Prospettive svizzere in 10 lingue

L’Europa ha collaborato alle attività segrete della CIA

Dick Marty presenta il suo rapporto alla stampa Keystone

Secondo il senatore svizzero Dick Marty, 14 paesi europei hanno collaborato con la CIA o hanno tollerato il trasferimento in aereo di presunti terroristi verso prigioni segrete.

Nel suo rapporto pubblicato mercoledì, l’investigatore del Consiglio d’Europa non risparmia la Svizzera. Le autorità elvetiche respingono le accuse, analogamente agli altri paesi accusati.

«È ormai chiaro (…) che le autorità di diversi paesi europei hanno attivamente partecipato, con la CIA, a delle attività illegali e che altri le hanno ignorate con cognizione di causa o che non hanno voluto sapere» ha detto il parlamentare svizzero Dick Marty, presentando il rapporto a Parigi.

Marty, dopo aver riferito che sette paesi europei – Italia, Svezia, Bosnia-Erzegovina, Gran Bretagna, Macedonia, Germania e Turchia – vengono messi in causa per «violazione dei diritti della persona» in occasione di trasferimenti illegali, ha affermato che «altri Stati possono essere considerati responsabili di collusione, attiva o passiva, in materia di detenzioni segrete e di trasferimenti illegali fra Stati»: Polonia, Romania, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Grecia.

La Romania e la Polonia sono sospettate di aver ospitato centri di detenzione segreti«Se prove nel senso classico del termine non sono ancora disponibili, ci sono numerosi elementi, coerenti e convergenti, ad indicare l’esistenza di tali centri», ha detto Marty.

«Derive» dei servizi segreti

Secondo Marty tutti i servizi segreti dei paesi europei coinvolti erano al corrente dei voli di trasferimento, anche se questo non vuol dire che lo fossero anche i loro governi. Il ticinese ha infatti parlato di «derive», ma ha anche denunciato la non cooperazione di diversi governi europei, fra i quali l’Italia, la Germania, la Polonia e la Romania.

Le accuse del senatore svizzero sono state respinte da numerosi paesi europei. In particolare Polonia e Romania, confrontate con accuse pesanti, hanno reagito con veemenza. «Sono calunnie che non si basano su alcun fatto concreto», ha dichiarato il primo ministro polacco Kazimierz Marcinkiewicz.

L’organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International si è dal canto suo felicitata per le conclusioni del rapporto Marty, un «segnale fermo e chiaro inviato dal Consiglio d’Europa ai governi europei e agli Stati Uniti».

Critiche alla Svizzera

Neppure la Svizzera è risparmiata nel rapporto di Dick Marty. Nonostante velivoli sospetti siano transitati nello spazio aereo elvetico, Berna ha rinnovato in febbraio l’autorizzazione di sorvolo della Svizzera agli aerei ufficiali statunitensi, sulla base di «assicurazioni verbali» fornite da Washington. Garanzie che Dick Marty giudica «tardive» e «non particolarmente credibili alla luce dei fatti appurati».

Secondo il relatore del Consiglio d’Europa, il governo svizzero ha preferito adottare una posizione «formalista», basandosi sul «principio di fiducia». L’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) ha confermato all’inizio di aprile che sei voli americani hanno fatto scalo in Svizzera fra il settembre 2001 e il settembre 2005. Ha inoltre valutato a 76 il numero dei sorvoli della Svizzera da presunti aerei della CIA.

I risvolti elvetici del caso Abu Omar

Marty rileva che la giustizia italiana ha stabilito che la CIA ha trasferito in Germania l’ex imam di Milano Abu Omar, rapito nel febbraio 2003 nel capoluogo lombardo, passando per lo spazio aereo elvetico e che il capo dell’operazione «ha soggiornato in Svizzera». Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un’inchiesta preliminare in merito.

Sulla stessa vicenda, Dick Marty osserva che, secondo informazioni pubblicate domenica dalla stampa svizzera, le autorità elvetiche hanno «deliberatamente fallito» nell’esecuzione di un mandato d’arresto contro il capo dell’operazione della CIA Robert Lady, che si trovava recentemente a Ginevra. Per Marty, questo episodio «ravviva le critiche nei confronti delle autorità (svizzere), accusate di obbedienza servile agli Stati Uniti».

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha respinto le critiche formulate da Marty. «Siamo sempre stati trasparenti e chiari sui principi» con gli Stati Uniti, ha dichiarato mercoledì all’Agenzia telegrafica svizzera il portavoce del DFAE Lars Knuchel. Berna riesaminerà tuttavia l’autorizzazione di sorvolo accordata agli aerei Usa se dovesse risultare che Washington ha mentito.

swissinfo e agenzie

Gli aspetti svizzeri della vicenda

Novembre 2005: Il Consiglio d’Europa affida al consigliere agli Stati svizzero Dick Marty il compito di investigare sui centri di detenzione segreti della CIA in Europa.

Dicembre 2005: La Svizzera chiede chiarimenti all’ambasciatrice statunitense a Berna sui presunti trasporti di terroristi attraverso il territorio elvetico da parte della CIA:

Dicembre 2005: La delegazione delle commissioni di gestione del Parlamento chiede al governo svizzero un rapporto sul presunto transito di detenuti della CIA.

Gennaio 2006: La stampa afferma che i servizi d’informazione svizzeri hanno intercettato un fax egiziano che conferma che la CIA interroga detenuti in Europa.

Gennaio 2006: Dick Marty dice che non ci sono prove irrefutabili, ma indizi della presenza di prigioni segrete in Europa.

Gennaio 2006: La delegazione delle commissioni di gestione del Parlamento afferma che non esiste alcuna prova dell’esistenza di attività illegali della CIA in Svizzera.

Aprile 2006: L’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) conferma che sei voli sospetti hanno fatto scalo in Svizzera.

7 gennaio 1945: Dick Marty nasce a Lugano.
1975: consegue il dottorato in diritto all’università di Neuchâtel.
1975-1989: è procuratore pubblico in Ticino.
1989-1995: è Consigliere di Stato in Ticino.
1995: viene eletto al Consiglio degli Stati (camera dei cantoni).
Dick Marty è sposato e ha tre figlie.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR