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L’erotismo estetico dell’arte moderna

Particolare del dipinto "Des Caresses" (1896) del pittore belga Fernand Khnopff. Speltdoorn

La Fondazione Beyeler di Basilea si consacra fino al febbraio prossimo al tema dell'erotismo, una fonte d'ispirazione quasi inesauribile per generazioni di artisti.

Con oltre 200 opere, l’esposizione “Eros nell’arte moderna” propone una vasta panoramica delle immagini del desiderio coltivate dai più grandi artisti, dal 1870 ad oggi.

“L’Eros è sempre stato uno dei temi centrali dell’arte. D’altronde, la creazione artistica stessa viene spesso considerata come un atto erotico, come un atto che libera una pulsione vitale”, rileva Philippe Büttner, curatore dell’esposizione.

Impulso in grado di far perdere la razionalità a più di una persona dai tempi lontani, l’Eros non poteva che diventare una fonte preziosa d’ispirazione per gli artisti. L’arte ha addirittura detenuto per secoli una sorta di monopolio dell’immagine erotica, bandita dalla società occidentale.

Per superare le frontiere erette dai guardiani del buon costume, pittori e scultori hanno spesso contrabbandato le loro visioni erotiche in scene storiche o mitologiche. Oppure si sono messi a rappresentare l’anatomia umana come se fosse il risultato di una pura osservazione della natura, di una ricerca medica, di uno studio scientifico.

E quando neppure questi sotterfugi bastavano, non pochi artisti hanno sfogato le loro “pulsioni vitali” in disegni e dipinti che solo una cerchia ristretta di persone, amici o clienti fidati, avevano il privilegio di ammirare.

Eros per bene

Per mostrare il fascino irresistibile che l’Eros ha esercitato su generazioni di artisti, la Fondazione di Ernst Beyeler ha raccolto oltre 200 opere realizzate dalla fine del 1800 fino ad oggi. L’esposizione non mira a proporre le opere più erotiche dell’arte moderna, ma piuttosto l’arte erotica dei più grandi artisti moderni.

Ancora una volta, i responsabili del museo basilese non hanno infatti resistito alla tentazione di presentare i lavori dei più noti rappresentanti dell’arte dell’ultimo secolo e mezzo: da Manet, Rodin, Cézanne, Dégas, Klimt, Picasso, Dalì … fino a Hockney, Koons e Rist.

Di certo, la Fondazione Beyeler è uno dei pochi musei europei che può offrire ogni anno, nelle sue esposizioni, il meglio di collezioni pubbliche e private. Non ha quindi nessuna ragione di rinunciarvi.

Operando questa scelta, la mostra si muove nell’ambito di un erotismo piuttosto per bene, fondamentalmente eterosessuale e poco trasgressivo, adatto ad un pubblico maturo e borghese, come quello della Fondazione. Non a caso, quasi tutte le opere esposte non avevano sollevato scandalo, neppure quando erano apparse, anche molti decenni fa, dinnanzi al pubblico.

Erotismo estetico

“Non volevamo mostrare la sessualità, ma la componente erotica dell’arte in una grande varietà di stili e di ricerche. L’erotismo che appare in queste opere è quindi spesso solo allusivo”, spiega Philippe Büttner.

L’esposizione privilegia infatti un erotismo molto estetizzante. È un Eros in cui le figure rappresentate consumano poco sesso. La sessualità si consuma piuttosto nello sguardo dell’artista, nel suo rapporto creativo con l’oggetto raffigurato.

Affrontando lo stesso tema in ordine cronologico, come è spesso il caso presso il museo Beyeler, la mostra offre uno riassunto quasi didattico dell’evoluzione delle correnti e degli stili dell’arte moderna.

Al centro figurano innanzitutto le figure femminile, idealizzate dalle armonie impressioniste di Pierre-Auguste Renoir, Edgar Dégas o Pierre Bonnard, dalle forme geometriche di Picasso o Fernand Léger, dalle forti tonalità cromatiche degli espressionisti Ernst Ludwig Kirchner o Egon Schiele.

Poi, con il Surrealismo l’erotismo assume una nuova dimensione, in cui i sogni e la ricerca dell’inconscio rompono ogni convenzione, come nel Grand Masturbateur di Salvador Dalì o nella Gradiva di André Masson.

Riscoperta del corpo umano

Da allora, l’Eros si muove nell’arte in ogni direzione: le opere stilizzano dettagli del corpo umano, che si riducono in numerose variazioni ad una concezione piuttosto astratta del desiderio e della sessualità.

Poi, negli ultimi decenni, sono soprattutto i grandi fotografi dell’erotismo, come Helmut Newton o Robert Mapplethorpe, a rivalorizzare la nudità e l’erotismo. L’immagine erotica ridiventa spesso figurativa anche nella pittura, come se gli artisti riscoprissero il corpo umano.

Dopo secoli di attesa, solo dagli anni ’70 anche il nudo maschile riesce a superare le ultime barriere e a fare pubblicamente la sua apparizione nell’arte. È innanzitutto una nuova generazione di donne artiste, a cominciare da Louise Bourgeois, ad introdurre questa nuova componente nell’arte erotica, spesso accompagnata da un’impronta di ironia.

swissinfo, Armando Mombelli, Basilea

La Fondazione Beyeler è nata nel 1997 a Riehen, nel semicantone Basilea-città, su iniziativa del gallerista e collezionista d’arte Ernst Beyeler.

Il centro culturale, realizzato dall’architetto italiano Renzo Piano, è il museo d’arte che attira il maggior numero di visitatori in Svizzera: ogni anno vi affluiscono oltre 300 mila persone.

Oltre ad un’esposizione permanente, che conta circa 200 capolavori dei più grandi rappresentanti dell’arte moderna e contemporanea, la Fondazione presenta ogni anno al pubblico da 4 a 6 mostre temporanee.

L’esposizione “Eros nell’arte moderna”, realizzata in collaborazione con il BA-CA Kunstforum di Vienna, rimane aperta a Basilea fino al 19 febbraio 2007.
La mostra propone oltre 200 opere di una cinquantina dei maggiori rappresentanti dell’arte moderna e contemporanea, prodotte dal 1870 ai nostri giorni.
Su richiesta dei responsabili del Museo, le persone di età inferiore ai 16 anni dovrebbero visitare la mostra soltanto in compagnia di una persona adulta.

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