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L’amore non è una patata

La raccolta delle patate a Soglio Albert Steiner

Cresce e si moltiplica sottoterra. Venne accolta con scetticismo e tardò ad imporsi come alimento di base. Il Museo retico di Coira le dedica un’esposizione temporanea.

Si chiama Agria, Amadine, Désirée, Ditta. Oppure Stella, Urgenta, Victoria, Charlotte. È brutta, bitorzoluta e ha il colore della terra. È talmente brutta che la gente, all’inizio, la considerò, nel migliore dei casi, cibo per maiali.

Giunse da lontano e fu definita la nuova manna piovuta dal cielo. Era la «salvatrice dei poveri» perché prometteva di sconfiggere la fame endemica. Invece, la gente la accolse freddamente. Per taluni, aveva addirittura del diabolico; era la «radice del diavolo», era la patata.

Questo tubero originario delle regioni andine del Sud America, dove è coltivato da oltre 6000 anni, fu importato in Europa nella seconda metà del XVI secolo da conquistatori spagnoli e da navigatori inglesi e deve la sua diffusione a mercenari, profughi religiosi o artigiani itineranti.

La patata è protagonista di un’esposizione temporanea dal titolo «Härdöpfel. Tartuffel. Patata. Una storia di successo» al Museo retico di Coira.

Un tubero paziente

La patata ha fatto la sua comparsa in Svizzera attorno alla metà del 1600. Si è diffusa inizialmente nelle Alpi e Prealpi, poi nel Giura e nell’Altopiano. Questa pianta ha dovuto attendere quasi un secolo e alcune terribili carestie, quelle che colpirono pesantemente la Svizzera nel 1770-71 e nel 1816-17, prima di ritagliarsi un ruolo sulla tavola degli svizzeri. Ora la patata è un alimento di base, è regina in ogni cucina.

«La patata fa parte della nostra storia culturale e, malgrado sia comune e forse anche un po’ banale, è affascinate per gli innumerevoli punti di vista dai quali la si può guardare», spiega a swissinfo.ch il direttore del Museo retico Jürg Simonett.

«Abbiamo allestito un’esposizione temporanea che illustra l’importanza di questo tubero nella nostra vita, nella recente storia svizzera, nell’arte e nella letteratura, nei proverbi contadini, nella politica, nell’industria alimentare elvetica. Con questa mostra facciamo conoscere alla gente la storia dei rösti, la storia di un tipico piatto svizzero».

Pianta per poveri e ricchi

Nel cantone dei Grigioni, è stata coltivata per la prima volta come pianta ornamentale nel castello di Marschlins, maniero situato nei pressi di Igis, nel 1717. «Da lì, diffuse nel resto del cantone, tardando ad affermarsi specialmente in Engadina dove era molto presente la coltivazione cerealicola», ricorda la curatrice dell’esposizione Silvia Conzett.

«Questo tubero è stato promosso da cibo per poveri a cibo per tutti specialmente in tempo di crisi. Durante la seconda guerra mondiale la patata ha avuto un ruolo fondamentale nel tentativo di raggiungere l’autosufficienza alimentare. In quegli anni vennero coltivate patate ovunque: si passò da una produzione di 556’000 tonnellate nel 1937 a 1’766’000 nel 1944».

La piaga dell’alcolismo

La patata non ha soltanto sconfitto la fame, ma ha anche favorito l’acolismo. Il distillato della patata, il cosiddetto Härdöpfeler (oggi è conosciuta soprattutto la vodka), divenne nel XIX secolo un superalcolico economico in numerose regioni svizzere e nei centri urbani.

«L’acquavite a base di patate divenne molto popolare agli inizi del 1800 grazie a nuove tecniche di distillazione e alla sovrapproduzione», spiega Conzett.

Il consumo medio annuo di alcol puro pro capite raggiunse nel periodo 1880-1884 i 14,3 litri. Per arginare il fenomeno dell’alcolismo, verso la fine del XIX secolo vennero introdotte delle leggi: «la decima sull’alcol (1885)» e la «Regia federale degli alcol (1887)». Quest’ultima si riferiva unicamente alle acquaviti di patate o cereali.

La patata e la politica

Il Museo retico presenta anche il ruolo del tubero nella politica attraverso alcune vignette satiriche che ricordano il Röstigraben. Questa espressione ha designato a partire dagli anni Settanta la frontiera culturale, linguistica e politica esistente fra svizzero tedeschi e svizzero francesi.

Oppure nel ruolo di paladina nella lotta per la parità nei diritti democratici fra i sessi. L’immagine dell’uomo e della donna, che lavorano fianco a fianco il campo di patate, è stata utilizzata – per esempio – a cavallo degli anni Sessanta-Settanta nella campagna in favore del suffragio femminile.

Impossibile privarsene

Patate lesse, patatine fritte, crocchette, purè, rösti. La trovi in mille forme e pietanze. E anche questo aspetto è ricordato nella mostra.

Nelle sale del Museo retico, vengono presentati dei prodotti dell’industria alimentare elvetica, così come alcuni oggetti di uso comune in cucina. Non poteva quindi mancare Rex, il classico pelapatate, ideato nel 1947 da Alfred Neweczeral oppure la grattugia per preparare i rösti.

Beh, certo, l’amore non è una patata come sembra ricordi un detto popolare e non è sbocciato a prima vista, oggi, però sarebbe impensabile pensare alla nostra cucina senza questo tubero bitorzoluto.

Luca Beti, Coira, swissinfo.ch

Il museo di storia dei Grigioni si trova nella Casa Buol, nella città vecchia di Coira.

La fondazione del Museo è avvenuta verso la fine del XIX secolo per frenare il crescente esodo di preziosi beni culturali.

Il giurista, storico e politico Peter Conradin von Planta-Zuoz (1815–1902) ha favorito la creazione di un «Museo grigionese per la scienza e l’arte».

L’8 giugno 1872 è stato inaugurato il Museo al pianterreno della Casa Buol.
Inizialmente comprendeva una biblioteca, una collezione naturalistica e una collezione di antichità.

L’esposizione «Härdöpfel. Tartuffel. Patata. Una storia di successo» è stata inaugurata il 18 febbraio e rimane aperta fino al 15 agosto 2010.

Il Museo retico è aperto da martedì a sabato, dalle 10.00 alle 17.00.

La patata è il quarto alimento più coltivato al mondo, dopo il frumento, il mais e il riso: la sua produzione annua supera i 300 milioni di tonnellate.

Quarant’anni fa, soltanto il 15% della produzione mondiale di patate proveniva dall’emisfero sud; attualmente, invece, più della metà dei tuberi è coltivata nei paesi in via di sviluppo.

Durante l’ultimo decennio, la produzione planetaria è aumentata di circa il 4,5% ogni anno.

Nel 2003, in Europa, il consumo di patate per abitante ammontava a 93 kg/anno; nei paesi in via di sviluppo, a 22 kg/anno (10 kg nel 1961).

A livello mondiale, le patate sono coltivate in oltre 125 paesi; la superficie complessiva dei campi ammonta a circa 195’000 km2.

Una patata di taglia media fornisce circa 110 calorie, 3 grammi di proteine, 23 grammi di glucidi e nessuna materia grassa. Inoltre, copre circa la metà del fabbisogno giornaliero di vitamina C di un adulto e fornisce ferro, potassio e zinco.

Nel 2009 sono state accertate complessivamente 97 varietà di patate in Svizzera.

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