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L’elezione del Presidente secondo lo “svizzero” Claudio Micheloni

Il senatore Claudio Micheloni tvsvizzera

di Aldo Sofia

“Non mi è ancora andato giù il rospo della riforma elettorale, figurati con quale entusiasmo ti posso parlare dell’imminente lotta per l’elezione del capo dello Stato”.

Claudio Micheloni, lo “svizzero” della Camera Alta italiana, eletto due volte dagli italiani all’estero, e che si è molto impegnato per l’accordo fra Berna e Roma sulla fiscalità, è uno dei 24 senatori “ribelli” del PD che martedì hanno abbandonato l’aula pur di non votare la nuova legge varata grazie al Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi: “Sono contrario soprattutto perché in gran parte rimarrà il sistema che lascia le nomine dei parlamentari alle segreterie dei partiti, e non alla libera scelta dei cittadini”.

Ma ormai è fatta, e adesso si passa alla scelta per il Colle più alto di Roma

“E io spero che la scelta ci sia entro domenica, perché se non si riuscisse a eleggere il Capo dello Stato dal quarto turno, quando si passerà dalla maggioranza qualificata dei 2/3 a quella semplice, ci infileremmo in un tunnel pieno di rischi, insidie e magari ‘fuoco amico'”

Come nell’aprile del 2013, quando vennero bruciati i candidati del PD dagli stessi franchi tiratori del Partito Democratico, in particolare con i 101 che affossarono Prodi…

“Infatti, però sia chiaro: nelle discussioni interne io dissi apertamente che non avrei scelto Prodi, e nemmeno Marini. Ma poi li ho votati entrambi per disciplina di partito”.

Ma è vero, come dice Fassina, che il capo dei 101 era lo stesso Renzi?

(Risatina) “Mi limiterò a dirti che fra i voltagabbana c’era anche una componente di renziani…”

Istruiti da Renzi …

“Non aggiungo una parola su questo. Il rischio di un brutto bis esiste, ci sono troppi veleni, troppi risentimenti interni, e mancanza di lealtà. Ma stavolta riusciremo probabilmente a non replicare la figuraccia di due anni fa”.

Anche perché il patto del Nazareno sembra blindato e imperante

“Non trovo scandaloso, anzi ritengo giusto che una candidatura emerga dal coinvolgimento di altri partiti. Nemmeno penso che il successore di Napolitano debba essere per forza una personalità del centro-sinistra. Però, se dovesse risultare palese che il nome lo impone l’ex cavaliere, beh allora di fronte a un diktat il mio voto se lo sognano”

Evitiamo il toto-nomi, sono fin troppi, ma almeno un nome me lo faresti? Chi sarebbe il tuo candidato ideale?

“Penso che sia arrivato il momento di provocare uno shock culturale. E, quindi, vorrei che al Quirinale si insediasse una donna. La migliore scelta sarebbe quella dell’ex presidente del Senato, Anna Finocchiaro”.

Quella messa in croce per la foto in cui si vedevano che gli uomini della scorta le spingevano il carrello della spesa? Per quell’istantanea Renzi fu assai urticante nei confronti della signora…

“Cavolate! A parte la buona educazione, bisogna sapere che quando sei sotto scorta, gli agenti sanno che tutto deve essere fatto celermente, e in quel periodo la Finocchiaro era sotto scorta “rafforzata”.

Allora, se si andasse oltre domenica sentiremo l’odore della polvere da sparo…

“Cioè?”

Beh, quella dei franchi tiratori, una tradizione consolidata nella storia delle elezioni presidenziali italiane.

“Non posso certo escluderlo. Però ti dico anche che spesso dietro i franchi tiratori, che apparentemente tradiscono la consegna dei leader, ci sono… gli stessi leader e i loro giochetti. Loro si nascondo dietro i franchi tiratori”.

Ok, ma non torniamo a chi c’era dietro i 101… Piuttosto, una volta mi confidasti che da quando sei a Roma nutrivi una sorta di invidia per la politica svizzera: lo pensi ancora in queste ore convulse?

“Anche più di prima. In Svizzera le parole compromesso e consenso non sono parolacce. Ed ho l’impressione che non sempre gli svizzeri si rendono conto che la loro è una fortuna. Comunque ti regalo una notizia. Io non mi ripresenterò alle prossime elezioni, quando gli italiani all’estero voteranno unicamente per la Camera dei deputati, come tutti gli italiani, visto che il Senato sarà cancellato. Non rinuncio per questo ma per una scelta personale. Anche se continuerò a battermi contro l’eliminazione di un Senato eletto dal voto popolare e che sarebbe necessario almeno come sede di stimolo, di controllo, di garanzia. Ci sarà invece una “finzione” di Senato in cui siederanno esponenti regionali non eletti. E dove sta per lo più la corruzione? Proprio nelle Regioni. Intervenendo in Senato ho detto una cosa che ha stupito tutti: nel 1913 gli Stati Uniti decisero di annullare il sistema che adesso viene invece scelto da Roma. Proprio perché la corruzione era aumentata a dismisura. E non dovrei invidiare il modello svizzero”?

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