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L’aiuto svizzero ai palestinesi non cambia

L'aiuto svizzero in Medio Oriente contribuisce anche a migliorare le condizioni della formazione Keystone

Una settimana dopo i risultati delle elezioni palestinesi, proseguono le attività della Direzione dello sviluppo e della cooperazione a Gaza. Intervista swissinfo.

Mentre alcuni grandi donatori internazionali cominciano a ridurre i loro aiuti ai palestinesi dopo la vittoria di Hamas, il ministero degli affari esteri elvetico ha garantito che la Svizzera non modificherà le proprie attività nella regione.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) nella striscia di Gaza e in Cisgiordania dispone di un budget annuale di 25 milioni di franchi.

La Svizzera è presente nella regione da dodici anni, in seguito agli accordi di pace di Oslo.

Una settimana dopo la vittoria del movimento radicale islamico Hamas alle elezioni palestinesi, Fritz Froehlich, vice responsabile degli uffici della DSC per Gaza e la Cisgiordania, dice la sua sugli aiuti svizzeri nella regione.

swissinfo: Quale atmosfera si respira nella regione da quando si conoscono i risultati delle elezioni?

Fritz Freohlich: Credo che la vita sia cambiata nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.

Innanzitutto, a causa delle nuove aspettative della gente. Secondariamente per le reazioni a livello mondiale alla vittoria di Hamas, le condizioni imposte al nuovo governo e la minaccia di ritiro dei fondi internazionali.

swissinfo: Questa atmosfera innervosisce la popolazione?

F.F.: Certo, la popolazione ne parla. Vuole vedere delle riforme ma al contempo desidera continuare ad usufruire degli aiuti internazionali.

L’esito delle elezioni ha creato una nuova visione del Paese, ma per il momento non è ancora stato formato il nuovo governo.

swissinfo: La situazione attuale rende difficile il vostro lavoro nella regione e la riuscita degli scopi che vi siete prefissi?

F.F.: Per il momento i nostri movimenti all’interno della striscia di Gaza e in Cisgiordania non sono di principio limitati. Nel corso delle ultime settimane abbiamo avuto contatti con tutti in nostri partner. Ognuno si dichiara piuttosto ottimista sul fatto che le attività d’aiuto continueranno.

Per quanto ci riguarda, sappiamo di potere proseguire il nostro lavoro, perché la maggior parte dei nostri impegni sono con la popolazione civile palestinese oppure con le agenzie d’aiuto umanitario dell’ONU.

swissinfo: Vi preoccupa dover negoziare con i membri di Hamas?

F.F.: Innanzitutto dobbiamo attendere fino alla formazione del nuovo governo. L’Autorità Palestinese è un’istituzione nata dagli accordi di Oslo. Un dato di fatto che il nuovo governo dovrebbe accettare.

Siamo qui per trovare una soluzione al conflitto e contribuire al processo di pace. Per giungere a questo scopo dovremo gestire al meglio gli aiuti che provengono dalla Svizzera e da altri Paesi.

swissinfo: Attualmente, un po’ in tutti i Paesi islamici, si levano forti voci di protesta per la pubblicazione di caricature di Maometto nella stampa europea. Come reagiscono i palestinesi?

F.F.: È un tema di cui si discute molto fra la gente nelle ultime settimane, anche se la pubblicazione originale delle caricature risale allo scorso mese di settembre.

Ha provocato tumulto anche fra la popolazione nella striscia di Gaza e in Gisgiordania. Nella striscia di Gaza, alcuni gruppi di militanti hanno manifestato davanti all’ufficio dell’Unione Europea.

(Traduzione: Anna Passera)

La DSC è presente nella striscia di Gaza e in Cisgiordania dal 1994. Il suo budget di quest’anno nella regione è di 25 milioni di franchi.

Sul posto, la DSC collabora con numerosi partner: organizzazioni non governative e fondazioni palestinesi attive nella difesa dei diritti umani, nella protezione ambientale e nello sviluppo sociale.

Il 50% circa del budget della DSC è accordato a organizzazioni internazionali, come l’ Agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza e la ricostruzione a favore dei rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente, il CICR e il Programma alimentare mondiale.

3,6 milioni di persone vivono nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Il tasso di disoccupazione è del 23%.
Il 43% della popolazione vive nella povertà.
Durante le ultime elezioni, il gruppo Hamas ha ottenuto 76 dei 132 seggi in parlamento.

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