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L’eredità di Calvino vive al Museo della Riforma

Il Museo della Riforma (a sinistra) e il tempio protestante di Ginevra

In occasione del 500esimo anniversario della nascita di Calvino, il Museo della Riforma propone di riscoprire l'opera e il pensiero del grande riformatore, che assieme a Lutero, ha rinnovato la fede cristiana, segnando la storia europea degli ultimi secoli.

La chiamano ancora oggi la città di Calvino. Nel linguaggio dei sordi “Ginevra” si esprime addirittura con un gesto della mano che indica il pizzo di una barba appuntita: la barba del riformatore. Di fatto, a Ginevra, le tracce di Calvino sono tuttora visibili in diversi luoghi: una statua sotto il Muro dei riformatori, insegne commemorative, dipinti. Una strada, una cappella e un collegio portano il suo nome.

Eppure si sono dovuti attendere quasi cinque secoli dalla nascita di Calvino, prima che l’eredità del grande pensatore venisse perpetuata con la realizzazione di un progetto destinato a raccogliere un patrimonio storico d’importanza internazionale. Inaugurato nel 2005 e situato in uno splendido edificio del centro storico di Ginevra, il Museo internazionale della riforma (Mir) è un luogo di memoria, ma anche di conoscenza e di dialogo tra le religioni.

Nuova spiritualità

Giunto per la prima volta a Ginevra nel 1536, Calvino diede un contributo fondamentale per trasformare il borgo provinciale sul Lemano in una delle capitali europee della cultura, in grado di attirare intellettuali, studenti, artisti e artigiani da tutto il continente. La città, che alla morte del teologo nel 1564 aveva già raddoppiato il numero dei suoi abitanti, diventò una nuova Gerusalemme per migliaia di protestanti in cerca di un rifugio e di una nuova spiritualità.

“Attraverso i suoi insegnamenti teologici, Calvino ha rovesciato l’ordine della fede: dalle superstizioni si passa ad una fede liberata da segni soprannaturali. D’ora in poi ognuno si ritrova responsabile dei suoi atti e solo dinnanzi a Dio. È veramente una nuova spiritualità che emerge in Europa”, spiega a swissinfo Isabelle Graesslé, direttrice del Museo della Riforma.

Ma l’eredità di Calvino non si limita agli insegnamenti religiosi. Sotto la sua autorità morale si svilupparono a Ginevra istituzioni ecclesiastiche, politiche e sociali, che hanno servito da modello alla transizione tra l’era medievale e la società moderna in Europa. Tra queste il Concistoro, una sorta di parlamento ecclesiastico in cui il voto dei laici aveva lo stesso peso di quello dei pastori, l’Ospizio generale, centro di accoglienza di diseredati e rifugiati, o l’Accademia, da cui nacque una delle prime università europee.

Premio europeo

Il Mir non vuole essere però un tempio di culto della controversa figura di Calvino – teologo rivoluzionario e umanista per alcuni, predicatore intransigente e oscurantista per altri – e neppure della tradizione protestante. Attraverso centinaia di documenti e immagini mira innanzitutto a permettere di capire le molteplici realtà e implicazioni della Riforma nel corso dei secoli.

In tal modo, il Mir colma una grande lacuna a livello europeo: in tutto il continente, soltanto pochissimi musei ritracciano infatti la storia delle grandi religioni. Non a caso, l’istituzione culturale ginevrina ha attirato grande interesse sin dalla sua apertura e nel 2007 è stata insignita del Premio del museo del Consiglio d’Europa.

La mostra si apre con una sala dedicata all’invenzione della stampa e al libro, che permisero di diffondere in tutto il continente il messaggio evangelico. Gli artigiani affluiti nel 16esimo secolo fecero di Ginevra uno dei principali centri europei dell’editoria, mentre gli intellettuali tradussero la Bibbia in diverse lingue “volgari”. Tra le opere esposte dal museo figura un’edizione della prima Bibbia in inglese, realizzata a Ginevra dal rifugiato John Knox nel 1560, e un volume della prima Bibbia in italiano, tradotta nel 1607 da Giovanni Diodati.

Invito al dialogo

L’esposizione si sofferma poi sulle dispute teologiche sorte tra cattolici e protestanti, che a colpi di pamphlet e caricature si attribuirono reciprocamente ogni eresia e depravazione. Il papa viene raffigurato ad esempio quale Antecristo, il personaggio dell’Apocalisse che cerca di distruggere la religione di Cristo. I cattolici mettono in scena invece la Furia divina, che bastona con una torcia infiammata i tre riformatori Calvino, Lutero e Bèze.

Dopo i conflitti verbali e iconografici, il Mir rievoca le guerre di religione, che insanguinarono l’Europa dal 16esimo secolo, le persecuzioni e il destino di milioni di rifugiati, che diffusero il pensiero della Riforma in ogni parte del mondo. Le sale successive mostrano l’espansione protestantesimo nel 19esimo secolo, le sue divisioni in decine di correnti teologiche, l’impegno sociale e umanitario dei suoi più illustri rappresentanti, quali il teologo e medico Albert Schweitzer.

La mostra si conclude con uno spazio dedicato all’ecumenismo e alle questioni interreligiose. Un invito al dialogo dopo secoli di lacerazioni e incomprensioni che hanno segnato la storia delle religioni, senza risparmiare neppure il protestantesimo. E, men che meno, gli stessi discepoli di Calvino, come ricorda con ironia il museo, citando una frase di Jean-Jacques Rousseau: “I teologi di Ginevra non si sa che cosa credono, non si sa che cosa non credono e neppure che cosa fingono di credere”.

swissinfo, Armando Mombelli

Inaugurato nel 2005, il Museo internazionale della Riforma è situato in uno storico edificio di Ginevra, eretto nel luogo in cui i ginevrini approvarono nel 1536 l’adozione della Riforma.

Il museo mira innanzitutto a far conoscere la storia della Riforma nel corso dei secoli, illustrando le sue molteplici implicazioni religiose, politiche, sociali ed economiche.

L’istituzione ginevrina, che attira un terzo dei suoi visitatori dall’estero, ha ottenuto nel 2007 il Premio del museo del Consiglio d’Europa.

In occasione del 500esimo anniversario della nascita di Calvino, il Museo della Riforma propone da aprile ad ottobre 2009 un’esposizione temporanea intitolata “Una giornata nella vita di Calvino”.

Nato nel 1509 a Noyon, nella regione francese della Picardia, studia teologia e giurisprudenza a Parigi e Orléans.

Costretto a lasciare la Francia dopo la sua conversione al protestantesimo, nel 1535 si rifugia a Basilea, dove pubblica la prima versione della “Istituzione della religione cristiana”, considerata uno dei testi più importanti della Riforma.

Nel 1536 è a Ginevra, dove viene nominato professore di teologia e diventa una figura di spicco della Riforma, adottata lo stesso anno dalle autorità locali.

Espulso dalla città sul Lemano nel 1536, vi viene richiamato nel 1541 per organizzare le istituzioni ecclesiastiche della nuova chiesa riformata.

Sotto la sua guida spirituale, Ginevra si dota inoltre di moderne istituzioni sociali e diventa uno dei principali poli europei di diffusione del pensiero della Riforma e di attrazione dei rifugiati protestanti.

Calvino muore a Ginevra nel 1564. Per ricordare il 500esimo anniversario della sua nascita diverse manifestazioni sono in programma quest’anno a Ginevra e diverse altre città internazionali.

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