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L’isola dei prezzi elevati inizia a sprofondare

Coop non ci sta e indica in modo chiaro quali prodotti sono troppo cari e verranno tolti dagli scaffali Keystone

Il franco forte ha reso possibile ciò che le associazioni a protezione dei consumatori e il sorvegliante dei prezzi hanno tentato per anni: fare pressione sul prezzo dei prodotti importati. Per un effetto duraturo bisognerebbe semplificare la legge sui cartelli.

Per un paio di pantaloni da donna della stessa marca (Vögele), in Svizzera le consumatrici pagano il 104% in più rispetto alla Germania. Lo stesso deodorante costa il 188% in più. Per l’olio d’oliva, alla Migros si sborsa il 225% in più di quanto si spenderebbe in un supermercato italiano. E questa è solo una piccola scelta degli oltre 1000 prodotti che sono stati segnalati alla Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS).

È stata la responsabile della SKS, Sara Stalder, ad avviare il dibattito. A metà luglio si è rivolta al ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann chiedendo una tavola rotonda. La sua richiesta è stata accolta e il 10 agosto tutti i responsabili si sono riuniti per trovare delle misure da applicare immediatamente e a medio-lungo termine.

Il consigliere federale Schneider-Ammann non ha perso tempo e il 17 agosto il governo ha annunciato un pacchetto di misure per contrastare gli effetti sull’economia del franco forte e lottare contro il rincaro dei prodotti di importazione.

Guadagno legato alla valuta del 20%

Già prima della perdita di valore dell’euro e del dollaro, la Svizzera era considerata un’isola costosa. Il rafforzamento del franco ha causato un ulteriore aumento della differenza dei prezzi tra l’estero e la Svizzera. La forchetta del profitto dei produttori legato alla valuta è arrivata al 20%.

Il dettagliante Coop è stato il primo a scoppiare. Il grande distributore ha deciso di togliere 95 articoli di marca dall’assortimento. Il riso, alcuni articoli cosmetici e dei dolciumi sono venduti a metà prezzo finché finiranno gli stock. Nel frattempo Coop spera di raggiungere un accordo con i produttori.

Il principale concorrente di Coop, Migros, ha annunciato di aver trovato un accordo con alcuni dei produttori del calibro di Nestlé, L’Oréal, Ferrero e Unilever e di essere intenzionata ad abbassare del 10-20% il prezzo di 500 articoli a partire dal 22 agosto.

Accordi tra produttore e importatore

L’ex sorvegliante dei prezzi Rudolf Strahm ritiene che alla base del rincaro dei prodotti di importazione ci siano dei cartelli verticali. Si tratta di accordi contrattuali sui prezzi tra importatori e produttori.

In diversi articoli, l’ex mister prezzi ha espresso l’auspicio che la Commissione federale della concorrenza (Comco) proceda contro i cartelli di questo tipo.

Pur non rimanendo con le mani in mano, la Comco finora si è mostrata piuttosto restia ad intervenire. Questo perché in teoria in Svizzera funziona la cosiddetta concorrenza inter-brand (concorrenza fra produttori di marche diverse). Secondo questo tipo di modello, i consumatori decidono di acquistare un prodotto meno caro invece di un prodotto di marca caro prodotto all’estero.

Tra gli interventi della Comco va ricordata la multa affibbiata nel 2009 al produttore di dentifricio svizzero Elmex perché aveva proibito le importazioni parallele meno care dall’Austria.

Attualmente è ancora in sospeso il caso BMW. Nell’ottobre del 2010 la Comco ha aperto un fascicolo per valutare se il produttore di autoveicoli abbia proibito l’importazione diretta di automobili della marca BMW e Mini in Svizzera. Se i sospetti saranno confermati, BMW dovrà pagare una multa equivalente al 10% dell’intera cifra d’affari svizzera degli ultimi tre anni.

Legge sui cartelli troppo complessa

Ritenuto da più parti poco efficace, il lavoro della Comco è probabilmente ostacolato dalla complessità della legge svizzera sui cartelli. Per migliorare la situazione, sia l’ex sorvegliante dei prezzi Rudolf Strahm, sia l’ex presidente della Comco Walter Stoffel auspicano una revisione della legge. La stessa richiesta è stata fatta dalla SKS e nella sua risposta del 17 agosto, il governo ha annunciato di voler andare in questa direzione.

 

Una revisione del testo di legge deve però in un primo tempo essere approvata dal parlamento e porterebbe dei risultati solo a lungo termine. Sia Stalder sia Strahm ritengono pertanto che, come misura immediata, si potrebbe rivedere l’ordinanza relativa alla legge sui cartelli. Una revisione di questo tipo può essere decisa direttamente dal governo.

Nella sua seduta del 17 agosto 2011, il Consiglio federale ha stanziato due miliardi di franchi a sostegno dell’economie. Le misure interessano soprattutto i settori dell’esportazione e del turismo.

Il governo, facendo sue alcune proposte della Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS), vuole inoltre modificare la legge sui cartelli in modo da impedire più efficacemente gli accordi orizzontali sui prezzi, le limitazioni quantitative, la ripartizione per zone e gli isolamenti geografici.

Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione della concorrenza (COMCO) otterrà quattro posti supplementari per i prossimi due anni. La sorveglianza dei prezzi sarà inoltre rinforzata allo stesso modo. Obiettivo: convincere produttori e distributori a trasferire più rapidamente i vantaggi del cambio ai consumatori.

Già lo scorso anno, la Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS) ha chiesto delle misure contro il mancato trasferimento ai consumatori dei vantaggi sui cambi.

Dopo la tavola rotonda del 10 agosto, la SKS ha consegnato al Consiglio federale un programma in cinque punti volto ad abbassare rapidamente i prezzi dei prodotti importati del 20%, il margine legato ai cambi.

Tra le misure previste c’è una specie di pubblica gogna: la SKS o il sorvegliante dei prezzi dovrebbero stilare una lista con il nome dei prodotti che i produttori esteri vendono in Svizzera a prezzi troppo elevati.  

La COMCO, inoltre, dovrebbe ottenere più spazio d’azione attraverso una modifica dell’ordinanza sui cartelli e cominciare immediatamente delle indagini sui beni di consumo troppo cari.

A medio termine, la legge sui cartelli andrebbe inasprita.

Alle organizzazioni di difesa dei consumatori andrebbe garantito il diritto d’azione legale.

Traduzione e adattamento, Michela Montalbetti

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