Kiev assediata dalle truppe di terra russe. Nella notte la capitale è stata raggiunta da una pioggia di missili mentre i carrarmati di Mosca avanzano e si posizionano nei punti strategici mentre alla popolazione sono stati distribuiti 18’000 fucili. Ma secondo l’intelligence statunitense la caduta della città è questione di giorni, forse ore.

Zelensky resiste a Kiev

Volodymyr Zelensky è sempre più l’obiettivo dichiarato di Vladimir Putin che ha invitato l’esercito avversario a deporre il presidente. Così, suggerisce il capo del Cremlino, “sarà più facile per voi trovare un accordo con noi”.

Intanto la popolazione, che solo un paio di giorni prima non avrebbe mai immaginato di trovarsi in questa drammatica situazione, è stremata e terrorizzata, dopo aver trascorso la notte nelle metropolitane adibite a bunker antiaerei e il giorno a improvvisare trincee con i sacchi di sabbia.

Sul piano diplomatico si è affacciata la possibilità di negoziati tra delegazioni dei due governi a Minsk, una notizia che potrebbe avere conferme e sviluppi nelle prossime ore.

Il leader ucraino, su cui si concentrano le attenzioni russe, è barricato a Kiev da dove ha avuto colloqui in videoconferenza con alcuni leader europei. “Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedete vivo”, ha detto, aggiungendo che non intende mollare. In giornata ha risentito il presidente degli Usa Joe Biden e chiesto al premier israeliano Naftali Bennett di mediare con il Cremlino.

Il sacrificio dei difensori dell’Isola dei serpenti

Alla fine del secondo giorno di invasione, l’Ucraina, sotto attacco da tutti i fronti dove è costretta a indietreggiare davanti a forze soverchianti, resiste e la popolazione si arma per impegnare i militari russi nelle città. In giornata è rimbalzata la notizia del sacrificio dei tredici soldati, diventati “eroi” nazionali dopo che sulle reti sociali è diventato virale l’audio in cui insultano la nave da guerra russa che ha poi bombardato la piccola ma strategica isola dei Serpenti nel Mar Nero, a poche miglia dalla Romania. Un esempio per i combattenti volontari, come i 9’000 ucraini in Polonia che si sono fatti avanti per arruolarsi.

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Pur rallentata, l’offensiva non si ferma. Mosca rivendica l’eliminazione di 211 obiettivi strategici, tra cui 17 centri di comando e comunicazione. Le perdite ucraine sarebbero circa 300, tra cui, secondo la difesa di Londra, almeno 57 civili. Per la stessa fonte, sono circa 450 i combattenti russi uccisi, mentre Kiev evoca bilanci ben più pesanti (oltre un migliaio).

Le truppe di Mosca e le milizie paramilitari filorusse avanzano però da tutti i fronti, con manovre a tenaglia: in Donbass, dove continua l’attacco alla città portuale di Mariupol anche con un assalto anfibio; dalla Crimea verso l’oblast di Cherson, via privilegiata per la presa di Odessa e lo sbarramento degli accessi al mare; e a nord, tutt’intorno a Kiev, nel quartiere di Oblonsky e all’aeroporto militare di Gostomel, a 30 chilometri dalla capitale, dove a conclusione di feroci combattimenti sono sbarcati i paracadutisti di Mosca. E nella notte Kiev è ancor più stretta d’assedio, con esplosioni a intervalli di pochi minuti nei pressi della centrale elettrica CHP-6, a quattordici chilometri dal centro.

Avanti con le sanzioni

Mentre l’Onu parla di oltre 50’000 rifugiati, l’Occidente continua sulla strada delle sanzioni. Usa, Ue e Regno Unito colpiscono direttamente Putin e il suo ministro degli esteri, Serghei Lavrov, congelandone i beni, e Bruxelles studia un terzo pacchetto su cui si manifestano però divergenze tra i 27, in particolare intorno al nodo dell’esclusione di Mosca dal sistema Swift per i pagamenti bancari.

La Russia viene intanto estromessa dal Consiglio d’Europa e dall’Eurovision di Torino. Mentre la Nato ha invitato al suo vertice Finlandia e Svezia, scatenando la reazione irata del Cremlino. Tutte misure per isolare Putin e trasformarlo, come ha minacciato Biden, in un “paria sulla scena internazionale”.

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