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L’AlpTransit verso Sud (3)

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Video reportage da Arquata Scrivia tra chi si oppone al Terzo Valico per potenziare la linea Genova-nord Europa

Ad Arquata Scrivia, al confine tra Piemonte e Liguria, non vogliono i treni merci di AlpTransit, vogliono i treni per i pendolari e la montagna intatta. Arquata Scrivia è il paese dove la linea del corridoio Rotterdam-Genova si infila nelle valli degli Appennini ed è una delle cittadine sul percorso dove più alta si è sentita la voce della protesta non solo e non tanto contro i treni quanto contro le opere munifiche che servono ad agevolare il passaggio di tutto questo imponente traffico merci che la rotaia che passa sotto il Gottardo si appresta a scaraventare nel Sud dell’Europa.

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AlpTransit a sud, quindi, ha un percorso tortuoso e pieno di difficoltà anche per l’opposizione dei No Tav che lottano soprattutto contro la realizzazione del Terzo Valico dei GioviCollegamento esterno. “Quando nel 2012 il Governo ha deciso di far partire i lavori per il Terzo Valico qui è successo il finimondo, tutti in piazza a protestare”, conferma Eugenio Spineto, del Movimento NoTav Terzo Valico.

Le proteste sono nate perché, a dire dei manifestanti, i lavori della nuova ferrovia porteranno amianto nell’aria e materiale nocivo nelle falde acquifere. “La società Cociv ha già in progetto un nuovo acquedotto, più costoso di quello attuale, perché sa che inquinerà la nostra sorgente”, sottolinea Francesco Demilato, altro membro del Movimento.

La popolazione di questi paesi in rivolta, circa una dozzina di cittadine al di sotto dei 15mila abitanti, denuncia anche la mancata integrazione di questi lavori con le comunità visto che le maestranze sono arrivate in massima parte da fuori senza dare occasione di lavoro ai locali. “Hanno costruito un campo base dove far dormire gli operai, questo dimostra che l’opera non sviluppa l’economia del territorio”, accusa Reinero Cantagalli, dei NoTav di Novi Ligure. Un mancato sviluppo economico, il rischio di inquinamento del terreno e delle acque, gli espropri coatti e per finire gli arresti per infiltrazione mafiosa nelle società del movimento terra: ecco i “danni” di AlpTransit a Sud secondo i movimenti.

“Il tutto mentre il commissario per il Terzo Valico, l’architetto Iolanda Romano, ci rassicura sulla trasparenza dei lavori e contemporaneamente viene arrestato il n°1 della Lande, la società che ha vinto gli appalti per il trasporto del terreno rimosso, accusato di collegamenti con la Camorra”, conclude Davide Fossati dei NoTav di Novi. Un’opera quindi, quella di AlpTransit in Italia, che non trova pace.

Laura Fazzini/alaNEWS

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