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L’ambasciatore svizzero a Tokyo resta

Una nube radioattiva si sprigiona dalla centrale atomica di Fukushima dopo la terza esplosione Keystone

Nonostante l'incidente nella centrale nucleare di Fukushima e l'aumento della radioattività, l'ambasciatore svizzero in Giappone, Urs Bucher, e i suoi collaboratori rimangono a Tokyo. Finora non si lamentano vittime elvetiche in relazione al sisma che ha flagellato il nord-est del paese.

Al quinto giorno dal terremoto e dallo tsnunami che hanno devastato il Giappone nord-orientale, la situazione dal profilo del pericolo nucleare nel paese del Sol levante appare sempre più critica. Il governo nipponico ha ampliato martedì il raggio del divieto di volo per l’aviazione civile a 30 chilometri dalla centrale atomica di Fukushima 1 (Daiichi), a seguito di fughe di forti radiazioni.

Nello stesso raggio è consigliato lo sgombero degli abitanti. L’evacuazione non è obbligatoria, ma alla popolazione che rimane è tassativamente ordinato di chiudersi in casa.

In linea di massima, le ambasciate a Tokyo invitano i propri concittadini residenti in Giappone alla calma. D’altra parte, esortano coloro che intendevano recarsi in Giappone di questi tempi a desistere, a meno che sia strettamente necessario.

Per fare il punto della situazione, swissinfo.ch ha intervistato l’ambasciatore svizzero a Tokyo, Urs Bucher.

swissinfo.ch: Dopo la terza esplosione alla centrale nucleare di Fukushima, il governo nipponico ha dichiarato l’allarme radiazioni. Si sente ancora sicuro a Tokyo?

Urs Bucher: Al momento gli sviluppi negli impianti nucleari danneggiati sono imprevedibili. Sono inoltre possibili ulteriori scosse di assestamento. Perciò, consigliamo a tutti gli svizzeri che si trovano nella zona di crisi nel nord-est del Giappone e nella grande area Tokyo/Yokohama, la cui permanenza sul posto non è strettamente necessaria, di lasciare temporaneamente quella regione e trasferirsi in una sicura.

Naturalmente, c’è incertezza. Gli abitanti di Tokyo seguono regolarmente gli aggiornamenti delle valutazioni delle autorità giapponesi. E noi svizzeri, ovviamente, quelle delle autorità elvetiche.

swissinfo.ch: Adottate precauzioni?

U.B.: Sorvegliamo in permanenza la situazione, siamo in stretto contatto con le autorità e informiamo i nostri connazionali tramite e-mail, il nostro sito e colloqui diretti. L’ambasciata offre ai cittadini elvetici la possibilità di procurarsi pastiglie di iodio.

Naturalmente abbiamo previsto anche misure cautelari nel senso di essere pronti all’eventualità di un’evacuazione.

swissinfo.ch: A seguito delle ultime informazioni, è prevista la partenza di personale dell’ambasciata?

U.B.: No, abbiamo un compito. E lo svolgeremo anche nel prossimo futuro.

swissinfo.ch: Quali sono le maggiori preoccupazioni dell’ambasciata in questo momento?

U.B.: Abbiamo due compiti principali. Uno è quello di identificare i cittadini svizzeri residenti in Giappone, in particolare nell’area della crisi, e di fornire loro le informazioni necessarie.

Fortunatamente finora abbiamo constatato che non c’è alcuna vittima svizzera.

D’altra parte, l’ambasciata sostiene la squadra di soccorso del Corpo svizzero di aiuto umanitario, che si trova nella zona di crisi principale.

swissinfo.ch: I soccorritori svizzeri non hanno però ancora potuto iniziare le operazioni a causa dell’allarme tsunami. D’altro canto, l’Agenzia tedesca di soccorso tecnico ha messo fine al proprio intervento, affermando che non c’è più nessuno da salvare. Gli svizzeri possono ancora fare qualcosa?

U.B.: È vero che le operazioni di soccorso lunedì sono state interrotte due volte. La squadra per le ricerche è però intervenuta martedì e probabilmente sarà dispiegata anche mercoledì.

swissinfo.ch: Quali sono i problemi degli svizzeri che contattano l’ambasciata?

U.B.: Da parte dei connazionali che vivono qui ci vengono segnalati pochi problemi. Ci vengono rivolte soprattutto domande relative alle condizioni di sicurezza.

Finora siamo riusciti a contattare circa 1’580 dei 1’890 compatrioti registrati in Giappone. Per fortuna abbiamo potuto prendere contatto con tutti i 100 cittadini svizzeri iscritti all’ambasciata che risiedono direttamente nella zona della catastrofe.

swissinfo.ch: Come si organizza l’ambasciata? È raggiungibile 24 ore al giorno?

U.B: L’ambasciata da quando c’è stato il terremoto, l’11 marzo, funziona 24 ore su 24. Lavoriamo a turni in modo che l’ambasciata è disponibile in ogni momento del giorno e della notte. Anche nei prossimi giorni.

swissinfo.ch: Molti svizzeri tornano in patria?

U.B.: Non abbiamo alcuna cifra in merito, dato che solo una parte di coloro che partono annunciano la disiscrizione all’ambasciata. Parte dei cittadini svizzeri residenti in Giappone, di cui molti hanno il o la partner giapponese, si trasferiscono in luoghi sicuri, soprattutto nel sud del paese.

swissinfo.ch: Ormai ovunque in Giappone è razionata l’energia. I treni circolano meno di frequente. Anche nell’ambasciata si risparmia sul consumo energetico?

U.B.: Ovviamente. Abbiamo limitato il consumo di energia all’assoluto necessario.

swissinfo.ch: Terremoto e maremoto in Occidente sono stati relegati in secondo piano a causa del disastro nucleare. Come è vista la situazione in Giappone?

U.B: Nella regione più duramente colpita dal terremoto, la preoccupazione principale dovrebbe rimanere come prima la ricerca delle migliaia di dispersi.

La Catena della solidarietà ha avviato una raccolta di fondi per l’aiuto urgente alla popolazione giapponese.

Le donazioni possono essere effettuate online sul sito della Catena della solidarietà oppure sul conto postale 10-15000-6 con la menzione “Giappone”.

Secondo notizie delle agenzie di stampa, l’escalation della crisi nucleare in Giappone, martedì ha provocato qualche reazione di panico a Tokyo.

Parte della popolazione della capitale si è lanciata in una corsa per fare scorta di cibo e utensili di sopravvivenza.

Diverse ambasciate e gruppi internazionali hanno invitato i propri dipendenti a lasciare le zone colpite da radioattività.

Alcune aziende stanno pensando di trasferire temporaneamente i loro quartieri generali fuori da Tokyo.

I voli Swiss da Tokyo a Zurigo di martedì e mercoledì sono al completo.

La Borsa di Tokyo è andata fuori controllo martedì, precipitando fino al -14,4% rispetto alla chiusura, già in discesa, del giorno precedente, a causa del panico diffuso tra gli investitori per l’aggravarsi della crisi nucleare.

Alla chiusura delle contrattazioni, il tonfo dell’indice Nikkei 225 dei valori principali è stato “contenuto” al 10,55%. Con una perdita di 1.015,34 punti è scivolato a quota 8.605,15 punti.

L’indice allargato Topix ha segnato una caduta di 80,23 punti a 766,73, con un calo del 9,47%. Per l’indice Topix è il ribasso maggiore registrato dall’ottobre 2008.

Per entrambi gli indici si tratta, in termini percentuali, del terzo peggior crollo di tutti i tempi.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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