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L’antico orso delle caverne rivive a Berna

Se questo orsetto accaldato avesse incontrato uno dei suoi antenati delle caverne, si sarebbe sentito decisamente piccolo (foto Karl-Heinz Hug) Keystone

L'animale, estinto ormai da più di 10'000 anni, è protagonista di un'esposizione al Museo alpino svizzero, alla luce delle ultime ricerche scientifiche, condotte in seguito a ritrovamenti di ossa nei Grigioni ed in Alto Adige. Oltre ad un modello dell'antenato dell'orso bruno e ad indicazioni sul suo modo di vita, gli espositori hanno allestito una finta caverna dove i bambini potranno scoprire l'orso delle caverne divertendosi. Intanto però l'orso bruno, quello vivo, il discendente del protagonista della mostra, resta lontano dal territorio svizzero.

Un pomeriggio tra storia, biologia, ricerca scientifica, accanto ad una ricostruzione a grandezza naturale di un enorme orso delle caverne e con una finta grotta dove intrattenere i bambini con tante storielle che vedono protagonista rigorosamente l’orso? Perché no. La mostra di Berna, i cui testi sono in tedesco ed italiano, vuole rappresentare un esempio di nascita, esistenza e morte, in poche parole di evoluzione, di un organismo vivente nel corso della storia della terra.

L’orso speléo, detto anche delle caverne per la sua abitudine a rifugiarsi negli antri rocciosi delle montagne, ha abitato vaste aree in Europa per circa 400’000 anni. Il grande predatore, che predatore non era, visto che è stato dimostrato che si cibava quasi esclusivamente di piante e bacche, era invece veramente possente: la sua altezza al garrese raggiungeva circa 150 cm per un peso che poteva essere di 1000 kg. Ed in effetti, il modello a grandezza naturale esposto, denota l’imponente stazza dell’antenato rispetto all’orso bruno…imbalsamato situato dagli espositori a pochi metri di distanza.

In una prima sezione, il visitatore può familiarizzare con l’evoluzione e le parentele che contraddistinguono la famiglia degli ursidi, capendo ad esempio come si sia passati dagli orsi predatori e carnivori di 400’000 anni fa, all’unico urside esclusivamente erbivoro, l’orso delle caverne appunto.

La seconda sezione è invece dedicata ai luoghi dove, negli ultimi anni, sono stati ritrovate numerose ossa e altrettanti denti di orsi speléo, a testimonianza del loro millenario soggiorno in determinate regioni alpine. Ci si sofferma sulle spelonche della Sulzfluh (2300 m), nei pressi di St. Antönien (GR) e su quelle di Conturines (2750 m) in Alto Adige. Il fatto che grandi animali erbivori potessero sopravvivere ad altezze tali, alle quali oggi non vi è traccia di vegetazione, indica come, tra i vari periodi glaciali, esistessero degli intervalli di clima addirittura più temperato rispetto ad oggi.

La terza sezione è intitolata “Dal ritrovamento di reperti alla teoria scientifica” e permette di comprendere il lavoro dei ricercatori, dalle prime fasi di analisi all’interno delle grotte, fino ai processi per datare i reperti, o per comprendere lo stile di vita di animali estinti o il clima dell’epoca. Resta tuttavia misterioso il motivo che ha portato i grandi orsi delle caverne all’estinzione.

Accanto ai numerosi reperti esposti, l’attrazione speciale della mostra è una grotta “vera”, nella quale i bambini potranno incontrare l’orso grazie a libri, giochi e storie. Gli espositori hanno anche organizzato dei pomeriggi nei quali i più giovani saranno appositamente accuditi, dei workshops per scuole o per adulti e tutta una serie di conferenze sul tema.

L’esposizione, che si potrà visitare tra il 22 di febbraio ed il 23 settembre presso il Museo alpino svizzero di Berna, è stata allestita dal Museo Grigione Natura di Coira e dal Museo di scienze naturali dell’Alto Adige, in collaborazione con l’Istituto di Paleontologia dell’Università di Vienna.

Com’è la situazione per quel che concerne invece gli orsi “vivi”? Stanno ritornando, come lupi e linci, per popolare nuovamente il nostro paese o restano ancora al di fuori delle frontiere elvetiche? Isabella Bustelli, biologa del WWF contattata da swissinfo, sottolinea come “l’orso attualmente si trova nel Trentino, a 30 km dal canton Grigioni”. Può sembrare molto vicino ma “non si tratta di un animale che si espande molto velocemente. Oltretutto necessita di superfici molto ampie dove l’uomo non sia presente”. Il suo ritorno in Svizzera non sembra dunque imminente. Recenti studi hanno concluso che l’orso potrebbe trovare un habitat ideale anche nel nostro paese, più precisamente in alcune regioni del canton Grigioni e in Ticino, nelle Centovalli ed in valle Onsernone. Staremo a vedere.

Marzio Pescia

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