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L’avanguardia russa dei non-conformisti

'Non toccare' , un dipinto realizzato nel 1969 da Wagritsch Bachtschanjan. Kunstmuseum Bern

Il Kunstmuseum di Berna presenta la straordinaria collezione Bar-Gera, dedicata agli artisti russi del periodo tra il 1950 e il 1990.

150 opere della Seconda avanguardia dell’arte russa, prodotte nella clandestinità e trafugate in Occidente durante la Guerra fredda.

Gli artisti hanno cominciato ad esprimere il loro dissenso in Russia quasi soltanto a partire dagli anni ’50.

Nei primi decenni dopo la Rivoluzione d’ottobre, molti esponenti dell’arte erano rimasti piuttosto affascinati dalle utopie generate dai cambiamenti politici e sociali nell’ex-Unione sovietica.

Le minacce anti-comuniste che venivano dall’estero e il periodo della guerra avevano inoltre raccolto popolazione ed artisti attorno ad una forte identità nazionale.

Ma mezzo secolo fa, dopo la guerra e la fine della dittatura del silenzio, è emerso sempre più il lato oscuro del regime al potere, i crimini dello stalinismo, i gulag, la mancanza di libertà.

Durante la breve e relativa liberalizzazione culturale dell’era Kruscev, ha così preso inizio quella che è stata definita la Seconda avanguardia russa, rimasta poi per decenni confinata nella clandestinità.

Precaria sopravvivenza

L’esposizione “Avanguardia clandestina” presentata dal Kunstmuseum di Berna, riunisce circa 150 opere del periodo tra il 1950 e il 1990, appartenenti alla collezione Bar-Gera.

Disegni, dipinti, collage e fotografie che documentano la vitalità di un’arte russa costretta a nascondere quasi sempre la propria esistenza, a sopravvivere in condizioni precarie di minaccia e isolamento.

Vi si incontrano non pochi dei maggiori rappresentanti di quella che è stata definita la Seconda avanguardia russa, come Wladimir Jakowlew, Ilya Kabakov, Anatoli Swerew, Wladimir Wejsberg, Oskar Rabin, Eduard Steinberg, Wladimir Nemuchin o Erik Bulatow.

Certo, questi artisti non hanno rivoluzionato l’arte europea, come hanno fatto i grandi innovatori russi all’inizio del XXesimo secolo.

Ma con le loro opere, in cui si ritrovano molte tendenze che hanno segnato pure l’arte occidentale negli ultimi decenni, varie generazioni di artisti del Dopoguerra hanno tenuto accesa una loro rivolta artistica ed umana.

Gli artisti “non-conformisti”

Il legame che unisce questi artisti, definiti anche “non-conformisti”, è soprattutto la volontà di non mettersi al servizio del regime, di operare oltre i limiti, rifiutando i contenuti imposti dal socialismo reale.

Ma respingendo, nel contempo, la tentazione di ridursi ad esprimere soltanto messaggi politici di opposizione attraverso l’arte. Solo da alcuni lavori traspare l’emarginazione o la sofferenza dell’artista, il suo sguardo critico o ironico nei confronti del regime.

Ne risulta un’arte che, in buona parte, non ha perso il suo valore dopo la fine della censura.

Ne risultano molto spesso, inoltre, temi piuttosto intimistici, che evidenziano la ricerca di uno spazio individuale, lontano dallo spirito collettivo che ha dominato la Russia nel 20esimo secolo.

Ed è quasi sempre in una sfera intima che sono rimaste confinate queste opere, presentate a pochi amici, esposte ad un pubblico ristretto di persone scelte, in mostre improvvisate in appartamenti, cantine o addirittura all’aperto.

Oppure, in alcuni casi, giunte dinnanzi ad un pubblico più vasto in Occidente, dopo essere state trafugate con mille espedienti attraverso la “cortina di ferro”.

Un aiuto agli artisti perseguitati

È in questo modo che si è costituita col passare degli anni la collezione dei coniugi ebrei Bar-Gera.

Sopravvissuta al campo nazista di Auschwitz, Kenda Bar-Gera è ritornata nel 1963 in Germania assieme al marito Jakob, dopo aver trascorso i primi anni del Dopoguerra in Israele.

Da qui, senza poter mettere piede a Mosca, ha cominciato a comperare e raccogliere le opere dell’arte russa, repressa e clandestina.

Liberata dai soldati dell’Armata rossa nel campo di sterminio nazista, Kenda Bar-Gera ha voluto offrire – con questa collezione e con il museo aperto a Tel Aviv – il proprio aiuto ad artisti perseguitati da una dittatura.

Centinaia di dipinti sono stati trasportati in Occidente da studenti, giornalisti o diplomatici, a volte nascosti nel doppiofondo di una valigia messa a disposizione dalla coppia di collezionisti.

Non per caso, molti dipinti presentati dal Kunstmuseum sono di dimensioni piuttosto piccole. Ma di grande valore, storico ed artistico.

swissinfo, Armando Mombelli

L’esposizione “Avanguardia clandestina. Artisti russi non-conformisti della collezione Bar-Gera” rimane aperta fino al 24 aprile 2005.
La mostra presenta oltre 150 disegni, dipinti, collage e fotografie di 45 artisti russi, realizzati tra il 1950 e il 1990.
La Prima avanguardia russa concerne le tendenze moderne dell’arte emerse in Russia tra il 1900 e il 1920. La Seconda avanguardia riguarda invece il periodo tra il 1950 e il 1980.

Sopravvissuta al campo nazista di Auschwitz, Kenda Bar-Gera è ritornata nel 1963 in Germania.

Alla fine degli anni ’60 ha cominciato a collezionare, da Colonia, opere di artisti russi che lavoravano nella clandestinità.

Non avendo ricevuto un visto per l’Unione sovietica, Kenda Bar-Gera ha stabilito dei contatti con gli esponenti dell’avanguardia russa attraverso terze persone.

La maggior parte delle opere della sua collezione sono state trasportate clandestinamente in Occidente durante il periodo della “cortina di ferro”.

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