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L’onore ritrovato di Aimée Stauffer-Stitelmann

Aimée Stauffer-Stitelmann: per tre anni ha fatto passare in Svizzera una quindicina di bambini perseguitati dai nazisti Keystone

Condannata nel 1945 per aver prestato aiuto a vittime del nazismo, la ginevrina Aimée Stauffer-Stitelmann è la prima persona ad essere ufficialmente riabilitata.

La commissione del parlamento ha deciso, grazie alla legge che annulla le condanne, entrata in vigore il 1° gennaio scorso.

La commissione di riabilitazione dell’Assemblea federale ha adottato la decisione all’unanimità, ha dichiarato mercoledì ai media la sua presidente Françoise Saudan, parlamentare radicale ginevrina.

In linea di principio tutte le sentenze pronunciate dalla giustizia militare come anche dai tribunali penali federali o cantonali ordinari contro le persone che hanno aiutato i profughi durante il nazismo, sono annullate.

La Commissione di riabilitazione, tuttavia, decide in ogni singolo caso se una determinata sentenza rientra nella decisione generale di annullamento.

Un’eroina silenziosa della solidarietà

La signora Stauffer-Stitelmann, oggi 79enne, è stata condannata a 15 giorni di arresti di rigore, per tentativo di passaggio clandestino della frontiera franco-svizzera. Prima di essere arrestata dalla polizia, per tre anni aveva fatto passare in Svizzera – sul treno, attraverso le campagne o le montagne – una quindicina di bambini, quasi tutti orfani, che affidava a privati.

All’epoca del nazismo «pensavo che si doveva fare qualcosa, pur non sapendo cosa», ha detto, affermando d’essere allora stata contattata da un prete. La Stitelmann fu condannata nel luglio del 1945 dalla giustizia militare per aver aiutato illegalmente varie persone a lasciare la Svizzera alla volta della Francia e aver cercato di raggiungere Grenoble per prendere in consegna bambini ebrei.

L’interessata aveva finora ritenuto «assurdo» compiere un’azione di riabilitazione. «Tutto ciò non cambia nulla nella mia vita di tutti i giorni, ma si tratta di un segno per il futuro», aveva dichiarato a metà gennaio. Stitelmann spera ora che il suo passo serva a coloro che si battono per i «sans-papier» o per le persone espulse.

Altri casi in attesa di riesame

Il caso Stitelmann non è l’unico presentato alla commissione di riabilitazione del parlamento. La Fondazione Paul Grüninger, un’istituzione che ha preso nome dell’ex capo della polizia del canton San Gallo che ha pure aiutato rifugiati nel periodo bellico, ha depositato da sola una richiesta collettiva per 26 persone condannate in Svizzera romanda, orientale e settentrionale.

La Fondazione chiede parallelamente alla commissione di incaricare gli Archivi federali e cantonali di redigere un rapporto sulle condanne pronunciate tra il 1933 e il 1945, ha indicato lo storico Stefan Keller a nome della Fondazione. I nomi di generosi passatori che hanno rischiato e pagato per salvare dei perseguitati potrebbe dunque diventare ancora più lunga.

Legge e giustizia

Martine Brunschwig Graf, consigliera nazionale ginevrina e membro della Commissione di riabilitazione, ha espresso la sua soddisfazione per questo primo passo verso la riappacificazione. Le autorità di allora, in un agire miope, anche se giuridicamente inappellabile, hanno semplicemente applicato le leggi anche se la contingenza drammatica e l’umanità necessitavano di altre regole.

«Sono molto felice, perché con questo atto, la Svizzera può riconoscere l’azione legittima di persone che si sono impegnate in condizioni molto difficili e in modo veramente coraggioso», ha affermato la Brunschwig Graf a swissinfo.

La commissione ha iniziato i suoi lavori con un caso un po’ atipico, ha affermato poi la senatrice Françoise Saudan. La signora Stauffer-Stitelmann non avrà diritto a una cerimonia particolare, poiché le legge non prevede che una procedura semplificata, e non potrà neppure – come chiedeva – contare sulla pubblicazione della decisione su quattro quotidiani romandi, in quanto la commissione non dispone di mezzi finanziari a tale scopo. Si è limitata a pubblicare la propria decisione su sito internet del parlamento e convocare una conferenza stampa.

Il termine per inoltrare una domanda di riabilitazione è valido fino al 31 dicembre 2008, ma potrà essere prorogato di tre anni in caso di «ritardi scusabili». La procedura è gratuita. La sentenza pronunciata dalla commissione è definitiva. Non sono dunque previsti ricorsi. Inoltre, la riabilitazione non dà diritto a risarcimenti o riparazioni.

swissinfo e agenzie

Dal 1° gennaio 2004 è in vigore la legge che annulla le condanne a persone che hanno aiutato le vittime del nazismo.
La ginevrina Aimée Stauffer-Stitelmann è la prima persona a beneficiare della legge.
27 domande sono ancora pendenti davanti alla commissione di riabilitazione del parlamento.

La domanda di riabilitazione deve essere inoltrata alla Commissione della riabilitazione entro il 31 dicembre 2008. In caso di ritardi «scusabili», il termine potrà essere prolungato anche negli anni successivi.

La procedura è gratuita e non dà diritto ad un indennizzo pecuniario.

La decisione presa dalla commissione, composta da membri delle due camere del parlamento, è definitiva. Non esiste un’istanza di ricorso.

La commissione è composta da 12 consiglieri nazionali e da 5 membri del Consiglio degli Stati.

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