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L’industria orologiera si prepara al dopo-Hayek

Una ricetta vincente Keystone

Nicolas G. Hayek è stato l'imprenditore capace di salvare l'orologeria svizzera; molti – dopo avergli reso omaggio – si interrogano ora sul futuro del settore.

I pareri in merito all’opera di Hayek sono unanimemente positivi: grazie al suo talento è riuscito a ridare nuova linfa all’industria orologiera, conducendo nel contempo la sua azienda verso posizioni di primo piano a livello mondiale. Il suo carisma e la sua genialità non saranno però più disponibili negli anni a venire.

L’industria orologiera elvetica sembra comunque aver superato il periodo critico del 2009: nei primi cinque mesi dell’anno i profitti sono infatti aumentati del 15,8%; anche il volume di orologi prodotti è in crescita (+19,8%), in particolare grazie alla spinta asiatica.

Il gruppo Swatch pare a sua volta avviato verso un’annata assai positiva: l’azienda ha infatti annunciato di attendersi risultati eccezionali per il 2010. Nel 2009, i profitti erano diminuiti dell’8,9% a 763 milioni di franchi, una situazione tuttavia migliore rispetto al resto dell’industria orologiera.

Sempre in famiglia

Swatch continuerà a restare saldamente nelle mani della famiglia Hayek, che detiene il 41% delle azioni. Il figlio Nick ha d’altronde già assunto sette anni or sono la carica di CEO, la figlia Nayla siede nel consiglio d’amministrazione e il nipote Marc ricopre a sua volta ruoli di responsabilità in azienda.

«Dato che Nicolas Hayek era così strettamente legato allo sviluppo del marchio Swatch, se avesse lasciato l’azienda dieci anni vi sarebbero stati gravi problemi. Ora, però, il gruppo è ben consolidato e sono convinto che suo figlio – con l’esperienza già accumulata – svolgerà un eccellente lavoro», afferma Jürg Wegelin, giornalista economico e autore di una biografia di Hayek.

Ironia della sorte, proprio gli analisti finanziari – che spesso avevano fatto infuriare Hayek – pronosticano per l’azienda un futuro ancora roseo, anche senza il fondatore e timoniere. A titolo di esempio, la Banca Vontobel continua a consigliare l’acquisto di azioni della Swatch, poiché non prevede cambiamenti nella strategia che l’ha condotta al successo.

Swatch è peraltro diventato un attore così dominante nel settore orologiero che molti altri marchi fanno capo all’azienda per quanto concerne la fornitura di componenti specializzate.

Interrompere la dipendenza

Jean-Daniel Pasche, presidente della Federazione dell’industria orologiera svizzera, ritiene dal canto suo che parecchie aziende del settore si sono lasciate alle spalle da tempo i problemi del passato e sono in grado di avanzare autonomamente.

«Ovviamente abbiamo perso una grande personalità del nostro settore, ma siamo comunque capaci di proseguire il nostro sviluppo e rafforzare la nostra posizione sui mercati internazionali. Resto quindi fiducioso in prospettiva futura, poiché l’entusiasmo di Hayek rimarrà presente», ha aggiunto.

Lo stesso Hayek era intenzionato a rompere la dipendenza degli altri marchi dalle componenti meccaniche prodotte dalla Swatch. Lo scorso anno, l’imprenditore aveva infatti annunciato che l’azienda avrebbe interrotto questo tipo di servizio, poiché non sufficientemente redditizio.

Per il momento non è ancora noto quando tale sistema di forniture sarà effettivamente abbandonato, ma l’annuncio aveva verosimilmente destato non poche preoccupazioni tra gli altri marchi, alcuni dei quali svizzeri. Attualmente non vi sono infatti sufficienti produttori alternativi per colmare il vuoto che si verrebbe a creare.

Non vivere di rendita

Pasche evidenzia che «diversi marchi producono già le loro componenti meccaniche, ma altri dovranno individuare altre soluzioni. In futuro, sarà fondamentale diversificare i fornitori di questi elementi».

Secondo Wegelin, è importante che l’industria orologiera svizzera non si riposi sugli allori, adagiandosi sull’attuale posizione di stabilità: Nicolas Hayek ha fatto la sua parte salvando il settore alcuni anni or sono, ma ora questo ramo industriale deve camminare con le sue gambe, sottolinea l’esperto.

«In questo momento risulta facile continuare la medesima strategia, poiché quest’ultima pare funzionare. Ma nessuno può prevedere se – in presenza di un’eventuale nuova situazione di crisi – ci sarebbe una personalità come Hayek, capace di trovare una soluzione. Il gruppo Swatch ha una propria strategia, ma è d’importanza vitale che pure gli altri marchi non si limitino a seguire l’onda senza proporre idee innovative», conclude Wegelin.

Matthew Allen, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Figlio di un dentista e professore all’università americana di Beirut, Nicolas Hayek (1928) si è laureato nel 1948 in matematica e fisica all’Università di Lione, città in cui si era trasferito dopo aver frequentato la Scuola dei padri gesuiti nella capitale libanese.

Nel 1949 giunge in Svizzera, dove conosce la sua futura moglie e inizia a lavorare nel settore assicurativo. Alla morte del suocero, proprietario di una fonderia, assume la direzione dell’azienda e inizia la sua carriera d’imprenditore.

In seguito ai suoi successi imprenditoriali, nel corso degli anni riceve la laurea honoris causa in legge ed economia all’Università di Neuchâtel nel 1996 e all’Università di Bologna nel 1998. Decorato con la Legione d’onore, è pure diventato cittadino onorario di Bienne.

Il figlio Nick è il suo successore, mentre la figlia Nayla siede nel consiglio d’amministrazione del gruppo.

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