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L’autunno più caldo in Svizzera da almeno 500 anni

L'estate indiana in Svizzera, un fenomeno abbastanza raro Keystone

Le statistiche di MeteoSvizzera sono formali: nel nostro Paese mai prima d'ora si sono registrate temperature così elevate nel cuore dell'autunno.

Il record precedente, che risale al 1987, è stato superato di un grado. Secondo MeteoSvizzera un caldo simile in questa stagione ricorre statisticamente ogni 50-100 anni.

Ma c’è di più. In base a calcoli matematici che fanno capo ai dati (indicatori) vicarianti (“proxy data” in inglese) – ossia a valori estrapolati da altre grandezze – è stato possibile determinare che quello che stiamo vivendo è l’autunno più caldo da almeno 500 anni.

“Una grandezza – spiega Fosco Spinedi, di MeteoSvizzera – potrebbe per esempio essere la data della vendemmia: se è stata anticipata, significa che l’estate che l’ha preceduta è stata calda. A partire da queste osservazioni, alcuni ricercatori sono riusciti a ricostruire le temperature medie plausibili”.

Più eccezionale al nord delle Alpi

Ma perché fa così caldo? “Perché ci troviamo sotto un costante influsso di alte pressioni collegate ad aria subtropicale. Ecco perché – afferma Spinedi – le temperature sono più elevate rispetto alla norma”.

“Di per sé non si tratta di un evento fuori dall’ordinario, tant’è che nella Svizzera italiana questa singolarità meteorologica viene chiamata l’estate di San Martino. La particolarità risiede nella frequenza e nella durata di questo evento, eccezionale non tanto per il sud, quanto piuttosto per il nord delle Alpi”.

Sembra dunque di essere in primavera. La natura appare più generosa del solito, alcune gemme, accarezzate dal tepore dell’aria, sfidano il ciclo delle stagioni e vestono i rami che cominciano solo lentamente a spogliarsi. Il processo sta avvenendo, secondo MeteoSvizzera, con due o tre settimane di ritardo.

Sempre secondo i rilevamenti di MeteoSvizzera, l’autunno di quest’anno ha presentato una colorazione delle piante molto lunga e intensa; la scarsità delle precipitazioni ha infatti evitato il degrado delle foglie e la quasi totale assenza di gelo a media e bassa quota ne ha ritardato l’avvizzimento e la caduta.

La bella addormentata può attendere

La natura è tutt’altro che addormentata, il tempo del sonno e del lungo riposo stagionale è rimandato. I fiori formano un tappeto insolitamente colorato, le laboriose api sono tuttora al lavoro. Ma questa esplosione della natura non rimarrà senza conseguenze.

Molti dei fiori che sbocciano adesso, richiamati dalle miti temperature, in primavera resteranno sotto terra o fioriranno in misura minore. Un destino che interesserà, per esempio, i bucaneve, solitamente annunciatori della fine dell’inverno.

La temperatura dolce influisce anche sulla fauna: i merli tornano a fischiettare, fatto estremamente raro per la stagione. “La maggior parte degli uccelli – ha spiegato in diverse interviste l’esperto Hans Schmid, della Stazione ornitologica di Sempach – si gode le temperature perché trova tutto il cibo di cui ha bisogno.

Gli animali, osserva ancora Schimid, vivono nel lusso e nell’opulenza. I cinghiali approfittano del terreno tenero per scavare e scovare cibo, i cervi prolungano la loro permanenza sui pascoli, a 1200-1550 metri d’altezza, allorquando dovrebbero già essere scesi verso le pianure spinti dalla neve.

Non solo l’autunno

La presenza di autunni particolarmente miti è coerente con il rialzo delle temperature in Svizzera, aumento che ha avuto luogo in modo particolare a partire dal 1980. Da questa data, infatti, si registrano autunni molto miti con maggiore frequenza.

Con il cambiamento globale del clima, negli scorsi decenni l’autunno nella regione alpina è generalmente diventato più caldo. Anche in futuro sarà così probabile che le temperature autunnali (media settembre-novembre) risultino superiori ai valori di riferimento del periodo 1961-1990.

Ma il rialzo delle temperature non riguarda solo l’autunno. “Il fenomeno del riscaldamento climatico – precisa Spinedi – si ripercuote soprattutto sulle medie stagioni, quindi autunno e primavera. Tuttavia, in base ai nostri dati, anche l’inverno sembra destinato ad essere più caldo. E quello che ci attende dovrebbe essere tendenzialmente mite “.

Scarti così importanti come quello di quest’anno, dovrebbero comunque restare rari e non rientrare nella normalità, nonostante le condizioni climatiche mutate. Anche considerando un ulteriore riscaldamento dell’autunno, statisticamente un autunno così caldo dovrebbe verificarsi ogni secolo o mezzo secolo.

Il fenomeno del riscaldamento terrestre

I modelli climatici prevedono un riscaldamento autunnale anche per il futuro. Aumenterà così anche la tendenza a temperature stagionali estreme. “Si tratta di un fenomeno con il quale dobbiamo imparare a convivere. E’ vero – osserva meteorologo – che un evento singolo non può essere rapportato direttamente ai cambiamenti climatici, ma verosimilmente fa parte di quei segnali che indicano un riscaldamento dell’atmosfera”.

“L’atmosfera si sta riscaldando perché sta cambiando la composizione chimica, legata essenzialmente all’aumento di CO2. Se il tasso di anidride carbonica continuerà a salire, l’aumento della temperatura della Terra continuerà inesorabilmente. Ecco perché si sta cercando di frenare le emissioni di CO2”.

swissinfo, Françoise Gehring

Lo scarto di 2-3 gradi dalla norma dell’autunno 2006 ci riporta all’estate record del 2003, quando la differenza dalla media della temperatura di giugno-agosto fu di ben 4-5 gradi.
Statisticamente, uno scarto simile dovrebbe aver luogo al massimo ogni 100-200 anni, l’estate 2003 fu così nettamente più estrema dell’attuale autunno.
I mesi di settembre e di ottobre del 2006 sono stati i più caldi dal 1864, anno d’inizio delle misurazioni regolari in Svizzera.

Una stagione per descriverne un’altra: estate indiana o estate di San Martino? Questioni di aree geografiche e di cultura.

L’ “estate indiana” (Indian Summer) è legata al Canada e, più precisamente, alla Nuova Scozia e al Québec. Il clima è mitigato dall’influenza della corrente del Golfo che rende gli inverni più miti e le estati più calde.

L’estate indiana è caratterizzata da una serie di giornate calde e soleggiate a seguito di un periodo di gelo. Ciò avviene, di solito, tra l’inizio del mese di ottobre e metà novembre. È comunque difficile, se non impossibile, prevedere la data dell’arrivo improvviso del tempo mite, soprattutto perché il fenomeno non si ripete necessariamente tutti gli anni.

L’espressione “estate indiana” fa riferimento alla storia dei nativi che un tempo approfittavano di questo particolare periodo per terminare la raccolta prima del sopraggiungere dell’inverno.

Nell’area mediterranea quando si parla di autunno mite – e, in particolare, del mese di novembre bello e tiepido – si fa riferimento all’ estate di San Martino.

Questo evento prende il nome da una leggenda che riguarda San Martino. In un giorno freddissimo, egli donò parte del suo mantello ad un povero e, proprio allora, un sole luminoso e caldo apparse in cielo.

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